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Addio a Ottavio Missoni, patrono del colore e del made in Italy

scritto da Francesca Parravicini

Se ne è andato in silenzio, senza rumore, il mago dei colori: tra l’8 e il 9 maggio Ottavio Missoni, fondatore insieme alla moglie Rosita della griffe Missoni, si è spento nella sua casa a Sumirago. Una perdita incolmabile. Dire che Ottavio ha fatto tanto per la moda italiana è veramente poco.
Una vita la sua all’insegna del dinamismo: inizia come atleta (ha partecipato anche alle Olimpiadi) finisce come designer, e che designer. Uno stile rivoluzionario quello di Missoni, che ha fatto della maglia materiale imprescindibile e delle righe un marchio di fabbrica. Motivi geometrici che sembrano opere d’arte, dipinti su stoffa che prendono vita e si animano. Una moda rivoluzionaria come il suo creatore, anticonformista, auto-ironico, assolutamente estraneo a certi snobismi del mondo della moda: “per vestirsi male non serve seguire la moda, ma aiuta” e “non mi chiedere di moda, non me ne intendo, e nemmeno dei miei colleghi, non li conosco bene, li saluto e basta”, in due frasi un personaggio iconico, fuori da ogni schema.
Un genio gentile, sempre in cardigan, patriarca di una grande famiglia anomala, ritratta in tante campagne pubblicitarie nella propria quotidianità assolutamente normale, assolutamente speciale. Grazie di tutto.

Vi lasciamo con un breve trailer tratto dal documentario Missoni Swing – i fili di Tai e Rosita, presentato al Bari Internation Film Festival, che in brevissimo riesce a condensare l’essenza di un mito fatto di creatività e sperimentazione, attraverso un’infinità di righe: “ma pensa te con le righe quante cose puoi fare con l’infinità di colori che ci sono”.

 

Credit foto: twitter