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Marco Mengoni: travolgente apertura del tour teatrale agli Arcimboldi

scritto da Alice Ziveri
mengoni CREDITO Alessio Pizzicannella - Copia[1]

Se pensavate che lo spettacolo “dall’essenza intimista”, come era stato presentato, fosse sinonimo di due ore di noia e piattume, tranquillizzatevi pure.

Il tour teatrale di Marco Mengoni è partito ieri sera, 19 Aprile, dagli Arcimboldi di Milano, e c’è stato spazio per tutto: per ridere, per commuoversi, per ballare, per la pelle d’oca.
Il teatro è pieno fino all’orlo. Lo show si apre con un monologo sulla vita all’inverso, dalla morte al concepimento, e per tutto il primo tempo non ci sono altri momenti parlati – solo musica. Solo dopo la pausa a metà concerto Marco zompa giù dal palco e inizia a chiacchierare con il pubblico, presentare la band e introdurre le canzoni.

La setlist vede amalgamarsi brani dell’ultimo album, Solo 2.0, del precedente Re Matto, cover diventate ormai il suo marchio di fabbrica (come Psycho Killer) e altre nelle quali lo sentiamo per la prima volta – scelte di un certo livello (e interpretate più che degnamente) che vanno a pescare nel motown, nel soul, nel rock’n’roll… Can’t Help Falling In Love di Elvis, Si­gned, Sealed, De­livered I’m Yours di Stevie Wonder, The Fool on the Hill dei Beatles, e poi c’è Tina Turner, ci sono i Queen, i Planet Funk e altro ancora…
Su Rehab di Amy Winehouse tuona l’applauso del pubblico, che si alza in una standing ovation.
Gli arrangiamenti sono eccezionali, sul palco otto musicisti mescolano gli strumenti tradizionali a suoni etnici, e le canzoni si alternano a piacevoli momenti strumentali. La voce di Marco lascia sempre di stucco: espressiva e impeccabile, si arrampica su e giù per il pentagramma con una naturalezza disarmante, che dà i brividi. Lui è l’animale da palcoscenico che abbiamo imparato a conoscere, poco importa se sia quello di un palazzetto o di un teatro: sa come riempire la scena.
A completare il quadro, suggestivi giochi di luci e colori enfatizzano le diverse atmosfere emotive delle canzoni: il blu dell’oceano, il rosso del sangue, l’arancio del fuoco, il viola del cielo al crepuscolo…

Per riprendere la parole iniziali, non c’è modo di annoiarsi in questa nuova avventura live di Marco Mengoni: se andate per sentire della buona musica, un bravo cantante e dei bravi musicisti, li troverete. Se andate con l’idea di scatenarvi e ballare, lo farete. Se andate sperando di emozionarvi, vi emozionerete. Se siete particolarmente sentimentali, probabilmente vi scenderà anche qualche lacrimuccia.

Photo credit: Alessio Pizzicanella