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4 Regole per scegliere l'università

scritto da admin

Fino agli anni ’80 frequentare l’Università era una assicurazione sul futuro. Anche la scelta di una facoltà non proprio ‘indovinata’, alla fine, assicurava un ingresso dignitoso nel mondo del lavoro e permetteva di migliorare il proprio stato sociale o familiare. Oggi non è più così.   I giovani vivono questa incertezza e la vivono sempre più i genitori, che, consapevoli di dover affrontare un investimento universitario di notevole portata, (si va dai 70.000 ai 120.000 €), cercano di orientare i figli verso facoltà spendibili sul mercato.

1: Confrontarsi con la realtà
Per scegliere che cosa fare dopo la maturità è necessario rispondere a due domande: quali sono le figure professionali richieste dal mercato del lavoro? Quali sono realmente i propri interessi e le proprie attitudini?

Il mercato delle facoltà e del lavoro non è così facile da decifrare, né sempre è vero quello che oggi sembra chiaro. L ’ideale sarebbe coniugare la spinta delle proprie inclinazioni con una lettura attenta della realtà: operazione non facile, ma appassionante.
La scuola fornisce un minimo di conoscenze che è bene approfondire per conoscere noi stessi e il mondo che ci circonda: spesso non diamo importanza alle riflessioni dei professori su ciò che ci verrà richiesto nel mondo del lavoro, come la velocità di apprendimento, la "produttività", le capacità relazionali.. invece sono tutte cose importanti! Oppure altre volte studiamo a memoria senza riflettere sul’insegnamento profondo, di vita, che si nasconde dentro a una poesia o in una dimostrazione matematica. Non smettiamo mai di porci domande!

Oppure la lettura e la comprensione della realtà possono avvenire attraverso altre vie, in particolare tramite la TV e Internet. In una realtà nella quale contano l’apparire e il successo economico può sembrare comodo cercare di farsi strada nel mondo dello spettacolo: ecco, allora, l’assalto  a quelle facoltà universitarie che  sembrano in grado di assicurare il successo economico con il minimo sforzo. Attenzione: il mestiere del cinema, della televisione, del giornalismo danno grosse soddisfazioni se arrivi al top, ma richiedono specifiche qualità personali che, per fare strada, devono essere spiccate, fuori dalla norma. D’altra parte, l’utilità nello scegliere una facoltà come quelle della comunicazione ha come principale vantaggio la possibilità di conoscere meglio un mondo, quello dei media, in cui siamo immersi e che diventa sempre più importante nelle relazioni sociali: se è questa passione che ci spinge, allora, forse, è la strada giusta per noi.
In ogni caso, non dimentichiamo mai che "se fatto bene, come dovrebbe essere, ogni percorso di studi ha la sua dignità e … i suoi sacrifici. Un percorso di studi più "semplice" non ci insegna a fare fatica, a stare sotto pressione, a gestire il nostro tempo: tutte cose che sono importanti nella vita, oggi specialmente.

2: Seguire le proprie inclinazioni
Non c’è niente di male a voler scegliere facoltà, che in prospettiva si pensa possano assicurare successo economico e visibilità, ma bisognerebbe frequentarle con la convinzione che sarà il nostro impegno, il nostro amore per il sapere, la nostra determinazione a volerci impossessare di conoscenze indispensabili per la nostra futura professione, che potranno assicurare successo e senso di realizzazione e non la semplice iscrizione ad una facoltà di prestigio accompagnata da una successiva stanca frequenza degli studi.
E’ importante, allora, chiedersi cosa piace davvero, quali letture preferiamo, in quale attività pratica riusciamo a cavarcela con una certa disinvoltura. Se per noi sono importanti le ore che trascorriamo su un libro, se una poesia ci fa tremare di una gioia profonda, se il pensiero di un filosofo riesce ad interessare e a suscitare domande, allora ci si potrebbe orientare verso una facoltà umanistica. Se piace il rigore scientifico, se la tecnologia ci conquista con i suoi ritrovati, se piace lasciare una traccia tangibile del nostro passaggio nel mondo, aiutando anche gli altri, bene, una facoltà scientifica è quella che fa per noi. Se poi sentiamo che la nostra vita potrà avere un senso solo se spesa al servizio della Giustizia o per capire le leggi che governano le trasformazioni economiche, le facoltà giuridiche o economiche sono per noi. Attenzione anche a come gli altri ci vedono: a volte riescono a vederci meglio di quanto si possa immaginare!

3: Come orientarci nella scelta
L’orientamento che la scuola offre non è l’assoluto, ma, forse, c’è quel professore simpatico o quella professoressa cordiale, che, se inerpellato, è in grado di aprirti scenari interessanti o impensabili per la acerba esperienza di uno studente.
Un altro aiuto può venire dai test attitudinali, che possono aiutarci a capire meglio come siamo fatti e quali sono le nostre attitudini e le nostre potenzialità.
Questi test, tramite domande con scelta multipla, vagliano la personalità, le capacità di apprendimento e di organizzazione, la sicurezza di sé e le capacità di ragionamento.
A questo punto provate, tramite i test attitudinali, a scoprire se i vostri interessi coincidono con quelle predisposizioni che vi vengono naturalmente riconosciute: qualche indicazione sulla vostra personalità, il vostro stile di apprendimento, le vostre abilità, se in voi prevale l’attitudine al ragionamento verbale o matematico, l’attitudine alla comunicazione o il senso dell’organizzazione.

4: Test di ammissione
Infine, una volta selezionata l’area di interessi, provate a rispondere ai test di ammissione assegnati negli anni precedenti dalle università italiane.
Basta consultare il sito Alpha Test  per provare gratuitamente on line le simulazioni dei test di ingresso delle varie facoltà universitarie italiane.
Oggi si vive in una condizione di continuo cambiamento: bisogna considerare, allora, che oltre le professioni tradizionali o tipiche della storia familiare, ci sono nuove figure e professionalità fino a ieri impensabili.
Studiare per qualcosa che pare offrire tantissime possibilità di lavoro, ma per cui non si è portati sarebbe un grande errore.
Mi sembra inutile fare un elenco delle facoltà che hanno più sbocchi lavorativi. Certo, bisogna tener conto anche dell’aspetto post-universitario, ma prima di tutto chiedetevi cosa vi piace e non cosa gli altri si aspettano da voi.
Alla fine se la facoltà scelta non dovesse corrispondere pienamente a come l’avevate immaginata, il bagaglio culturale acquisito resta comunque una ricchezza e vi aiuterà a trovare la rotta nel gran mare della vita. Buona navigazione a tutti!

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