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Sanremo 2019 terza serata: commento e recensione!

scritto da Claudia Lisa Moeller

Anche questa terza puntata del Festival di Sanremo 2019 parte con Claudio Baglioni cantante. Un po’ sfacciatamente ci intona un altro suo successo circondato da kilt scozzesi e ballerini acrobatici. Segue una battuta sulla Brexit, che Baglioni finge di non capire, ma chissà se la domanda: “Ma perché non sono nato là (ovvero UK)?” non sia una frecciatina mal celata. Un messaggio politico scomodo che Baglioni da vera Sfinge propone e mai esplicita.

Anche la questione migranti riappare di tanto in tanto nel Festival di Sanremo 2019. Baglioni tace, allude, semmai sono gli altri a esplicitare i messaggi arcani e provocazioni.

Questa puntata ci rivela l’essenza di Claudio Baglioni. Con il collega romano Antonello Venditti non abbiamo due artisti italiani in televisione, ma a momenti due amici al bar. Commentano apertamente i segreti tecnici della TV (“siamo qui e non sul palco perché lavorano per mettere a posto!” commenta uno dei due), si raccontano aneddoti non richiesti e mille volte ripetuti, si fanno tra loro battute incomprensibili ad altri. 

Proprio questa forza è a suo modo un lato da premiare, ma anche una debolezza. Una conduzione che aiutasse e valorizzasse il cantante sarebbe stato di grande aiuto ad un Festival che sta mettendo la musica sotto i riflettori, ma la musica degli amici (adesso) di Claudio Baglioni e Claudio Baglioni interprete della meglio (o peggiore, a seconda) musica italiana.

Sulla comicità ormai lascio perdere. Sono evidentemente io il problema. Non era emozionante e nemmeno divertente la gag del disco rotto, tra l’altro è la performance che la Raffaele propone da ANNI ovunque. La prima volta che l’abbiamo vista in TV era nel 2009 – 2010 a “Victor Victoria”. Se è divertente una gag riproposta da oltre 9 anni, i casi sono due: o la gag è geniale o il comico in questione un po’ pigro nel suo repertorio. Se davvero la Raffaele è il talento che molti aspettavano per ridere a crepapelle, chiedo io: qualcuno ride ancora davanti a questa gag riproposta ormai da anni? Comunque il numero è stato già presentato nel 2015 a Sanremo.

Unico momento di nota è la “vendetta” di una delle imitazioni della Raffaele: Ornella Vanoni compare sul palco e affronta la imitatrice. La Vanoni si lamenta di un’imitazione, che non le ha mai fatto molto onore (“mi hai dipinta come una maniaca sessuale, rimbambita, pazza”), e l’altra poco ha da replicare, quasi indietreggia dalla verve della signora. Incredibile ma vero, ma qualcuno avrebbe dovuto prendere nota della critica di Belen (anche lei imitata dalla comica): “Se un personaggio ti ha portato al successo lo devi anche rispettare ”. Parole sante.

Ad ottant’anni vorremmo vedere, comunque, la Raffaele in che stato sarà e cosa farà. La Vanoni con profonda scollatura e capelli arancioni e schietta è la migliore riprova che c’è chi ha l’onore di essere imitata e chi imita. E ancora nel 2019 viene al Festival come gran ospite.

Segue pochi secondi dopo la sublime Patty Pravo che saluta la Vanoni e le due signore anarchiche mettono nell’angolo l’imitatrice conduttrice che non sa gestire le due pestifere signore. E Vanoni ancora precisa che lei è lì a gratis. RAI pagate la Vanoni e Patty Pravo un road trip. Subito! Si chiuderà il siparietto con Patty Pravo accompagnata da Briga, bad boy dei talent ora paziente accompagnatore.

La magia di Sanremo è spenta. Se Sanremo è il Natale della TV italiana, il momento della festa e delle grande cerimonie, questo è stato un Natale senza albero, i regali sono solo voucher da € 5 presi alla cassa e si mangia una scatoletta di tonno e pasta un po’ molle. Sanremo 2019 non è nemmeno un sogno postmoderno, brechtiano, minimalista. Sanremo 2019 è semplicemente stanco: sia nella durata delle singole puntate, sia nella durata complessiva di cinque giorni. Forse ci sarebbe bisogno di un più profondo restyling.

Anche questa terza puntata non parte mai. Le esibizioni dei cantanti sono intervalli, come le pubblicità. Di tanto in tanto lo show su Baglioni si ferma e sentiamo o canzoni in gara o pubblicità di prosciutti, creme di nocciole e poltrone.

Infine gli ospiti vengono a Sanremo sempre per motivi puramente commerciali. E se agli stranieri avremmo perdonato di non sapere che cosa fosse Sanremo (peggio per loro!), agli italiani meno. Dove è finito l’onore di andare al Festival? Dove è finita l’emozione e l’orgoglio di calcare il palco di Modugno e Mia Martini? Gli ospiti italiani ormai sono all’Ariston perché hanno un cd, concerto, libro, figlio da promuovere. Ci fa anche un po’ specie che un Tozzi (da 80 milioni di dischi venduti) sia alla stregua di un Rovazzi sia per carriera, sia per copie venduti o singoli scaricati. La reazione del pubblico è chiara in merito.

Sanremo 2019 testimonia ogni secondo questa mancanza di emozione, esagerazione, sogno. Perfino Mia Martini viene ricordata perché la RAI ha pronta una fiction sulla cantante. Meno male almeno che le eterne glorie Patty Pravo e Ornella Vanoni distruggono gli schemi, le presentazioni noiose e si prendono un palco che le vorrebbe parentesi dello show.

E tu cosa ne pensi di Sanremo 2019 e della sua terza serata?