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Meghan Trainor – Thank You: la recensione di GingerGeneration.it!

scritto da Alberto Muraro

Sono nato del 1988 e ho vissuto la mia adolescenza musicale a cavallo fra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000: a quei tempi (è passata un’eternità) il pop mondiale raggiunse probabilmente il suo punto massimo, in funzione di decine di nuove star e band che sono rimaste tutt’oggi punti di riferimento della musica mondiale, che piaccia o meno. Thank you, il secondo disco di Meghan Trainor, ha preso ispirazione da questo periodo per far tornare in auge certe  sonorità e adattarle alle sue corde vocali e al suo genere, retrò e dai colori pastello.

Non c’è neanche una nota fuori posto in Thank You, in questo disco si trova davvero tutto quello che ci saremmo potuti aspettare, se non di più: l’artista arriva dritta alle nostre orecchie con una voce dolce, potente (ma mai urlata) e con delle melodie davvero piacevoli, che fanno scorrere il disco liscio come l’olio fin da subito. Tutte le canzoni, o quasi, sono dedicate a sofferte liason d’amore dalle quali Meghan è uscita grazie ad una forza interiore davvero invidiabile, la stessa che l’ha spinta ad esaltare il suo fisico da “trop-model” nel singolo All about that bass e a ritirare il video di Me too (una canzone potentissima, che ricorda i Black Eyed Peas di The E.N.D.) per abuso di photoshop.

I potenziali singoli del progetto davvero non si contano: troviamo il contemporary soul di Watch me do (sembra di ascoltare un vecchio singolo di Amerie), la canzone dall’incedere reggae (come Woman Up o Better), gli esperimenti tropical-dance (in Champagne Problems) o ancora dancehall (I won’t let you down), ci sono inoltre richiami infiniti al precedente disco Title, dove l’artista prendeva il meglio della musica soul anni ’60 e lo rivisitava nel suo stile (Hopeless Romantic, Friends). Una canzone su tutte però, a mio avviso, spicca sulle altre in maniera piuttosto evidente: sto parlando del primo singolo NO, capace di riportare in vita proprio quelle atmosfere pop d’altri tempi (fa così strano dirlo) mescolando la Britney Spears di Oops I Dit it Again alla Christina Aguilera di Come on over con un pizzico di Destiny’s Child. E decine di enormi ventilatori a scompigliare i capelli nel video ufficiale.

Si dice, fra gli addetti ai lavori, che quando Meghan Trainor presentò l’album ad L.A. Reid quest’ultimo rimane soddisfatto ma allo stesso tempo deluso dalla mancanza di un singolo portante: stupita dall’impressione del producer, Meghan se tornò 15 minuti dopo proprio con NO in mano, conquistando così la sua definitiva approvazione. Nonostante ciò, non mi trovo d’accordo con l’opinione secondo cui all’album manchino altre canzoni forti, tutt’altro: avrei però preferito che dopo il primo ascolto qualche zona d’ombra mi fosse rimasta. Sennò, sai che noia dover ascoltare sempre dischi così “perfetti”?

Che ne pensate di Thank You di Meghan Trainor?

meghan trainor

Tracklist

Watch me do
Me too
No
Better
Hopeless romantic
I love me
Kindly calm me down
Woman up
Just a friend to you
I won’t let you down
Dance like yo daddy
Champagne problems

Version Deluxe

Mom
Friends
Thank You