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Golden Tickets ai concerti: ci sono fan di serie B?

scritto da Alice Ziveri

Ricordate i biglietti d’oro di Willy Wonka e la fabbrica del cioccolato?
Cinque coupon luccicanti che avrebbero dato a cinque fortunatissimi bambini la possibilità di incontrare il mastro cioccolataio più famoso del mondo, e fare una visita nella sua leggendaria industria. Nascosti in cinque fra le migliaia di tavolette sparse per tutto il mondo: stava soltanto alla dea bendata decidere.
E’ questa la prima storia che salta alla mente oggi, quando si sente parlare di Golden Tickets. Cosa sono? Quei biglietti speciali che sempre più artisti, band o cantanti, mettono in vendita per i propri concerti e che includono una serie di privilegi che vanno dall’ingresso anticipato, al meet&greet, a tante altre “coccole”. Proprio come fece Willy Wonka, ma con una differenza: lì si vincevano, qui si comprano… e a prezzi non sempre abbordabili.

Le folle si dividono, c’è chi grida allo scandalo e chi grida di gioia.

Chi si sente trattato da “fan di serie B” se non ha la disponibilità economica per comprarsi un Golden Ticket (o VIP Ticket, o VIP Package, o comunque lo si voglia chiamare) e chi si sente finalmente libero di abbandonare concorsi troppo impegnativi o troppo improbabili da vincere.
Questo tipo di iniziative non sono una notizia, sono anni che i maggiori artisti internazionali offrono pacchetti più imbottiti di una calza della befana: parcheggio riservato, buffet, tribuna VIP, limousine, hotel, party esclusivi… la novità è che ultimamente la cosa si è estesa anche alle popstar dal pubblico giovane, sta diventando quasi una prassi soprattutto fra i cantanti americani. Ovviamente il tutto è stato rivisto e rivisitato nell’ottica dei destinatari, ovvero numerosi giovani e adolescenti cui probabilmente avere un posto macchina riservato interessa meno di zero, e ancora meno stare in tribuna a piluccare tartine: meglio il sottopalco garantito senza sottoporsi ad ore ed ore di coda, e magari un incontro ravvicinato con il proprio idolo. Qualche nome? Rihanna, Lady GaGa, Adam Lambert, Kylie Minogue, 30 Seconds To Mars, Britney Spears, Maroon5…
Ciò che più fa indignare gli indignati è che soltanto chi ha un portafogli abbastanza gonfio possa realizzare i due più grandi desideri di ogni fan: quella di incontrare e abbracciare il suo artista preferito, e quella di vivere il concerto dalla prima fila, occhi negli occhi con la propria star. E’ un messaggio giusto da fare passare? Forse no, ma allora non è nemmeno tanto giusto che anche i fan, ormai, spesso e volentieri preferiscano scaricare illegalmente un album piuttosto che acquistarlo. Cosa che, com’è noto, alla lunga sta mettendo in difficoltà l’intera industria discografica, e quindi gli stessi artisti che quei fan dichiarano di amare alla follia. In qualche modo bisogna reinventarsi: sta ormai sfumando il lungo periodo in cui il mercato della musica è stato legato esclusivamente al mercato discografico, all’incisione delle canzoni su un supporto fisso, serve qualcos’altro con cui fare girare la ruota, qualcosa che non possa essere rubato e diffuso a tradimento. Parti di sè stessi, un po’ del proprio tempo, esperienze, sguardi, abbracci, emozioni… sogni, per qualcuno: qualcosa di esclusivo che non ci sia altro modo di avere se non quello di viverlo.
Può sembrare squallido e poco romantico, forse lo è: ma è un modo come un altro per rattoppare i buchi dovuti ai dischi che nessuno, soprattutto i più giovani, compra più. Forse la scelta più imparziale è quella per cui opta la maggior parte delle star Golden Ticket-dotate: ovvero quella di lasciare comunque una parte di meet&greet e premi vari a concorsi che non prevedono nessun tipo di spesa. O ancora, un sistema come quello dei britannici McFly, che con una quota d’iscrizione minima danno accesso ad una serie di contenuti speciali sul proprio sito, oltre che alle attività fannistiche più disparate, ciascuna delle quali permette di accumulare punti che poi permettono di arrivare agli ambiti premi. Insomma, un giusto mix fra le esigenze materiali di una band che voglia continuare a fare il suo lavoro, e quelle delle fan che vogliono sentirsi ricompensate in quanto fan e non in quanto acquirenti.
E voi, cosa ne pensate?

Immagine: Flickr