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Emma Watson si confida e parla delle sue paure su Madame Figaro

scritto da Federica Marcucci

Uno stile acqua e sapone per una giovane attrice che oltre ad essere bella si sta dimostrando sempre più carismatica, dentro e fuori dallo schermo. Stiamo parlando della nostra Emma Watson, ovviamente! In copertina sulla rivista francese Madame Figaro (le foto sono di Kerry Hallihan), Emma Watson ha rilasciato un’intervista in cui parla del suo ultimo film, Regression, ma anche del suo lavoro e della scoperta di se stessa, del suo impegno a livello umanitario e di moda. Una ragazza diventata attrice per caso che sa gestire la sua immagine portando sempre un esempio positivo.

Sono diventata famosa all’improvviso, a nove anni, praticamente dal giorno alla notte. Non ho avuto il tempo di rendermi conto che cosa mi era successo. Una volta diventata adulta, ho dubitato. Ho avuto bisogno di decidere coscientemente se volevo rimanere attrice, assicurarmi che tutto questo non era solo un semplice incidente capitato per caso. Quest’idea mi terrificava”, confessa Emma che, qualche anno fa si prese una pausa dal cinema dedicandosi all’università. Non le dispiace che la gente continui ad associarla ad Hermione, dopotutto, come lei stessa dice, “Nessun altro ruolo nella mia carriera mi porterà un tale successo, ho avuto un’occasione incredibile. Ed è anche poco probabile che nel futuro reciterò di nuovo in una saga di otto film. In effetti, sono molto fiera di quel personaggio, l’ho idealizzato ancor prima di interpretarlo. Sono cresciuta con lei, Hermione fa parte di me”. Ma allo stesso tempo Emma si rivela un’attrice con una grande voglia di sperimentare, passando da un ruolo (quello di Belle) in un film musical, a un altro (quello di Regression) in un thriller psicologico, con estrema facilità.

Emma Watson Colonia 3

Una giovane donna che non vuole mai dare tutto per scontato e che non vuole perdere il legame con la realtà, di cui red carpet e abiti griffati non fanno assolutamente parte. Ambasciatrice ONU Donne e fondatrice della campagna HeforShe, per Emma la gender equality è un obiettivo primario da raggiungere nella nostra società. Un impegno che l’ha portata ad essere, secondo la rivista Time, tra le 100 persone più influenti al giorno d’oggi. Una grande responsabilità, soprattutto nei confronti delle nuove generazioni, “Spesso ho avuto paura di impegnarmi su certi argomenti perché so che, al minimo passo falso, non mi si farà alcuno sconto. Ma non voglio che la paura di fallire m’impedisca di fare quello che mi sta a cuore. Non sono LA voce di una generazione, ma una tra le altre… E più saremo numerosi e meglio sarà! Quel che è certo, è che c’è stato un prima e un dopo il mio discorso all’ONU per la campagna HeForShe. Non sono più la stessa. Questo ha dato uno scopo, un senso alla mia vita”, confessa Emma.

E la moda? Emma Watson ha una sua chiara visione delle cose: “Ho sempre adorato la moda, ma quest’ambiente, come quello del cinema, veicola molti messaggi sessisti e discriminanti contro i quali bisogna lottare.” Quindi uno stile “classico, piuttosto sobrio, ma cerco sempre di aggiungere un tocco di modernità”, per un modo di vestire che rispecchi i suoi ideali di eticità. “Quelli che si impegnano in una moda etica e responsabile con la Green Carpet Challenge. Quando mi vesto per un evento, posto su Instagram i miei look e indico la loro provenienza. E’ importante sapere da dove viene quello che indossiamo, come e da chi è stato concepito. Adoro Alberta Ferretti, con cui ho creato una capsule collection ecologica nel 2011, Stella McCartney, Erdem, Tome o Wes Gordon. E le case con un savoir-fare made in Francia come Dior, Givenchy, Maison Michel…”

Che cosa ne pensate dell’intervista di Madame Figaro a Emma Watson?