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Perché siamo grati ad Ariana Grande per il Dangerous Woman World Tour

scritto da Alberto Muraro
ariana grande

Di concerti nella mia vita ne avrò visti a decine, anzi forse supero persino il centinaio. Eppure, in occasione del One Love Manchester, il gigantesco live benefico organizzato da Ariana Grande alla luce dell’attacco a Manchester, per la prima volta mi sono commosso, scoppiando letteralmente in lacrime come un bambino a cui è stato rubato il gelato.

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Ariana è riuscita in un’impresa straordinaria, non arrendersi di fronte alla paura. Nemmeno i ruvidi rocker che compongono gli Eagles of Death Metal, la band che era sul palco del teatro Bataclan la sera dell’attentato dell’ISIS, erano stati in grado di portare a termine la loro tournée. L’artista di Boca Raton, evidentemente, è fatta di tutt’altra pasta.

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Il Dangerous Woman World Tour, conclusosi lo scorso 21 settembre all’Asia-World Arena di Hong Kong, è stata l’ennesima dimostrazione non soltanto del talento di Ariana Grande, ma anche e soprattutto del suo coraggio e della sua capacità di rimettersi in gioco, anche di fronte alla sfida più difficile.

Certo, sul palco del concerto evento di Manchester, Ariana appariva piccola piccola, a tratti un po’ stranita da quel pubblico così caloroso ed eterogeneo al quale, forse, ancora non era abituata. Eppure, l’artista si è dimostrata essere una maestra di cerimonie magistrale, ricevendo una quantità di consensi tale da trovare la forza di andare avanti tornando a farci visita in ben due occasioni (noi di Ginger eravamo alla tappa di Torino, ecco com’era andata) e di completare il suo percorso, lo doveva ai suoi fedelissimi fan.

Prima dei tragici eventi di Manchester, ammetto, conoscevo la discografia di Ariana Grande per sommi capi e, anche se l’ho sempre apprezzata, non mi ero mai reso effettivamente conto di quale fosse il suo reale talento, la sua carica positiva e il suo stile, che ho scoperto con piacere avere molte più influenze r&b di quanto credessi. L’esperienza dal vivo a One Love Manchester, in questo senso, è stata illuminante e a tratti oserei dire stupefacente, ma immagino che per voi non sia difficile credermi (cliccate qui per il mio reportage).

Se sono grato e se siamo tutti quanti grati ad Ariana Grande è per averci permesso di poter credere che siamo esseri umani facili da piegare ma impossibili da spezzare. Se sono e se siamo grati ad Ariana Grande è perché ci ha permesso, anche soltanto per una notte, di essere quello che volevamo essere senza filtri (nel mio caso specifico, ha giustificato il mio pianto disperato sulle note di Fix You dei Coldplay), di liberarci delle nostre insicurezze e di condividere con lei e con migliaia di altre persone canzoni pop di altissimo livello, interpretate magistralmente.

Se siamo grati ad Ariana è anche e soprattutto per aver messo la musica di fronte alla paura, una battaglia ad armi impari solo in apparenza, perchè di fronte ad una vera Dangerous Woman non c’è arma, nemmeno psicologica, che possa avere la meglio.

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Siete stati anche voi al Dangerous Woman di Ariana Grande?