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Meghan Trainor e Fifth Harmony: quando Photoshop è oltre

scritto da Francesca Parravicini

Sono tante le cose sconvolgenti e misteriose che succedono in questo vasto e misterioso mondo. Una di queste (più sconvolgente, che misteriosa) risponde al nome di “uso smodato di Photoshop”. In cosa consiste questa pratica così tipica dei nostri tempi moderni? Semplice: prendete uno shooting fotografico per una rivista di moda con una modella magra, benvestita e canonicamente “bella”. Ora in un mondo ideale un fotografo si limiterebbe a fare un paio di scatti e pubblicare le foto cosi come sono. Invece no. A questo punto scatta il perverso meccanismo che spinge a mozzare fianchi, appiattire facce, restringere gambe. Il risultato è cosi perfetto a asettico che guardo queste foto e provo un misto di alienazione (esistono esseri umani così) e di riso per la ridicolaggine generale. E cosi quello che potrebbe essere un utile metodo per eliminare qualche piccola imperfezione si trasforma in una “fabbrica” che rende i corpi tutti uguali, irrealmente perfetti.

Ora due esempi pratici. Il primo: Meghan Trainor. Ora se avete una qualche familiarità con la buona Meghan, saprete bene che la ragazza ha fatto della body positivity e della fisicità curvy i suoi cavalli di battaglia. Ma nel suo ultimo video, Me Too, c’è stato uno scivolone, così immenso, che non sembra vero. Giudicate voi stessi:

The real #metoo video is finally up! Missed that bass. Thank you everyone for the support ?

A photo posted by Meghan Trainor (@meghan_trainor) on


A destra uno screen del video originale a sinistra la versione photoshoppata. Ora, oltre ad avere i fianchi mozzati (il sedere è rimasto però, perché è sexy) la povera Meghan è stata anche generosamente stirata e allungata. Non sentite proprio l’impulso di urlare e ridere allo stesso tempo? Meghan ha ovviamente rimosso subito il video, modificato senza la sua autorizzazione, promettendo di ripubblicarlo nel formato originale, in un messaggio su Snapchat: “Hey ragazzi, ho eliminato il video di Me Too perché mi hanno photoshoppata in modo allucinante. Sono davvero stufa di questa situazione e quindi ho tolto il video fino a che non lo sistemeranno. Caso due: Fifth Harmony

Le componenti della girlband sono state fotografate in un servizio per Billboard molto patinato, molto minimal e pulito, forse troppo pulito. Ed è davvero surreale e che tutta questa mania di perfezione abbia preso una piega comica: in uno scatto non pubblicato ma apparso sul web Ally Brooke ha DUE piedi destri. Due piedi destri. Guardate la foto e provate anche voi un senso di vertigine:

When you’re tryna look cute even tho you got two right feet A photo posted by Ally Brooke (@allybrookeofficial) on

Ecco. Ora la domanda è una: abbiamo davvero bisogno di tutta questa perfezione? La risposta è no, ovviamente. È una perfezione digitale, inumana appunto e il bello degli esseri umani è che sono imperfetti e unici. Se fossimo tutti perfetti e uguali sarebbe noioso, non credete? La cosa più triste è questo standard irreale viene quasi esclusivamente imposto alle donne: tutte quelle che non rientrano nello standard, che non sono magre, alte, convenzionalmente belle, giovani, non meritano di essere ritratte, devono sostanzialmente rimanere nell’ombra.

Questo genera una mancanza di rappresentazione che, soprattutto nelle ragazze più giovani e sole, può casuare un senso di alienazione, che spinge a volersi cambiare a tutti i costi (spesso con metodi drastici e poco sani) e crea insicurezza cronica. Molte donne faticano ad apprezzare il loro aspetto fisico perchè continuamente bombardate da pubblicità e immagini che propongono un’ideale irraggiungibile e dicono sostanzialmente “tu vali, ma non abbastanza, perché non hai la taglia 40 e la pelle perfetta e i capelli sempre splendenti”. Ma nella vita di tutti i giorni non funziona così. E ogni mattina, quando ci svegliamo e ci prepariamo ad affrontare un altro giorno di cose belle e brutte l’atto più rivoluzionario che possiamo compiere nei confronti di noi stessi è amarci e imparare ad accettarci per quello che siamo. Imperfetti ma veri.

Cosa ne pesante dell’uso sproporzionato di photoshop?