GingerGeneration.it

Ultimo: “Colpa delle favole nasce dal mio senso di fragilità. Mahmood non l’ho sentito, ma gli auguro il meglio” | INTERVISTA

scritto da Alberto Muraro
ultimo-intervista

Esce quest’oggi nei negozi e online Colpa delle favole, il terzo album di Niccolò Moriconi in arte Ultimo. L’artista romano torna così ad un annetto di distanza dal fortunatissimo Peter Pan, progetto che gli ha permesso di spiccare definitivamente il volo nel firmamento dei più apprezzati cantautori italiani.

Leggi QUI la recensione di Colpa delle favole!

GingerGeneration.it ha avuto la fortuna di incontrare Ultimo proprio a poche ore dall’uscita dell’album. In un piccolo appartamento milanese, e in un ambiente molto intimo ed amichevole, il giovane artista ci ha raccontato a cuore aperto un progetto al quale tiene molto, anzi moltissimo.

Ecco tutti i testi e le canzoni di Colpa delle favole!

https://www.instagram.com/p/Bv3Qt8GgjJJ/

Ecco la nostra intervista a Ultimo:

Ciao Niccolò. Partiamo dal tema del successo, nel disco ne parli molto. Come lo gestisci? Ti fa soffrire, a volte?

Penso che ogni lavoro abbia i suoi pro e i suoi contro. I contro di una persona che vive la fama sono di certo meno gravi dei contro di altri lavori. Mi piace pensarla così.

Colpa delle favole mi è sembrato molto diverso dai precedenti. Si tratta di un album “preso male”? Questa tristezza e solitudine che ho percepito dipende da un tuo cambiamento?

Ognuno interpreta la canzoni in base alla sua esperienza. Per me paradossalmente questo è un disco con più possibiltà di scelta, uno può ascoltare pezzi anche molto diversi fra loro, ci sono pezzi più allegri e poi ci sono i brani lenti. Certo per me è più facile scrivere canzoni come Amati sempre piuttosto che Aperitivo grezzo, ma mi rendo conto che fare soltanto canzoni più tristi possa risultare pesante, a lungo andare. Mi piace spaziare. Se questo disco fa “prendere male” ci può stare, certo, perché anche a me fa prendere male, dipende dal momento in cui uno lo ascolta e dalla sua predisposizione.

Piccola Stella è il primo brano in assoluto che tu abbia mai scritto. Perché inserirlo solo adesso?

Sai, in Pianeti ho cercato di mettere pezzi con una consapevolezza nel testo che poteva sembrare più matura. Invece Peter Pan era un disco molto meno concreto. In Colpa delle favole Piccola Stella ci poteva stare di più, perché è un album più emotivo, ma è anche più vario. C’era spazio per tutto. E poi simbolicamente mi piaceva inserire proprio questo pezzo, che ho scritto quando avevo 13 anni, in un disco del genere.

Nell’album parli anche della tua infanzia e del rapporto con tua madre, per esempio. Tornando indietro, c’è qualcosa che non rifaresti?

Cambierei molte cose. Però, dopo tutto, ognuno di noi arriva ad un certo punto della propria vita e si rende conto che poteva evitarsi certe cose. Personalmente avrei cercato di essere meno bastian contrario e di oppormi meno alle cose. Cercherei di prendermela di meno con tutti senza motivo.

Hai delle anticipazioni sulla scaletta del tour nei palazzetti? Quali saranno le differenze con La Favola all’Olimpico?

La scaletta la sto definendo in questi giorni. Il concerto sarà più o meno uno spettacolo di due ore/ due ore e un quarto. Le differenze con la data all’Olimpico ci saranno ma non tanto in termini di scaletta. Non ci saranno modifiche in termini di canzoni, alla fine ho scritto tre album, magari ci saranno degli spostamenti di una canzone qui che finirà là. La Favola è un evento staccato dal tour, deve essere unico, ma non ci sarà nulla di realmente diverso. All’Olimpico ci saranno sicuramente degli ospiti, forse anche nel tour nei palazzetti. Dobbiamo definire la cosa, dipende tutto anche dalle disponibilità degli artisti coinvolti.

