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Sanremo 2019: perché aspettiamo con tanta ansia il Festival?

scritto da Claudia Lisa Moeller

Perché aspettiamo Sanremo con tanta ansia? Il Festival è uno dei pochi eventi TV ancora che uniscono: sia chi dice di non vederlo “ma giusto 10 minuti…”, sia chi è un fan sfegatato della kermesse canora più famosa della TV italica. Sanremo è forse l’unico momento italiano in cui davvero si superano le diversità politiche, ideologiche e anche culturali per guardare tutti iper-ciriticamente il Festival della canzone italiana.

Si guarda Sanremo per commentare, per criticare, per cantare, per sostenere il proprio cantante o gruppo del cuore, per vedere uno show come non si fa più. Sanremo unisce tutti davanti allo schermo e fa arrabbiare sempre tutti. Per motivi diversi.

A Sanremo si canta LIVE e non playback: si ritorna alla vecchia platea un po’ ingessata che guarda e muta ascolta, mentre sul palco la musica si espande dal vivo e senza aiutini e sostegni. Ma ha cantato davvero così male quello lì? E dai, alla fine non era male quella? Già questo divide gli animi e accende veri e propri comizi sul tema.

Poi arriviamo al contenuto di Sanremo. Sanremo ogni anno rallegra il mese di febbraio con i suoi fiori (ormai sempre più radi sul palcoscenico) con le sue canzoni che sono proprio un genere: amore, amore, amore. Nemmeno cuore, sole, amore. Sanremo è proprio un genere a sé di canzoni che nolenti o volenti tutti sappiamo e tutti amiamo cantare. Sanremo è il nostro gruilty pleasure, il nostro piacere peccaminoso per la leggerezza. Un piacere nazionale che non bada al sesso, l’età, alle idee.

Sanremo ci fa anche fare pace con uno stereotipo nazionale e internazionale. Gli italiani sono passionali e amano cantare, soprattutto d’amore. Da Mariù in giù e in su. Sanremo ci rende fieramente italiani e lasciateci cantare di amore, di vite spericolate e di maledette stagioni.

Anche se negli ultimi anni ha vinto chi ha saputo farsi volere bene dalla rete grazie a scimmie o nonnine ballerine.

Sanremo è anche sempre un momento fashion. Sport nazionale preferito: impallinare i look della bellona – valletta del Festival. Senza pietà come a palla avvelenata. E sempre nell’ambito fashion Sanremo ci ha dato Anna Oxa e noi siamo grati per questo.

E poi come non dimenticare l’animo litigarello di Sanremo. Non esiste festival senza polemiche. Anche questo ha già avuto le sue e non mancheranno altri rimproveri, dibattiti, discussioni. Sì, perché Sanremo senza la sua polemica annuale non è Sanremo. E non ci piacerebbe nemmeno un Sanremo che piace a tutti e che non ci dà modo di discutere all’infinito.

Inutile poi menzionare che chi vince Sanremo è sempre un mistero. C’è il vincitore che innalza la coppa alla fine di questa maratona tv, il vincitore della critica, il vincitore morale, il vincitore delle vendite, il vincitore alla Vasco Rossi: arrivare ultimi per fregare il sistema, il vincitore del nostro cuore, il vincitore mancato perché il televoto è truccato e così via. Sanremo è una di quelle manifestazioni in cui è difficile dire chi vince davvero e che per questo rende ancora più interessante la competizione. Chi vince è sempre mistero e sempre opinabile all’infinito. Sanremo apre serie discussioni sulle forme del buon governo e sul senso della democrazia in alcuni casi.

E poi Sanremo è come il panettone (o pandoro). Non sarebbe Natale senza il dolce tipico, ma finite le feste guai anche solo a mangiarne una fetta ancora. Così Sanremo: lo aspettiamo e dopo la nostra indigestione annuale non ne possiamo più e arrivederci all’anno prossimo.

Quindi, sì, noi tutti non vediamo l’ora che incominci questo Sanremo 2019.

E anche tu guarderai questo Sanremo 2019?