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I Power Francers “swaggano” il loro primo album: “Una sensazione bellissima!”

scritto da Alice Ziveri

Dopo essere diventati gli idoli dei ragazzi ed averci fatto ballare e divertire tutta l’estate con le loro hit Pompo nella casse, Mamma e Issima, i Power Francers sono pronti a lanciare il loro primo album. Si chiama come loro, Power Francers, ed è uscito proprio ieri, 25 Settembre 2012.
Forse un nome poco creativo per un gruppo così sgargiante e ironico ma, come ci hanno spiegato, “Fino ad adesso c’è stata molta confusione nel nostro progetto: ci sono pezzi dove cantiamo tutti, altri dove canta solo Katerfrancers o solo noi due. A volte capitava che chiamassero noi due Katerfrancers. Il motivo prncipale per cui abbiamo deciso di intitolare il disco Power Francers è proprio chiarire chi siamo e che siamo sempre in tre.”
Per chi ancora non lo sapesse, i tre sono Pacchiani, Goldentrash e Katerfrancers: si sono conosciuti alle scuole medie nel loro piccolo paese in provincia di Chieti, e la comune passione per l’hip hop (oltre che un’iniziale cotta di Katerfrancers per Goldentrash) li ha uniti immediatamente.
I due ragazzi avevano già un loro progetto musicale, e la voce femminile era proprio quello che mancava.
Un giorno, semplicemente giocando con i ritmi di alcuni esperimenti rap registrati nel loro garage, è nata Pompo nelle casse, “senza nessuna nozione di elettronica e nessun intento. A caso, praticamente. E continuiamo così!”

E adesso cosa si prova a vedere il primo disco pubblicato?
“E’ una bellissima sensazione. Il primo disco ufficiale, in tre. Vederlo fisicamente è molto emozionante. Anche perchè non c’è stata nessuna imposizione da parte di produttori e discografici, è esattamente quello che volevamo fare noi. Anche per questo ne siamo molto fieri.”

Vostra anche l’idea di fare due dischi (uno con le canzone originali, il secondo con i remix di tutte tranne che Pompo nelle casse)?
“Sì. Il primo disco è tutto original, c’è solo una collaborazione, da noi fortemente voluta: quella con Dargen D’Amico. Nel secondo invece abbiamo cercato di tirare dentro più amici possibili.”

I vostri pezzi preferiti?
G: “Da Grande”
K: “Colory”
P: “Ho voglia”
G: “Stranamenta, anche le più melodiche e le tre più diverse. Per fortuna non abbiamo fatto un disco a senso unico, ci sono diverse sfaccettature: elettronica, latina, drum’n’bass, dubstep…. un po’ di tutto, non ci si annoia a sentirlo!”

E le vostre – ormai famosissime – mamme?
K: “Se apro il telefono ho un miliardo di messaggi di mia madre che mi dice Uh, è uscito il disco. Sono andata a prendere il disco. Guarda la foto di papà con il disco! Guarda la foto di me che pubblico la foto di papà con il disco! … sì, i familiari sono i nostri primi supporter.”

Com’è stato esibirsi ai TRL Awards?
K: “Il dietro le quinte era un bellissimo ambiente, pieno di amici: Emis Killa, Fedez, Club Dogo. L’aria era serena, baci, abbracci… ma noi avevamo un evento! L’effetto è stato bellissimo, anche perchè abbiamo avuto l’opportunità di esibirci con un gruppo di ballerini. Ma quando siamo saliti sul palco, davanti a tutta quella gente… eravamo a bocca completamente asciutta! Ma è stato fantastico sentire la gente che cantava con noi, anzi, ancora prima di noi.”

Parlando in internet, che per voi sembra fondamentale: qual è il vostro social preferito?
K: “Io amo Instagram!”
G: “Tu lo usi come specchio!”

Hai anche un blog di moda, infatti.
K: “Sì, all’inizio ero un po’ indecisa su che strada prendere, perchè avevo paura di risultare vanitosa o egocentrica. Però ho capito che alle ragazzine piace leggere quello che faccio. Così di volta in volta posto quello che indosso a questo o quell’evento, o faccio resoconti dell’ultimo periodo. E’ impegnativo ma è una bella passione.”

Fra l’altro avete anche dedicato una canzone (Stile) al vostro aspetto “fashion”!
“Facciamo una vita nella quale l’estetica è fondante. Noi siamo così sempre, con questo stile, è una cosa che ci appassiona: non è che scesi dal palco ci mettiamo in tuta e basta, altrimenti sarebbe tutto molto costruito. Andiamo anche a leggere riviste, siti, per sapere cosa indossavano i vari personaggi ai vari eventi..”
G: “Io passo da Zara e riferisco poi a lei se c’è qualcosa di nuovo, animalier, borchie, camo…”

Espertissimo! E lo swag, invece?
Swag è partito da Souljaboy, un rapper americano che diceva “pretty boy swag”, ovvero “stiloso”. Poi è diventato una specie di atteggiamento, e tutti a dire swag di qua, swag di là, io swaggo… un po’ esagerato, insomma. E noi allora abbiamo preso la parola e l’abbiamo completamente decontestualizzata, l’abbiamo usata come un verbo sostitutivo di qualsiasi cosa, a sproposito. Oggi swagghiamo a Milano. Adesso swagghiamo le interviste. Come i puffi quando dicono puffare!”

E’ vero che volevate essere dei supereroi?
“Sì sì, ancora ci proviamo. Innanzitutto dovremmo sapere volare: un supereroe che non vola è già out. Però senza mantello, che dà fastidio e basta. I nomi, invece, li abbiamo già!”