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Lana Del Rey al Glastonbury: il video dell’esibizione

scritto da Francesca Parravicini

Il Glastonbury è uno di quegli eventi che occupa il paradiso mentale di qualunque musicista. Il “festival” per eccellenza, è un concentrato di rock (con qualche concessione pop), spensieratezza, corone di fiori, tanto tanto tantissimo fango e un esercito di stivali di gomma (se conoscete il clima britannico, saprete benissimo che la pioggia e i continui cambiamenti climatici sono assolutamente normali).
Quest’anno il festival ha ospitato una delle nostre beniamine: Lana Del Rey.
La chanteuse più vintage che ci sia ha avuto l’arduo compito di tenere il Pyramid Stage (il palco più grande) nel pomeriggio di sabato 28.
Il risultato: un nì. Vi spieghiamo perchè.

Iniziamo dal set: devo dire che sono rimasta un filo delusa dalla scelta delle canzoni. Le uniche canzoni di Ultraviolence, il nuovo album appena uscito, erano appunto la traccia omonima e West Coast. Per il resto pezzi tratti da Born To Die, con gli immancabili Videogames e Blue Jeans, dalla Paradise Edition, con pezzi come Ride e Cola e infine l’immancabile Young and Beautiful tratta dalla colonna sonora del Il Grande Gatsby.
Lo stile da stage di Lana è molto semplice. Generalmente predilige mini-dress o la combo t-shirt e short. In questo caso si è buttata su un abitino a stampa cocomerosa-anguriosa (seriamente guardatelo), abbinato a ballerine super-flat e maxi-orecchini a cerchio. Era decisamente radiosa.
Purtroppo la sua presenza non è stata altrettanto radiosa. Lana è sicuramente migliorata rispetto ai primi live. Non è mai stata incapace di cantare come  molti ancora sostengono (beccatevi questo vecchissimissimo live, quando non era ancora famosa), ma certamente il nervosismo e l’insicurezza non l’hanno ancora abbandonata. Lei stessa ha ammesso di avere questo tipo di problemi. Durante il live è apparsa vocalmente più sicura ma non del tutto padrona del palco. In certi momenti sembrava quasi che non sappesse cosa fare pur di non stare ferma (poor Lana).
Deve ancora lavorare sull’ansia oppure (e secondo me è la cosa più giusta) scegliere location più piccole.
Lo stile cinematico, sofisticato di Lana funziona meglio in ambienti più intimi, dove si può apprezzarlo appieno. Non penso che sia del tutto adatto a una gigantesca folla urlante.
Vedremo come gestirà i live dell’imminente era Ultraviolence. Noi le auguriamo tanto successo.

Guarda il set di Lana Del Rey al Glastonbury 2014!