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Sanremo 2019: Zen Circus – Significato di L’amore è una dittatura

scritto da Laura Boni
zen circus sanremo 2019

Anche gli Zen Circus hanno deciso di rispettare la tradizione e portare sul palco di Sanremo 2019 un brano che parla d’amore… ma con un stile tutto loro! L’amore è una dittatura non parla dell’amore romantico, ma di quello “comunitario, che affrontiamo di petto, in un brano maestoso in cui l’orchestra è fondamentale con gli strumenti che entrano in crescendo” ha spiegato la band a Sorrisi e Canzoni.

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Zen Circus saranno uno dei 24 concorrenti della prestigiosa kermesse musicale, in programma al Teatro Ariston dal 5 al 9 febbraio 2019; Sanremo 2019, però, cambia regolamento: eliminando la classica gara delle Nuove Proposte. Il direttore artistico Claudio Baglioni ha scelto per l’occasione di modificare le carte in tavola, facendo scontrare i 2 vincitori del concorso direttamente contro i 22 BIG annunciati nel corso delle due serate.

Le due serate speciali nel corso delle quali abbiamo scoperto i 24 concorrenti di Sanremo 2019 sono state presentate da Pippo Baudo e da Fabio Rovazzi. I nomi dei BIG scelti da Baglioni sono stati svelati durante la gara, mentre i due nomi dei Giovani sono stati scelti in base al voto congiunto di Commissione Artistica, della giuria televisiva e del televoto (con un peso rispettivo del 40%, 30% e 30%).

Ecco il testo di L’amore è una dittatura di Zen Circus:

ci hanno visti nuotare in acque alte fino alle ginocchia
ed inchinarci alle zanzare pregandole di non mescolare
il nostro sangue a quello dei topi arrivati in massa con le maree

le porte aperte, i porti chiusi, e sorrisi agli sconosciuti
che ci guardano attoniti mentre ci baciamo,
da uomo a uomo, mano nella mano

una sigaretta non lo racconta ci vuole forse una vita intera
o una canzone non certo questa,
altri maestri, altri genitori

che non rinfacciano quello che sei, quello che vuoi
quello che eri
esistere è giusto un momento
chi vive nel tempo muore contento

e sì, ci hanno visti contare le pietre di questo deserto
pazienza, perdere tempo con il cielo, farlo di lavoro
pagati per immaginare qualcosa che non puoi fotografare

mi spiego meglio, senza nascondermi dietro a cazzate
scritte per caso in questa palestra dell’orrore
ecco la pietra, ecco il peccato,
u cane pastore lo fa per amore,
Non per denaro, non per rancore,

Non per la lana esiste il gregge
Né per la legge
Siamo delle antenne, dei televisori
Emettiamo storie che fanno rumore

Cerchiamo la donna della vita o l’uomo della morte
Strade interrotte, eterni sorrisi, figli sangue del nostro lavoro
Non ci somiglieranno, figli ormai del mondo intero
E perdere la monotonia di quando tutto era al suo posto

I topi cacciati, debellati, mostri tutti sotto al letto
E lasciar volare via quell’abbraccio conosciuto
Di chi in nome del tuo bene ha distrutto il tuo passato
Quando arrivi tu se ne vanno gli altri

Sai che non va bene ma ti piace arrangiarti
Come fanno in quei paesi che non sappiamo pronunciare
Ma che ci piace addomesticare a parole
Ero presente al momento dei fatti

Il fatto non sussiste
Mettetelo agli atti
Ma non hai paura di nessuno
Se non della tua statura

Hai la democrazia dentro al cuore
Ma l’amore è una dittatura
Fatta di imperativi categorici
Ma nessuna esecuzione

Mentre invece l’anarchia la trovi dentro ogni emozione
Tu stammi vicino, anzi lontano abbastanza
Per guardarti il viso dalla stanza dei miei occhi
Aperti o chiusi, non importa
Sono occhi quindi comunque una porta aperta
Il tempo passa lo senti da questo orologio

Mentre lavori dentro un bar, ad una pressa o in un ufficio e
E speri ancora che qualcuno sia lì fuori ad aspettarti,
Non per chiederti dei soldi, neanche per derubarti,
Non per venderti la droga e soffiarti il posto di lavoro
Ma per urlarti in faccia, che sei l’unica, sei il solo
Sei l’unica, sei il solo