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Teatro: Sonata a kreutzer

scritto da admin

di Lev Tolstoj SONATA A KREUTZER Al teatro Filodrammatici di Milano

Dal 06/10/2007 al 21/10/2007

Vi piace la musica classica?

Amate particolarmente gli abiti e le atmosfere romantiche e sognanti di fine Ottocento? Oppure i grandissimi letterati russi?

Questo spettacolo vi appassionerà, perché contiene tutti questi elementi insieme, più molto altro.

Toltstoj, autore del racconto da cui è tratto lo spettacolo, ha scavato a fondo la società borghese del suo tempo, mettendo alla berlina convenzioni, usi e costumi di una società profondamente corrosa da una morale perbenista. Il risultato è drammatico, a tratti struggente, ma soprattutto cinico; senza trascurare, tuttavia, una velata ironia.

Il racconto si sviluppa attorno alla confessione del protagonista, Pozdnysev, il quale tenta di spiegare le motivazioni che l’hanno indotto allo spregevole uxoricidio.

E’ un racconto molto intenso, fatto di momenti di rabbia, di ondate di gelosia che ancora sembrano investirlo e che, a quanto pare, hanno scaturito la furia assassina.

Poi c’è la musica, con i suoi protagonisti, separati da Pozdnysev da un sipario trasparente, a dividere passato e presente: la famosa sonata a Kreutzer, melodia travolgente, capace di rapire e turbare profondamente gli animi. Proprio questa musica sembra essere all’origine della passione tra la moglie di P e il giovane e brillante violinista che il marito stesso le ha presentato.

Attraverso la confessione del protagonista, ripercorriamo le tappe del crescente disprezzo nei confronti della moglie, delle difficoltà del loro rapporto coniugale, dell’acuirsi della distanza reciproca, che va di pari passo con la gelosia ossessiva e crescente.

Il protagonista esordisce domandandosi cosa sia, l’amore, da cosa scaturisca; le risposte sono ciniche, ed è facile sentire l’amarezza per la propria esperienza e il travaglio psicologico ed emotivo subito.

Affascinante l’ingresso del violinista-amante e della moglie-pianista ogni volta che lo sviluppo narrativo ne chiede il supporto.

La gelosia, un sentimento molto spesso rappresentato in letteratura, qui viene magistralmente presentato allo spettatore, il quale viene guidato nei reconditi passaggi del cuore, alla ricerca di quei sommovimenti che spesso alimentano questo inspiegabile sentimento.

Gian Carlo Dettori, un pilastro del nostro teatro, si cala perfettamente nella parte del gentiluomo tradito e offeso nell’onore, e porta sulla scena una forza e una perizia tecnica di grande valore; bellissima la chiusura, con il suo “perdonatemi”che si ricongiunge idealmente con il suo iniziale “cos’è l’amore?”.