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Ariana Grande, quando la musica unisce: i fan a sostegno delle vittime dell’attentato a Manchester

scritto da Roberta Marciano
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La musica è una delle massime espressioni dell’arte, non importa il genere preferito o il cantante che si ascolta. Da sempre la musica ha il potere di unire le persone e ieri hanno cercato di toglierci questa coesione, ma non ci sono riusciti. Il tragico attentato di ieri sera a Manchester durante il concerto di Ariana Grande, ha ucciso 22 persone e ne ha ferite tante altre, cercando di insinuarsi anche nelle nostre passioni cercando di farci avere paura anche di ascoltare la musica che ci piace.

In questo momento di dolore trovare spunti positivi sembra impossibile, ma i fan di Ariana hanno trovato il modo di farsi forza oggi più che mai. Non c’è stato spazio per le inutili e sterili polemiche sulla probabile cancellazione del Dangerous Woman Tour, o su argomenti futili e battutine fuori luogo. Gli Arianators hanno fatto sentire la loro voce, hanno condannato l’attentato, dato il loro supporto ad Ari e a tutti gli altri fan che erano lì e hanno vissuto terribili momenti.

Infondo quello che si sono ripetuti tutti oggi è: “Potevo esserci io. Erano ragazzi della mia età, fan di Ariana come me”. E questo, anche se spaventa, ha dato la forza a dei ragazzi giovanissimi di non rinunciare alle loro passioni, di non rinunciare alla vita e ai concerti ma di lottare ancora di più anche per chi, purtroppo, ha perso la vita ieri sera.

Il legame che si crea tra membri del fandom è indissolubile. Anche se si vive a km di distanza, anche se non ci si conosce, o se ci si conosce solo tramite un computer. Come se fossimo tutti collegati perché, in un modo o nell’altro, le nostre strade si sono incrociate. Sotto lo stesso palco a cantare le stesse canzoni, a incitare il cantante preferito, a commuoversi durante il concerto: e questo non vale solo per i fan di Ariana Grande. Chiunque abbia una passione sfrenata per un’artista sa bene di cosa si sta parlando.

Far parte di un fandom è a tutti gli effetti far parte di una comunità che, nel momento del bisogno, fa sentire la sua voce. Questo non cambierà di certo quello che è accaduto, ma la volontà di non fermarsi davanti alla tragedia e di andare avanti con le proprie vite più forti che mai, dimostra quanto anche dei “ragazzini” abbiano voglia di lottare per i loro sogni.

 

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