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Tu di Davide Chiara: Intervista all’autore

scritto da admin

Sceneggiatore e autore televisivo di successo, Davide Chiara, catanese di nascita e romano di adozione, nel 2010 ha iniziato un’avventura letteraria con il suo prima romanzo Se solo mia madre sapesse, edito da Boopen Led; a due anni di distanza, è ora uscito il suo secondo romanzo, TU, questa volta facendo una scelta nuova ed interessante: il libro è scritto dal punto di vista di una donna. Abbiamo fatto quattro chiacchiere con Davide che ci ha raccontato di più del suo nuovo lavoro:

Scrittore, sceneggiatore, autore televisivo. Chi è il vero Davide Chiara?

L’insieme dei tre ruoli che mi hai dato: “uno che ama semplicemente scrivere”. Qualunque sia la forma di scrittura che ho davanti, purché c’è da raccontare una storia, per me va bene. Oddio, non fraintendermi però: è anche vero che ho iniziato come giornalista (tv, carta stampata, web) ma dopo qualche anno mi sono accorto che fosse una tecnica un po’ troppo ripetitiva per me. Sai com’è, io sono un inquieto per natura e ho bisogno di cambiare ogni 3 minuti. Così ho deciso di indirizzare la mia scrittura verso qualcosa di diverso, più imprevedibile, con tutte le difficoltà che una scelta del genere comporta.

TU – il secondo romanzo, scritto dal tuo lato femminile, è la storia di una ragazza che, giunta in prossimità dei 30 anni, è costretta a mettersi in gioco. Quanto è importante mettersi in gioco, non solo a 30 anni?

Nessuna crisi di identità, tranquilla! È che le donne sono il più grande e affascinante mistero della storia, quindi se pensavo di raccontarlo con la testa di un uomo, beh, era già bella che finita. No, io dovevo calarmi tra le emozioni di una donna, e dovevo farlo col cervello e con il cuore. Inoltre, siamo onesti, ognuno di noi possiede un suo lato femminile più o meno spiccato, ma a volte lo si rifiuta senza motivo. Ecco, io credo che invece può essere fonte di emozioni inaspettate, una tra queste – appunto – la soddisfazione che si prova nel mettersi in gioco. A 30 o 70 anni non cambia nulla. Per quanto mi riguarda non è mai troppo tardi per lasciarsi alle spalle il proprio passato e stravolgere il futuro – come direbbe la mia protagonista – un pezzo di presente alla volta. E lei, poverina, lo sa. Gliene faccio passare di tutti i colori…

 “Se non dai niente, non rischi di perdere niente. Tranne te stessa”. Cosa rischi? Per cosa, invece, non rischieresti mai?

Ma vedi, il gioco sta proprio qui. Rischiare è l’unica certezza che ci resta. Stiamo ancorati a una sicurezza che spesso non ci rende felici, ma è sicura e quindi ci sta bene. E questo succede nel lavoro, con gli amici e succede soprattutto nell’amore. Il dubbio ci spaventa, ci blocca, ma a volte potrebbe essere un’alternativa migliore di quella che abbiamo. Anzi, la mia esperienza dice che lo è sempre. Quindi: rischiamo! Male che vada si può sempre ricominciare. Non tornare indietro, ma ricominciare, che è meglio!!!

Il tuo primo romanzo – bellissimo – si intitola “Se solo mia madre sapesse”. Cosa vuoi che sappia (o non sappia) tua madre?

Quello che il protagonista non vuole ammettere a se stesso, ecco cosa non deve sapere. Il suo conflitto con la Madre, che le fa 37 telefonate al giorno ricordandogli che prima o poi deve tornare a casa, rappresenta la parte più profonda della nostra vita, le paure, i fantasmi dai quali costantemente fuggiamo. E cosa facciamo per riempire quel buco nero dentro di noi? Ci buttiamo dentro di tutto: alcol, droga, promiscuità sessuale, pur di non guardarlo dritto negli occhi. Non c’è nessun moralismo nelle mie parole, anzi. Io credo che il sesso sia una cosa bella della vita, e dobbiamo farne più che possiamo. Ma è una cosa bella, appunto, e troppo spesso invece non lo è. Troppo spesso siamo in cerca di altro, e ci raccontiamo tutto il contrario. È più facile, no?

Recentemente ti sei trasformato anche in attore. Meglio davanti o dietro la telecamera?

Dietro l’obiettivo tutta la vita!!! Adesso capisco perché pagano gli attori così tanto (li pagavano, almeno!) perché è un lavoro mentalmente e fisicamente durissimo, un massacro. Ma duro lo è tutto il Set in effetti: orari assurdi, pressioni costanti, responsabilità ai limite dell’umano. In questo film a cui fai riferimento, Endless Dark, di cui sono co-sceneggiatore, mancava un attore che facesse il criminale, e vista la mia faccia da siciliano DOC non potevo dire di no al regista! Ho rischiato la vita un paio di volte, dato che durante la scena di una rapina si è presentata davvero la polizia con armi alla mano perché convinta fosse una sparatoria vera, ma sono ancora vivo e vegeto! Però come ti dicevo: amo stare dietro la macchina da presa, e non solo a scrivere. Ah, non l’ho detto? Stiamo preparando un film per il cinema in cui sarò regista e sceneggiatore insieme a un’altra persona. Prevedo vagonate di Xanax!!!

E’ vero che la gente non legge più? La carta stampata – libri, ma anche riviste – sarà fagocitata dai tecnologicissimi iPad?

Guarda, io amo la carta stampata, e amo accerchiarmi di libri; ma c’è una cosa che amo più di tutto questo, ed è la letteratura stessa. Un buon libro lo è ovunque lo si stampi e dovunque lo si legga. Un buon libro deve saper narrare una storia, in qualunque modo riesca a farlo. Ecco perché non ho avuto alcun dubbio a pubblicare “TU” sotto forma di ebook. La gente legge un po’ meno, è vero, è lo fa nei modi più assurdi. Sono finiti i tempi in cui potevi stravaccarti sul divano e digerire mattoni di duemila pagine con descrizioni su descrizioni. La letteratura di oggi è figlia dell’audiovisivo, il lettore stesso lo è, quindi si aspetta un linguaggio asciutto più che mai, veloce, diretto. Si aspetta di poter leggere in piedi sull’autobus mentre va al lavoro, sente la radio e un tipo gli respira sul collo. Trovi sia triste come scenario? Io non lo so più. Quello che so è che il nostro dovere da scrittori è di ascoltare i nostri lettori. Magari non dobbiamo piegarci al mercato, è vero, ma non dobbiamo neppure fargli la guerra. Io con Amazon e con gli ebook Kindle ho dato a TU quella dignità che cercavo. E se dal dentista vedo una persona che legge il mio romanzo sul suo iPhone non posso fare a meno di essere soddisfatto. Sono arrivato a qualcuno altrimenti inarrivabile.

Perché dovremmo comprare i tuoi romanzi?

Mia madre dice che mi sono dimagrito e mi chiede sempre se ho i soldi per fare la spesa. Se non volete comprarli per me, fatelo almeno per quella povera donna!!!

TU, il secondo romanzo di Davide Chiara, lo potete scaricare in versione ebook direttamente dal suo sito ufficiale!