GingerGeneration.it

Boy Erased: la recensione del commovente film con Troye Sivan

scritto da Alberto Muraro

“Mamma, papà, sono gay”. Quanti genitori hanno temuto di sentirsi dire queste parole dal proprio figlio o figlia, almeno una volta? Non perché ci sia qualcosa di male, sia ben chiaro. Ma per il peso e le conseguenze che certe frasi, apparentemente semplici, possono avere sugli equilibri di una famiglia “normale”. Questo è il tema al centro di Boy Erased, il magnifico film diretto da Joel Edgerton ispirato alla vera storia del giornalista Garrad Conley.

boy erased

La pellicola racconta la storia di Jared Eamons, figlio di un pastore battista dell’Arkansas, che nel fiore dei suoi anni scopre di essere attratto dal suo stesso sesso. Dopo un faticoso coming out con la sua famiglia, il ragazzo verrà spedito in un centro di recupero e correzione per omosessuali dove, grazie alla preghiera, si troverà costretto a rimettere in gioco sé stesso.

Boy Erased (che vede la partecipazione di Troye Sivan) è un film straordinario ed estremamente commovente che, contrariamente ad altri, fugge dai cliché e sfrutta la tematica LGBT come semplice spunto. Perché dietro Boy Erased c’è molto di più dell’ammissione di una sessualità: il film è infatti anche e soprattutto il racconto delicato del sempre diffcile rapporto fra un figlio e i suoi genitori.

troye

Il regista Joel Edgerton ha fatto un lavoro stupendo, in questo senso, perché è riuscito a sviluppare la storia da tanti piccoli dettagli impossibili da non notare. Boy Erased è un film fatto di sguardi, di movimenti delle mani, distantissimo dai drammi a cui il cinema ci ha sempre abituati.

Ecco perché l’incomprensione alla base del rapporto fra Jared e la madre (Nicole Kidman) si gioca tutta su parole non dette e occhi lucidi carichi di lacrime che non riescono o non vogliono cadere. O ancora, i perché tormenti sessuali del giovane protagonista si scatenano furiosi su un manifesto pubblicitario dove scorrono, per ironia della sorte, foto di modelli e modelle.

E poi c’è l’approccio, quasi da thriller, con il quale il regista è riuscito ad esprimere il senso di chiusura e angoscia del centro dove viene rinchiuso il protagonista. Con poche semplici immagini, parole e scelte di regia, Boy Erased esprime il senso di chiusura e di angoscia vissuto dai malcapitati inquilini del centro, dove neanche a dirlo non tutto funziona come dovrebbe. Come si dice, “se solo Dio sapesse”.

 

Che cosa ne pensate di Boy Erased? Avete già visto questo film?