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Raya e l’ultimo drago: aria di novità in casa Disney – la recensione

scritto da Federica Marcucci
raya and the last dragon

Il 59° Classico Disney, Raya e l’ultimo drago, combina sperimentazione tecnica e nuove idee portando quell’aria di novità che ormai da tanto tempo mancava in casa Disney.

Il film, diretto da Carlos López Estrada, è disponibile dal 5 marzo in streaming su Disney+ con l’accesso VIP e sarà disponibile per tutti gli altri abbonati dal 4 giugno.

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raya e l'ultimo drago

La trama del film

Le vicende del film si svolgono nel sud est asiatico ma in un mondo epico, dove regna sovrana la magia. Nel suo lungo e avventuroso viaggio, Raya incontrerà il drago Sisu, ispirato agli spiriti d’acqua in forma di drago. Il mostro non sarà esattamente quello che Raya si aspetterà di trovare.  A quanto pare, Sisu è infatti un drago che è rimasto intrappolato nel corpo di un umano. Il suo obiettivo primario sarà dunque quello di liberarlo dalla sua condizione.

(Ri)scoperta di se stessi e degli altri: fiducia 

Una delle cose che ci ha più sorpreso di Raya e l’ultimo drago è la caratterizzazione dei personaggi. A partire ovviamente dalla protagonista della storia, Raya.

A differenza di molte altre eroine Disney Raya non è una ribelle, ma al contrario: il suo obiettivo è realizzare il sogno del padre, il quale voleva riunire i popoli del regno di Kumandra divisi secoli prima da cupidigia ed egoismo dopo la scomparsa dei draghi.

Raya è un personaggio già formato, eppure allo stesso tempo sfaccettato e complesso perché nel suo viaggio dovrà imparare ad abbattere alcuni degli schemi con cui aveva convissuto fino a quel momento, ricordando come ci si fida delle persone anche quando si è stati profondamente feriti.

Una presa di coscienza che avviene grazie al rapporto intrecciato con i numerosi personaggi che popolano la storia: a partire da Sisu, ma anche dal gruppo di estranei a cui dovrà affidarsi per salvare Kumandra e soprattutto da una sua vecchia amica-nemica Namaari.

raya e l'ultimo drago

La consapevolezza di non essere la sola ad aver perso qualcosa e che la fiducia nel prossimo può essere la chiave di volta, rende la crescita di Raya estremamente complessa e interessante se paragonata a quella di altri personaggi creati dallo studio recentemente.

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Un’eroina e il suo mondo

La riscoperta della diversità come valore e come punto di partenza per costruire delle basi comuni è quindi uno dei temi più belli di Raya e l’ultimo drago che, non a caso, emerge non solo dalla caratterizzazione dei personaggi ma anche da quella delle ambientazioni.

Le regioni del regno di Kumandra, una volta unite tra loro, sono pensate come dei micro-cosmi ognuna con delle caratteristiche diverse. Basti pensare ai colori, agli abiti dei personaggi e al loro aspetto: delle peculiarità che vengono associate insieme proprio nel gruppetto di reietti messo insieme dalla protagonista Raya.

raya and the last dragon

Sperimentazioni animate

Oltre alle sperimentazioni sul fronte delle tematiche Raya e l’ultimo drago regala anche degli interessanti momenti di animazione in stili diversi: che a tratti riprendono i tratti dei disegni tradizionali orientali o uno stile fumettistico.

Qualcosa di interessante e che non ci dispiacerebbe continuare a vedere nei film Disney in cui troppo spesso abbiamo notato un abuso di iper-realismo. Uno spirito che non è del tutto assente in Raya e l’ultimo drago, ma che è capace comunque d combinarsi a un’idea di novità.

Ed è questo quello che ci ha stupito di più: un’aria di novità. Qualcosa che non si respirava da davvero molto tempo in casa Disney.

Avete già visto Raya e l’ultimo drago?