Come mai hai deciso di non fare gli instore per Colpa delle favole?

La mia scelta, appoggiata dalla mia casa discografica, non dipende ovviamente dal fatto che io non voglia incontrare i fan, come qualcuno ha lasciato intendere. Io sono felicissimo di incontrarli, sempre, ma per una questione di rispetto delle persone credo che sia poco carino comprare un disco solo per aver vicino l’artista. Spesso alle persone non interessa il disco, ma soltanto la foto. Se mi vogliono vedere, molto meglio che mi vedano dal vivo sul palco.

Che cos’è la tua idea di favola?

Io sono una persona a cui piace illudersi. Credo molto alle cose, che si immerge nei sogni più di quanto non faccia con la realtà. Spesso vedo il contrasto fra la voglia di disincanto e quella di realtà. La realtà spesso ti ricorda che le favole sono un bel complesso che vanno prese anche con tutto il loro pacchetto, che comprende anche il “ritorno alle base”. Si tratta di una questione di carattere, spesso sono troppo fragile per dare la colpa a me stesso e quindi incolpo le favole.

Ti senti bloccato in qualcosa? Ti senti una rondine con il guinzaglio, citando il terzo singolo di Colpa delle favole?

Sì assolutamente, un po’ per carattere sento sempre la voglia di evasione, ma a volte non so neanche io dove.

Chi è Giusy, che è un personaggio ricorrente nelle tue canzoni?

Mi piace interpretarla come la parte di malinconia e tristezza che tutti noi abbiamo. Si tratta di un sentimento che dobbiamo vivere, tanto quanto la felicità o la gioia, perchè esiste, non ha senso far finta che non esista. Giusy è una parte di noi che forse abbiamo perso, è comunque un ideale, è una metafora.

Dopo Sanremo hai avuto modo di sentire Mahmood? Avresti piacere di mandargli un messaggio?

No, non ci siamo sentiti. Capisco che è un argmento molto interessante, non ho assolutamente nulla contro Mahmood, e spero che lui non abbia nulla contro di me. Sai si vengono a creare delle situazioni un po’ sbagliate perché il contesto in cui uno si esprime, magari, può far travisare delle parole, ma davvero niente contro di lui. Lui è pieno di sogni come me ed è giusto che entrambi abbiamo la possibilità di realizzarli e io gli auguro che lui possa realizzare i suoi.

Quali sono i tuoi sogni?

“Mantenere” è sognare. Non è solo importante riuscire a realizzarli, i sogni, ma è anche fondamentale rivivere tutti i giorni quello che hai conquistato.

Cosa serve per te per avere successo oggi, senza essere un trapper o un rapper?

Ma magari è è proprio quello che serve! Scherzi a parte, nessuno può avere una risposta a questa domanda. Non lo può dire nessuno, forse non lo sanno neanche gli artisti che hanno anni di carriera alle spalle. Penso che sia importante la coerenza. Se pensi una cosa, dilla. Non mettere barriere fra te stesso e quello che vuoi scrivere, perché poi le persone riescono a captare la tua verità. L’onestà in questo senso è un valore importante.

C’è qualche artista italiano emergente con il quale ti piacerebbe collaborare?

Mi piace Calcutta, mi sembra molto senza veli, mi sembra molto sincero. Mi emoziona.

Colpa delle favole è la chiusura di una trilogia. Terminato questo capitolo, cosa ha in serbo il futuro per te?

Ora che si è chiusa la trilogia cercherò di fermarmi un attimo, sono tre anni che lavoro. Poi penso cercherò di usare la musica come uno strumento minimale. Meno parole, più concetti. Non voglio costringermi a fare cose diverse, se poi escono canzoni simili a quelle che ho appena fatto, ben venga. Secondo me, poi, per il mio carattere a 30 anni ci sarà una svolta. Un piano B alla musica non ce l’avrò mai, però mi piacerebbe cominciare a studiare filosofia, e sicuramente prima o poi inizierò!

 

 

Che ne pensate di Colpa delle favole di Ultimo?