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Fabrizio De André – Principe Libero: recensione e disperazione di una fan

scritto da Claudia Lisa Moeller

De André cerca disperatamente nei vicoli “dove il sole del buon Dio non dà i Suoi raggi” le “persone vere”. Lì mi è caduta la mascella. Indecisa se ridere o piangere davanti a cotale fermezza e sentenza esistenzialista moralista messa in bocca a Faber. Chi ha scritto questa roba palesemente non ha mai sentito un brano, ma nemmeno una riga di Fabrizio De André.

Già il sottotitolo Principe libero mi doveva far sospettare. De André, Faber per i fan, qui è un giovane belloccio. Molto. Se il vero Fabrizio non era brutto, certamente non era un adone e gli occhi erano neri. Qui, invece, Faber (Luca Marinelli) ha occhi grandi e blu che sgranati fissano il mondo bigotto. Si ribella ed è sempre in “direzione ostinata e contraria”. Più che Fabrizio De André, pare che questo sia una caricatura degna delle fanfiction. Ma quelle scarse, scarse. Quelle che più o meno tutti abbiamo scritto a 12 anni e cestinato con grande vergogna a 16. Qui Faber diventa un giovane incompreso, girovago di bordelli (unico, immaginiamo, giovane dai caldi istinti) e artista maledetto con i milioni e il papà che lo prega di prendere la laurea.

Mi ha attanagliato un dubbio quando ho letto che andava in onda una fiction sulla vita di De André. Come mai quest’anno, ad un anno dai vent’anni della morte avvenuta nel 1999, è uscita una fiction su di lui? Come mai dopo tanti anni dalla morte del mitico Faber solo ora la RAI si mobilita per regalarci tra Don Matteo e le agiografie dei santi una fiction su De André? Da nemmeno un anno (3/7/17) è morto Paolo Villaggio, attore e autore caustico e soprattutto fraterno amico del cantante. Nella prima puntata De André è sempre con Paolo Villaggio. Vuoi che la RAI in realtà ha solo atteso la morte di Paolo Villaggio per mettere in cantiere questa fiction?

Temo che il dubbio mi rimarrà tale. Un po’ ti chiedi a che pro fare una fiction su un cantante come De André. Tanto più che gli autori della fiction hanno voluto in modo pedante spiegare e dimostrarci come sono nate le canzoni. Ecco quindi comparire in carne e sorriso ammaliante Bocca di Rosa. Al porto di Genova? Ovvio, da lì sono nate le canzoni sul mare. Davanti alle giovani di Genova bene De André scanzonato canta “La città vecchia” giusto per scandalizzare questi quattro borghesi. E meno male che non ha intonato “Il gorilla”!

Un po’ ti chiedi che bisogno c’è di sapere storicamente perché e di chi De André ha cantato. Già su Beatrice nutro personalmente dubbi se abbia senso sapere chi fosse davvero la musa dantesca, figuriamoci su canzoni. La libertà di interpretazione del lettore (o ascoltatore) avviene proprio nella fruizione del testo stesso: perché limitarla? “Tanto gentile e tanto onesta pare”, se stiamo a Dante, può parlare di una donna di malaffare ironicamente trattata o essere uno squisito sonetto d’adorazione. Per tornare a De André “Sally” per me non parla di dipendenze da droghe, dunque? Non avrei diritto ad ascoltare la canzone di De André o leggere Dante perché non condivido il pensiero mainstream?

Trovo, infine, masochista mischiare veri brani di De André, la cui calda voce bassa è davvero inimitabile, e quelli riproposti dall’attore protagonista. Per quanto si noti l’impegno di imitare la voce di De André siamo lontani dall’emulare la voce del cantante. Ci sono stati sperimenti negli anni film e biopic sulla vita di famosi cantanti (Edith Piaf su tutti nel 2007 “La vie en rose”): mai nessuno ha osato, però, mischiare realtà e finzione per ovvi confronti.

C’è un unico lato positivo, comunque, in questa fiction maledetta e di maledetti: i seni delle innumerevoli donne che giacciono con Faber. Non abbiamo la solita inquadratura vedo – non vedo per mantenere la pubblica decenza e soprattutto decoro. Anche questo è un dettaglio per sottolineare la natura anarchica del cantautore, immagino. Free the nipple equivale a Stirner per i vertici RAI.

Sono ancora indecisa se guarderò la seconda parte di questa fiction. Potrei farlo solo per quel malsano gusto di commentare tutto negativamente e disperarsi.

E tu cosa ne pensi della fiction su Fabrizio De André?