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Tiziano Ferro parla d’amore a Vanity Fair

scritto da Alice Ziveri

Appena tornato sotto le luci della ribalta un album intitolato L’amore è una cosa semplice, Tiziano Ferro si addentra proprio in questo argomento con Vanity Fair. Facendo una rivelazione: “Ho un fidanzato. E sono felice”.

Il cantante confessa che i primi mesi dopo il coming out sono stati strani, entusiasmanti ma anche pieni di confusione: la voglia di scoprire, di aprirsi, di frequentare persone veniva spesso ripagata con incontri singolari e situazioni improbabili, che se da una parte facevano ridere, dall’altra lo deprimevano e gli facevano un po’ perdere le speranze.
Poi, come nelle migliori storie, proprio nel momento in cui aveva desistito definitivamente qualcosa è cambiato. Qualcuno è arrivato.

«Faccio un po’ fatica a parlarne perché non mi conosco da questo punto di vista».

In che senso?

«Non ho mai parlato d’amore. Tanto meno in italiano. Ma me la sto cavando piuttosto bene. Quando ti scopri persona che ama in età adulta, ti manca tutta l’esperienza che gli altri si creano nel tempo: la casistica del bigliettino, della ricorrenza, della condivisione. Ci vuole tanta pazienza, anche da parte dell’altro. Tra i miei timori c’era quello di dover sacrificare tante vittime prima di sentirmi disposto a consegnarmi».

Da quanto state insieme?

«Dallo scorso Natale. Ho sempre pensato di essere nato per vivere in una relazione stabile, ma non lo avevo mai sperimentato. Mi conforta vedere che l’idea che avevo di me era giusta, e mi piace quello che sto scoprendo di me stesso, lati che finora avevo solo potuto intuire. Sono un romantico, ho sempre sognato l’amore: se mi fossi scoperto insofferente, sarebbe stata una delusione. In tutti questi anni mi ero abituato all’isolamento, alla totale indipendenza. Questa esperienza mi sta mettendo a  confronto con limiti che pensavo invalicabili. A partire da cose spicciole, come il disordine, il bucato, la condivisione degli spazi. Per me è tutto nuovo. Ma se trovi qualcuno abbastanza intelligente e innamorato da capire che sei fatto in un certo modo, non c’è neppure bisogno di scontrarsi».

Lui ha una storia simile alla sua?

«Più o meno, sì. Se hai pagato le conseguenze delle disfunzioni del tuo cuore, rispettare i limiti degli altri è più facile».

Ha intenzione di fare il nome di questa persona?

«No. L’unico lato che subisco del mio lavoro è l’esposizione pubblica. Non dico che mi dia fastidio, ma nemmeno mi piace. Fa parte del pacchetto e io non sono il tipo che ama lamentarsi, però non potrei chiedere a un’altra persona di sottoporsi allo stesso scrutinio. Oltretutto a uno che non ha nessuna intenzione di vivere sotto i riflettori».

Il problema è che o si nasconde o – prima o poi – la scopriranno.

«Non vivo nel panico. Non voglio crearmi problemi che non ci sono ancora. Quello che succederà succederà. Sto vivendo una fase molto bella della mia vita, e sono felice. Molto, molto felice».