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Nel nome del popolo italiano: commento e recensione ai documentari di RAI 1

scritto da Claudia Lisa Moeller

Da due sere su RAI 1 va in onda il servizio pubblico. Nota dolente, e la diciamo subito, è stata la collocazione temporale. In seconda serata è stato mandato in onda il documentario Nel nome del popolo italiano – Vittorio Occorsio e Nel nome del ponte italiano – Piersanti Mattarella. La prima puntata fa parte di un ciclo di quattro documentari su figure che hanno combattuto contro il terrorismo e la mafia.

Nelle prossime serate vedremo documentari, sempre in seconda serata, su Piersanti Mattarella (fratello del nostro attuale Presidente della Repubblica e vittima della Mafia), Marco Biagi (ucciso dalle Nuove Brigate rosse nel 2002) e Natale de Grazia (morto per aver indagato sui rifiuti tossici nel Mediterraneo).

Il primo documentario, che qui commenteremo, ripercorreva la vita del magistrato Vittorio Occorsio. Egli indagò sulla P2 e sulla strage di Piazza Fontana, un attentato ancora oggi misterioso accaduto a Milano 12 dicembre 1969. Quest’ultimo attentato inaugurò una stagione violenta e sanguinolenta come quella degli anni di piombo negli anni ’70.

Vittorio Occorsio morì a soli 47 anni, nel 1976, assassinato da un terrorista appartenente al movimento neofascista Movimento Politico ordine Nuovo. Il magistrato venne ucciso perché stava indagando su questa nuova organizzazione terroristica.

Il documentario su Vittorio Occorsio ci ha restituito il ritratto di un uomo onesto, retto. Uno di quei volti che a volte vengono dimenticati. Specie da quando una certa televisione ha deciso di santificare e narrare come moderni eroi ribelli criminali dalla dubbia morale.

La RAI ricorda con un documentario privo di note melodrammatiche, onesto e schietto un uomo come Vittorio Occorsio. Un uomo che ha servito e cercato di difendere lo Stato, perciò venne ucciso. La RAI parla anche di un periodo buio della storia italiana non troppo distante da noi. Lo stesso documentario non nasconde nemmeno che la stessa magistratura italiana non fu sempre dalla parte di Vittorio Occorsio.

La RAI nel suo documentario su Vittorio Occorsio e gli anni di piombo non tace nulla. Nemmeno i lati più bui della “strategia della tensione”. I prossimi documentari ricorderanno alcuni grandi uomini che hanno dedicato la loro vita alla Giustizia e a causa di Essa l’hanno persa. Sono uomini da ricordare e la RAI con questa serie di documentari onora la memoria di questi uomini e le battaglie che hanno intrapreso.

Voto? 9-. Non diamo il massimo dei voti perché un programma del genere avrebbe avuto bisogno non solo di una collocazione d’orario più adeguata, ma sarebbe stato il caso che fosse introdotto come si doveva un servizio del genere. Sarebbe, inoltre, stato il caso di mandare in onda prima o dopo un talk con esperti per chiarire, ai più giovani, cosa sia stato il periodo di piombo, i neofascisti e soprattutto rendere omaggio come si deve ad un uomo che ha perso la vita per difendere lo Stato.

Che qualcuno alla RAI abbia coraggio e sposti il palinsesto. Davvero “Professore per amore”, una commedia con il sempre splendido Hugh Grant, era più importante di un documentario come “Nel nome del popolo italiano”?

Documentari del genere che illuminano la storia più contemporanea e recente devono essere mandati in prima serata. Ieri sera è andata in onda la puntata su Mattarella.

Tra l’altro perché mandare uno dopo l’altro i documentari durante la settimana? I quattro documentari andranno in onda durante questa settimana: perché è stata prediletta una programmazione del genere? Oggi andrà, infatti sempre a mezzanotte, in onda la puntata su Biagi. Non perdetevelo.

E tu cosa ne pensi del documentario “Nel nome del popolo italiano Vittorio Occorsio”?

P.S. Curiosa coincidenza. Il documentario su Vittorio Occorsio è andato in onda proprio nello stesso giorno in cui è uscita la notizia che le indagini su un altro attentato, quello del rapido 904 avvenuto nel 1984, dovranno ripartire da capo.