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Joker: capolavoro cinecomic o film sopravvalutato?

scritto da Federica Marcucci
joker

Dopo aver vinto il Leone d’Oro allo scorso festival di Venezia, Joker è riuscito a guadagnarsi un posto posto riservato nei tabloid e nei pensieri degli appassionati di cinema (e cinecomic) di mezzo mondo. Dai blocchi di polizia fuori dai cinema USA, alle conseguenti accuse di violenza, fino a chi non ci pensa due volte a inneggiare al capolavoro chiamando l’Oscar, per certi versi Joker è il film dell’anno. O uno dei film dell’anno.

Ma a questo punto la domanda sorge spontanea: capolavoro o film sopravvalutato?

Noi Joker l’abbiamo visto e, date le innumerevoli opinioni in merito, non ci limiteremo a darvi la nostra. Per questo film abbiamo pensato di andare un po’ oltre la solita recensione, sviscerando il film in alcuni dei suoi aspetti essenziali.

Nel caso in cui non abbiate ancora visto Joker fermatevi: da ora in poi tutto quello che leggerete è spoiler.

Se avete visto il film sapete perfettamente di cosa stiamo parlando. Anni ’80, Gotham City. Arthur Fleck è un aspirante stand-up comedian che soffre di disturbi psichici. In preda a visioni, ossessioni e vessato dalla società, l’uomo affonderà sempre più nel suo baratro personale accettando la malattia come parte di se e accettando così Joker.

Joker: ecco il final trailer del film con Joaquin Phoenix

I pro del film: 

Quello che Joker ha da offrire allo spettatore, dall’appassionato dell’universo DC al cinefilo, è sicuramente una messa in scena grandiosa in cui spicca il talento di Joaquin Phoenix. In questo senso il film fornisce una prospettiva inedita sull’origine del Joker, inquadrando il villain per eccellenza come un uomo di base infelice, insicuro e sofferente per i suoi disturbi mentali.

Un ritratto molto diverso dal folle “punto e basta” che avevamo visto finora sullo schermo: da Jack Nicholson a Jared Leto, passando per Heath Leadger. Se la Warner sceglierà di dare un seguito a questa storia faranno sicuramente capolino prospettive interessanti e, per quanto riguarda il cinecomic, inedite.

È innegabile dire dunque che Joker non rappresenti una novità nel mondo dei cinecomic. Ma guardando il film da una prospettiva più ampia non possiamo dire lo stesso.

I contro del film:

Sebbene il regista Todd Philips abbia dichiarato apertamente di essersi ispirato a classici di Martin Scorsese (tra tutti Taxi Driver e Re per una notte), anche se in generale le citazioni si sprecano, Joker soffre secondo noi di un eccessivo citazionismo.

In che senso?

Il punto debole di questo film è per certi versi la sua forza. La discesa nel baratro della follia di Arthur/Joker forse è inedita per i cinecomic, ma non per altri generi in cui questa evoluzione del personaggio è tipica (basti pensare a un certo cinema americano degli anni ’70, lo stesso a cui si è rifatto il regista). Da ciò derivano mancanze a livello di sviluppo del personaggio, secondo noi.

Joker di base non è un folle, non vorrebbe nemmeno esserlo. La sua discesa nel baratro solo alla fine corrisponde alla follia, ma è chiaro che si tratta della conseguenza della sua malattia mentale – dettaglio che non viene approfondito come dovrebbe. Ciò fa di lui un antieroe sì, ma un antieroe passivo che non fa poi così tanto per cambiare la sua situazione (anche dopo la chiusura dei servizi sociali).

Ne deriva che il suo breakdown finale è giustificato, ma fino a un certo punto, poiché non c’è un momento forte che lo causa.
Questo secondo noi perché il sottotesto narrativo legato a Batman (stiamo parlando di Joker, dopotutto!) è troppo, troppo accennato. L’idea che Arthur possa essere o non essere il figlio illegittimo di Thomas Wayne, dunque fratellastro di Bruce, era un’idea geniale che meritava di essere sviluppata di più, magari innestando nel protagonista un risentimento vero che, in questo film, si avverte ma non troppo. I sentimenti di Arthur a riguardo sono confusi.

Un altro momento da tenere in considerazione è quello riguardante il personaggio di Robert De Niro, il primo, suo malgrado, a chiamare Arthur “Joker”. De Niro, che qui cita se stesso in Re per una notte, ha un atteggiamento tra il sarcastico e il provocatorio nei confronti di Arthur, ma le sue intenzioni non sono cattive. O meglio non lo sono abbastanza da giustificare il gesto del futuro Joker.

In questo senso il film soffre moltissimo della mancanza di un antagonista, una controparte che contribuisca alla presa di coscienza di Joker che – in questo modo, sembra essere inevitabile ma allo stesso tempo casuale. Egli stesso rifiuta le manifestazioni a cui ha dato vita e non vuole innalzarsi a simbolo. La malattia ha fatto il suo corso e la follia ha avuto la meglio.

In conclusione

A prescindere dalle opinioni soggettive c’è molto da dire su Joker, solo per il fatto che stia facendo così tanto parlare di se. Se diventerà un capolavoro lo scopriremo probabilmente da vent’anni o più, nel frattempo siamo felici perché sta riportando nelle sale spettatori giovanissimi – e non, dando loro la possibilità di avvicinarsi, attraverso le tante citazioni, un cinema che merita di essere conosciuto.

Avete già visto Joker? Voi che cosa ne pensate?