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Facebook: come evitare la maleducazione virtuale!

scritto da Alice Ziveri
C’era una volta il Galateo: una serie precisa di norme e suggerimenti per mantenere sempre la buona educazione.
I tempi cambiano, e al Galateo si affianca la Netiquette, termine indicante le regole che disciplinano gli utenti di internet in vari ambiti.
Oggi siamo nell’era dei social network: Facebook, Twitter, Tumblr, Netlog… quello più popolare e più utilizzato in Italia è senza dubbio il buon vecchio Faccialibro. A parte i pochi highlander che si ostinano a non piegarsi ai rapporti telematici, ormai tutti hanno un profilo Facebook. E’ un mondo a sé stante, con un suo linguaggio e sue abitudini consolidate. E, come per tutto, ci sono una serie di regole non scritte che sarebbe bene rispettare per mantenere una pacifica convivenza virtuale; cose che fanno appello al buonsenso, ma che molti sembrano non recepire. Ecco quindi nove buoni consigli per non diventare dei disturbatori facebookiani.

Nove semplici regole


1. Cos’hai da urlare?
Tanti non l’hanno ancora capito: scrivere maiuscolo su internet equivale ad urlare. Punto. Scommetto che nessuno vuole passare per una fastidiosa e assordante scimmia urlatrice del web, quindi limitate l’utilizzo del maiuscolo a quando davvero avete qualcosa da sbraitare contro il mondo. Posso assicurarvelo: non è tanto faticoso disattivare il caps lock e riportare i toni ad un livello normale.

2. Sii espressivo
Potrà sembrare sconvolgente, ma la funzione della punteggiatura non è prettamente decorativa… quelle cosine carine a forma di pallini, righette e baffetti servono a dare un ritmo alla conversazione scritta. E no, non è un vizio da snob della scrittura: anche se siamo su Facebook e l’ambito è fra amici, informale, sarebbe di regola usarla. E’ facile fraintendere il tono con cui si sta parlando, quando non c’è voce né gestualità; e scrivere senza punti, virgole, punti esclamativi, eccetera non soltanto vi darà la stessa espressività di un robot, ma vi farà anche sembrare perennemente arrabbiati e seccati. Talmente arrabbiati e seccati da non avere neanche voglia di digitare quei tre caratteri in più. Metteteli, per il bene delle vostre relazioni… e magari aggiungete anche qualche smiley. Troppi stroppiano, ma uno ogni tanto rende inequivocabile l’intenzione e alleggerisce l’atmosfera!

3. Tag delle feste
Ognuno ha fra le proprie foto almeno uno dei seguenti: un albero di Natale, un uovo di Pasqua, un rametto di mimose, una calza della Befana, un pesce d’Aprile. Sì, grazie, gli auguri fanno sempre piacere… ma non c’è niente di peggio dei tag cumulativi su foto banali, fatti palesemente per levarsi in maniera rapida e indolore dall’impiccio degli auguri. Anche perché poi capita che alcuni si sentano in dovere di rispondere, commentando la foto con “grazie” e cuoricini vari… risultato: ogni volta che accedi a Facebook trovi centinaia notifiche da parte di gente che non hai la benchè minima idea di chi sia. Vorresti “staggarti”, ma ti senti troppo in colpa. Lo fai, ma assicurandoti di commentare chiedendo scusa, “ma mi arrivano troppe notifiche 🙂“. Errore fatale. Il tag l’hai rimosso, ma hai commentato: ergo, continueranno ad arrivarti notifiche a non finire. L’unica soluzione è staggarsi senza avvisare: e alla fine della fiera siamo noi quelli che passano per maleducati.
Risolviamo il problema alla radice abolendo questo genere di cartoline virtuali: se volete fare degli auguri di massa, scrivetelo nello stato e non comprometterete nessuno!

4. Egocentrismo Facebookiano
Se pubblicate qualcosa, scrivete uno stato, condividete un link… è sottinteso che vi piaccia. Non c’è bisogno che vi diate il “mi piace” da soli. Davvero: lo sappiamo.

5. Dico-Non Dico
E’ vero che, spesso, all’umore negativo corrisponde il bisogno di sfogarsi: ecco perchè esistono amici, familiari, psicologi, e diari segreti. Chi inonda le homepage altrui di stati da dieci righe pieni di male di vivere e prese di coscienza a cuore aperto può risultare molto snervante. A che pro? Metterai soltanto in imbarazzo chi ti conosce poco, e si trova suo malgrado a leggere confessioni intime. Sbandierate. Perchè non confidarsi privatamente con gli amici più stretti, o chi per loro? Queste urla di disperazione lanciate nella rete, in pasto a cani e porci, fanno perdere credibilità allo spleen dichiarato, e finiscono per sembrare solo dei modi di attirare l’attenzione. Tanto più se poi, dopo dieci righe di parole pesanti e lamenti strappalacrime, davanti a chi non sa trattenersi dal chiedere “Cos’è successo?” la risposta è “Niente, non ne voglio parlare…

6. Vacanze?
Un viaggio tanto atteso: avete fatto il conto alla rovescia per settimane, e finalmente arriva il fatidico giorno della partenza! “Parto! Addio Facebook, ci vediamo fra dieci giorni!“… le ultime parole famose. Venti minuti dopo, la foto della valigia all’aeroporto. Due ore dopo, la foto della valigia che arriva sul nastro. Un’ora dopo, foto della bellissima stanza d’hotel. Altre due ore, ed ecco un fantastico scatto del mare azzurro fatto da sotto l’ombrellone. Si vedono anche le punte dei vostri piedi, che carine. Dopo un’oretta ci informate che siete seduti ad un bar carinissimo sorseggiando un cocktail delizioso. E così via. In sostanza: vi state facendo una vacanza per il gusto di farla, o per il gusto di dire agli altri che siete in vacanza? E che dire del povero disgraziato che, teoricamente, è lì per stare in vostra compagnia..? Forse si sta maledicendo per non essersi portato qualcun altro! E soprattutto: quei luoghi incantati, ve li state vivendo o li state soltanto guardando nello schermo della fotocamera integrata all’iPhone?

7. Inviti
Se sei della provincia di Bergamo e nel tuo paese organizzano una favolosa festa in piazza con tutte le band studentesche del circondario, forse non è il caso di mandare l’invito a quella tua vecchia amica che abita ad Agrigento. E’ vero che l’importante è fare numero, e che “non si sa mai”, ma a meno che una della band studentesche in questione non si chiami Aerosmith, difficilmente l’amica Agrigentina parteciperà all’evento Facebook cui l’hai gentilmente invitata. Tout court: sii realistico quando crei un evento. Evita di mandare inutili notifiche a chi sai già che non sarà mai interessato.

8. Stalker del web
Essere amici su Facebook non corrisponde necessariamente ad essere amici nella vita. Più o meno ognuno di noi ha fra i suoi contatti lontane conoscenze, vecchi compagni di scuola, persone incontrate un paio di volte e poi mai più… insomma, nomi e facce note, ma non frequentazioni reali. Quindi evitiamo di commentare e cliccare “mi piace” a manetta su cose che non ci riguardano: il grottesco effetto stalker è dietro l’angolo.

9. No è no!
La richiesta d’amicizia rifiutata una volta non lascia molto all’immaginazione. Per un motivo o per un altro, non siete desiderati: non ci riprovate, vi renderete ancora meno simpatici.