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Game of Thrones 7×07: la recensione del finale di stagione The Dragon and The Wolf

scritto da Alice Giusti
game of thrones il trono di spade

In men che non si dica siamo già arrivati alla fine della settima stagione di Game of Thrones. Dopo l’episodio 7×01 Dragonstone, 7×02 Stormborn, 7×03 The Queen’s Justice e 7×04 dal titolo The Spoils of War, 7×05 Eastwatch e 7×06 Beyond the Wall, stanotte è andata in onda la puntata l’ultima puntata 7×07 The Dragon and the Wolf … siete riusciti a riprendere fiato?

SPOILER ALERT: NON CONTINUATE A LEGGERE SE NON AVETE ANCORA VISTO LA PUNTATA 7X07!

Siamo arrivati alla fine di Game of Thrones 7: come faremo ad aspettare fino al 2019???? Da domani dovremo ingannare l’attesa, ma intanto concentriamoci su questo episodio che ci ha regalato immense soddisfazioni e qualche bella preoccupazione.

Dopo una puntata precedente spettacolare a livello scenico, ma piuttosto incongruente dal punto di visto narrativo, The Wolf and the Dragon è stata un mix perfetto tra colpi di scena, sviluppo narrativo ed evoluzione dei personaggi, nella migliore tradizione del Trono di Spade.

La minaccia dei non-morti non è solo il momento in cui tutte le principale forze di Westeros si riuniscono per stabilire un’eventuale tregua, ma è stato il punto di svolta e di riscatto di molti personaggi. Per la prima volta in questa stagione vediamo Cersei vacillare veramente, prima alla vista del non-morto portato da Sandor, poi nelle due occasioni in cui non riesce a far uccidere i due fratelli nonostante le ripetute minacce. Una Cersei sempre pronta a tradire gli altri per la sopravvivenza sua e della sua famiglia, ma che adesso dovrà fare i conti con la partenza del fratello: Jaime, finalmente, di fronte all’ennesimo complotto della sorella, ha deciso di smettere di fare lo zerbino di Cersei ed è partito da solo alla volta del Nord per mantenere fede al giuramento di combattere a fianco delle forze di Daenerys e del Nord contro gli Estranei. Una grande gioia, dopo avere temuto per un secondo che la Montagna lo facesse davvero fuori.

Se Jaime è uno dei personaggi a essere maggiormente evoluto nell’arco delle sette stagioni, lo stesso vale per Tyrion: il Folletto più egocentrico delle prime stagioni ha lasciato spazio a un uomo in grado di gesta di enorme coraggio, andando a sfidare la sua acerrima nemica, Cersei, tu per tu e con la costante presenza della Montagna a sua fianco. Di sicuro, però, le preoccupazione di Tyrion non sono finite: non sembra avere apprezzato molto l’incontro molto ravvicinato tra Jon Snow e Daenerys sulla nave (come biasimarlo), così come Jorah, nuovamente friendzonato (vi prego date una gioia a quest’uomo).

Ma forse la vera eroina della puntata è Sansa, che dopo anni di soprusi e umiliazioni, ha imparato dai “migliori bastardi” e ha rigirato Ditocorto come un calzino. Passare da vedere l’espressione di Baelish con il suo solito sorriso malefico stampato in faccia quando pensava che Sansa stesse per incriminare Arya a vederlo piagnucolare senza dignità è stata una gioia grande quasi come quella provata per la morte di Joffrey: la morte poi, per mano di Arya, con la daga di Baelish, e con i suoi giochetti che gli sono stati ritorti contro è stata pura poesia. Ned è stato vendicato. Catelyn è stata vendicata e il team Stark unito non si farà più fregare. “Quando la neve cade e il vento gelido soffia, il lupo solitario muore, e il branco sopravvive”.

Grandi punti anche per Bran, che avrà un ruolo sempre più fondamentale nella prossima stagione: è lui che fa da testimone alle colpe di Baelish (dopotutto vede tutto) e svela, con l’arrivo di Samwell Tarly a Grande Inverno, le vere origini di Jon Snow e soprattutto il fatto che Jon non è un bastardo, ma “l’erede al Trono di Spade”. È il drago e il lupo, insieme, Stark e Targaryen. Figlio di Lyanna e Rhaegar, ma sempre, nell’animo, figlio di Ned Stark, l’uomo d’onore, che non rompe giuramenti anche se è la scelta meno furba da fare. Chissà come reagirà quando saprà di avere trascorso una notte incestuosa con la zia…

Tornando a Bran, tra l’altro, l’accoglienza che ha riservato a Sam è stata molto più calorosa di quella riservata alle sorelle… il team nerd alla riscossa! (P.s.Ma solo io ho pensato per un attimo che Rhaegar fosse Viserys? Mi è preso un colpo).

E la riscossa arriva anche per Theon, che trova il coraggio di affrontare Jon e di ritrovare se stesso: non è solo un Greyjoy, ma anche uno Stark. E alla fine, a salvarlo sarà proprio la più profonda cicatrice, testimonianza massima delle sue sofferenze: quasi battuto in combattimento da uno dei soldati Greyjoy, Theon riesce a soprendere l’avversario quando questo prova a colpirlo nei genitali. Nonostante tutti gli errori di Theon, sono felice che abbia finalmente preso in mano la sua vita e si sia guadagnato il rispetto degli uomini delle Isole di Ferro per andare a salvare la sorella dalle grinfie di Euron.

Tuttavia, avevamo avuto troppe gioie in un solo episodio per non ricevere un grande schiaffo finale: il Re della Notte è arrivato alla Barriera a bordo di Viseryon undead e ha frantumato la Barriera, facendo passare il suo esercito di non-morti andando verso sud. In dubbio, il destino di Tormund, che avevamo così imparato ad amare, e staremo in pena per lui fino al prossimo anno.

In tutto questo, comunque, è da notare come, in un certo senso, il protagonista della saga rimanga comunque Ned Stark: Joffrey l’ha ucciso fisicamente, ma il suo ricordo, i suoi insegnamenti, le sue azioni e parole sono quelle che continuano a muovare “il sole e le stelle” in quel di Westeros.

Vi è piaciuta la puntata 7×07 The Dragon and the Wolf  di Game of Thrones?