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6 maggio: studenti in piazza per lo sciopero generale

scritto da admin

La CGIL ha indetto per venerdì 6 maggio uno sciopero generale per protestare contro la precarietà. Susanna Camusso la segretaria del sindacato si augura che la protesta venga condivisa da tutti i lavoratori poiché il problema riguarda da vicino ogni persona che in questo momento subisce il contraccolpo di un’economia stagnante e di scelte politiche inadeguate. All’appello della Camusso hanno risposto subito le associazioni studentesche.

Bloccare il paese per sbloccare il futuro”

Gli studenti, ovvero i lavoratori del futuro, memori dell’ “autunno caldo” e delle battaglie per contrastare i tagli all’istruzione e la riforma delle Università, hanno prontamente reagito per unire le loro forze alla protesta. Lo scopo è creare un fronte comune contro un sistema sgretolato dall’interno che produce solo mostri sociali e non tiene conto delle reali esigenze della collettività. Lo sciopero quindi si annuncia generale per l’ampio coinvolgimento di attori che, su fronti diversi, avanzano richieste e chiedono che al Governo, sul tavolo delle discussioni, venga messa al primo posto una vera riforma per sconfiggere il “regime di precarietà”. E lo slogan creato per la manifestazione rende molto bene questo concetto: “bloccare il paese per sbloccare il futuro”.

Percorso di avvicinamento allo sciopero

Le associazioni studentesche in vista di questa importante giornata, hanno organizzato dei percorsi per avvicinarsi allo sciopero. Su il sito di studenti.it è riportato il programma specifico che si intende proporre durante la manifestazione, che segnaliamo anche di seguito:

– difesa del contratto nazionale come strumento per la tutela dei diritti dei lavoratori;
– no a logiche di scambio e guerra tra poveri e tra precari e “garantiti”;
– eliminazione delle tipologie contrattuali atipiche;
– riconoscimento a tutti i lavoratori e le lavoratrici, a tempo determinato e indeterminato, degli stessi diritti, delle stesse tutele e degli stessi ammortizzatori sociali;
– istituzione di un reddito minimo;
– istituzione di un reddito per i soggetti in formazione;
– rilancio degli investimenti sulla formazione e sulla ricerca.

E voi cari lettori? Parteciperete? Scenderete in piazza il 6 maggio? Fateci sapere!