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Mal di scuola

scritto da admin

Hai lo stomaco chiuso, la nausea, il mal di testa. Il collo è tutto incriccato, senti una certa tensione nelle mascelle, ti bruciano gli occhi.

Hai almeno due di questi sintomi? Forse soffri di “mal di scuola”, e non sei l’unica, visto che secondo un’indagine realizzata dai pediatri italiani sono ben 1.200.000 gli studenti che hanno i sintomi di questa “malattia”.

L’occasione è stata il convegno internazionale di pediatria, che si è da poco svolto a Ischia (NA): il sondaggio realizzato in quell’occasione, che ha coinvolto i 100 pediatri presenti al convegno, ha rilevato che il 55% di loro risocontra sempre più spesso, fra i propri giovani pazienti, un aumento dei disturbi causati dalla tensione emotiva o dallo stress legato allo studio.

Non ci stupisce questa affermazione, in questi giorni in cui comincia lo studio matto e disperato per gli esami di maturità o per recuperare le insufficienze prima della fine delle lezioni.

Gli esami a settembre  e le bocciature
Secondo Italo Farnetani, pediatra e professore all’università di Milano-Bicocca, «un incremento così netto dei disturbi che si presentano a scuola non va sottovalutato, ma al contrario deve essere uno stimolo per cercare le cause del disagio. Considerando che quest’anno sono stati introdotti alle superiori gli esami di riparazione a settembre – dice il pediatra – la causa principale dell’incremento dei disturbi è il timore di essere rimandati».

Farnetani continua ammonendo: «una “bocciatura” nel periodo dell’adolescenza, in cui si strutturano i rapporti relazionali con la società e l’altro sesso, mette l’alunno in condizione di inferiorità rispetto ai coetanei, con un’evidente perdita di autostima», per concludere così: «ritengo che gli esami a settembre siano un errore, perchè creano agli alunni e alle famiglie tensione emotiva, stress e disagio che provocano la comparsa dei disturbi e i sintomi clinici di origine psicologica rilevati dall’indagine».

Voi cosa ne pensate degli esami a settembre?
Il nuovo governo cosa dovrebbe fare: abolire la riforma, con il vantaggio di risparmiare soldi, ma con il rischio che anche i ragazzi e le ragazze gravemente insufficienti passino senza difficoltà all’anno successivo insieme a chi, invece,  si è impegnato nel periodo delle lezioni, oppure applicare la riforma fino in fondo e portare a termine, per una volta, la decisione presa?

Immagini:
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