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Mandare i NAS nelle scuole o sensibilizzare sugli effetti delle droghe?

scritto da admin

Il dibattito sull’opportunità o meno di inviare i Nas nelle scuole continua a imperversare sui giornali, ma cosa dicono al riguardo i diretti interessati, gli studenti? Abbiamo chiesto ad alcune ragazze del liceo di raccontarci il loro punto di vista sull’argomento.

“Sarebbe una buona idea – dice Maddalena, 17 anni, liceo scientifico – anche perché i controlli fatti fino ad ora sono stati condotti male: girava la notizia che sarebbero venuti a controllare e chi possedeva roba la faceva sparire.. avrebbe senso, invece, se l’operazione venisse fatta senza preavviso”.

Anche Elisa, 17 anni, liceo scientifico, e Carlotta, 16 anni, liceo classico, lamentano a stesso problema: “chi le usa riesce sempre a capire quando arrivano“, e alla nostra domanda su come ciò possa accadere Beatrice (17 anni, liceo scientifico), risponde: “c’è una sottospecie di mafia, riescono sempre a informarsi”.

Riguardo a ciò uno degli obiettivi principali dell’operazione Nas, sembra essere proprio quello di evitare allarmismi tra gli studenti e gli insegnanti. Ciò nonostante durante l’esperimento della scorsa settimana, quando i Nas sono effettivamente entrati nelle scuole (a Milano) per le prime ispezioni, la notizia dei blitz si è allargata rapida alle altre scuole cittadine.

Petra, 15 anni, liceo scientifico, si dice certa che l’intervento dei Nas farà diminuire lo spaccio di stupefacenti nelle scuole, ma anche che “di sicuro non lo fermerà”. Anche Daniela, 17 anni, liceo scientifico, sottolinea l’insufficienza delle operazioni di polizia, se non sono accompagnate da un impegno anche nel campo della prevenzione: “secondo me la sensibilizzazione è importante: bisogna far capire a fondo quali sono i danni connessi all’uso di droghe”.

Entra in gioco, quindi, un altro importante elemento, già caldeggiato dal ministro dell’istruzione Giuseppe Fioroni, quello della formazione sugli effetti collaterali derivanti dall’uso delle sostanze stupefacenti. Il ministro ha annunciato che “nelle prossime settimane elaboreremo ordinamenti a livello provinciale e regionale che prevedano anche l’intervento delle forze dell’ordine laddove dovesse rendersi necessario, ma anche per consigliare le istituzioni locali su come collaborare con le scuole per la prevenzione dell’uso di droghe e alcool”.

Affermazione che si accompagna a quella del ministro della salute Turco sulla necessità di “promuovere un grande studio scientifico che tenga conto degli effetti delle vecchie e delle nuove droghe, legali e illegali”. Senza dimenticare che durante il corso dell’anno sono già state intraprese altre azioni per la prevenzione, come il programma “Guadagnare in salute” ed è previsto di inserire l’educazione alla salute nelle scuole, rendendola un’attività curriculare.

E se qualcuno sostiene l’inutilità delle incursioni dei Nas sostenendo che “i Nas a scuola non servono a meno che non siano fissi, e in ogni caso gli spacciatori aspettano fuori, in genere dove sono i motorini.. difficilmente sono gli studenti a spacciare”;

Sara, 18 anni, liceo scientifico, pone l’attenzione sulla collaborazione tra scuole e forze dell’ordine come chiave per combattere lo spaccio di droga: “E’ giusto fare le ispezioni a tappeto, essendo il drogarsi un reato si cerca di evitare che venga commesso, ma la privacy degli studenti? Guardando nei loro zaini verrà tutelata? Secondo me i Nas dovrebbero andare solo nelle scuole dove hanno già segnalato la possibile presenza di spacciatori”.

 

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