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Camila Cabello – CAMILA: la recensione di GingerGeneration.it!

scritto da Alberto Muraro

Camila Cabello ci ha un po’ illusi. Siamo sinceri. È bastato un giro di piano sensuale a farci pensare che il suo disco d’esordio, intitolato semplicemente Camila e uscito il 12 gennaio, sarebbe stato un prodotto dal sapore latino. In realtà, l’album è come il suo sangue, originario di Cuba, ma non certo rivoluzionario come il suo ex leader Fidel Castro.

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Epppure, nonostante le aspettative molto alte, bisogna dire Camila ci ha comunque stupito. Il suo primo vero passo solista fuori da quelle Fifth Harmony in cui si sentiva ormai stretta, è un signor disco pop nonché il miglior modo possibile di dare il via ad un percorso in solitaria.

Non sembra ci sia davvero niente fuoriposto in CAMILA. L’artista, che ha una presenza scenica invidiabile e un talento vocale altrettanto valido, si è costruita addosso il vestito perfetto, un pop mescolato di soul e di influenze etniche (molto blande, appunto) che la trasformeranno nella nuova icona della musica mondiale del 2018. Garantito.

Tralasciando la straordinaria e particolare Havana, omaggio alla città che le ha dato i natali, Camila ha inseriro nell’album tutto quello che ci saremmo potuti aspettare da un disco di un’ex componente di una girl band. In Camila troviamo la ballata romantica (Consequences, Something’s gotta give), l’uptempo con le percussioni electro (stiamo parlando della notevole Never be the same, il secondo singolo), il lento con il giro di chitarra sincopato (All these years, Real Friends). Insomma, ogni elemento bilancia l’altro, per accontentare tutti e non deludere nessuno.

Il problema, se così vogliamo chiamarlo, è che Camila aveva in mano un potenziale grandissimo che non sembra però aver sfruttato al 100%. Eccezion fatta per il primo pazzesco singolo e Inside Out, che ripesca i ritmi del tropical pop, non c’è davvero molto altro che ci rimanga del sangue latino di Camila. Non che questo sia un male, è infatti possibile che Camila abbia in realtà in mente un futuro più urban. ma un pizzico di world music in più avrebbe dato al disco quell’originalità della quale sentiamo la mancanza. A quanto sembrerebbe, insomma, per poter assistere all’ascesa di una nuova Gloria Estefan (o Jennifer Lopez, se preferite) bisognerà aspettare ancora un po’.

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Che ne pensate di CAMILA, il primo album di Camila Cabello?