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Valerio Scanu torna con Così Diverso: “Volevo un disco che desse il massimo dal vivo”

scritto da Alice Ziveri
Valerio Scanu_foto di Roberta Krasnig_KRA3843_m

Meno cinque giorni all’uscita di Così Diverso, il nuovo album di Valerio Scanu anticipato dal singolo Amami.
Come denota il titolo, questo nuovo lavoro segna un cambiamento – o meglio, una crescita – nel percorso aristico del giovane cantante sardo: a questo album ha dedicato tutto sè stesso, lavorando gomito a gomito con autori e produttori, dalla prime luci dell’alba alle ore più buie della notte.
La title-track è il primo brano di cui Valerio è anche co-autore, ed è una canzone che si discosta dal fil rouge dell’amore per addentrarsi in un argomento a lui molto caro: l’importanza di sentirsi unici e originali, ma soprattutto veri.
Con la sua famosa chioma schiarita di qualche tono, t-shirt e jeans casual, Valerio incontra i giornalisti poco prima dello showcase dove 80 delle sue fan più accanite già lo attendono (i video in fondo all’articolo). Stringe la mano a tutti e si circonda di registratori, per poi iniziare a raccontare. Accanto a lui c’è Stefano Borzi, produttore del disco.

La cosa più divertente di restare in studio giorno e notte?
Beh, i ricatti! Ricattare il produttore per farti mandare le voci il prima possibile. Gli dicevo che non sarei tornato in studio a registrare finchè non me le avesse mandate. Arrivavano subito.

Domanda dovuta: Così Diverso da chi e da cosa?
Diverso dai lavori precedenti. Ho voluto fare qualcosa di più mio e più intimo. Pur non essendo autore di tutti i testi, molti sono stati plasmati su quella che è la mia esperienza di vita. Questo perchè ho lavorato a stretto contatto con autori e produttori.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                             Il titolo dell’album si diversifica da quello che è il significato della canzone. L’album è “così diverso” perchè è un lavoro differente rispetto ai precedenti, dove emergo in maniera nuova sia dal punto di vista musicale che testuale. La canzone, invece, tocca qualcosa di più intimo: l’originalità dell’individuo. Originalità che può venire anche dalla trasgressione. Io, per esempio, da ragazzo ero quello che portava a casa tutti 9 e 10, però allo stesso tempo avevo piercing e tatuaggi. La vedevo come un modo di trasgredire rispetto allo stereotipo del secchione che quasi va in giacca e cravatta a scuola.

Il disco è stato registrato tutto dal vivo: come mai questa scelta?
Interviene S. Borzi: Abbiamo registrato assolutamente dal vivo, senza ritocchi digitali, senza loop. Quello che sentite è esattamente quello che hanno suonato i musicisti, dall’inizio alla fine.
Valerio: Tutto parte dal iive, dal contatto più diretto con il pubblico. Le esigenze di live possono essere tantissime: io volevo un disco che in acustico, con un’orchestra, con una band, potesse dare il 100%. Non è facile creare brani che rendano allo stesso modo con arrangiamenti diversi: questo disco, invece, parte dall’acustico per arrivare all’orchestrale. Per fortuna ho trovato un team di produzione che ha riposto fiducia in me, così come io mi sono fidato di loro… ogni  più piccolo dettaglio è stato condiviso.

A livello di testi, invece, come vi siete mossi?
Il disco nasce da Amami. E’ nata così come l’avete ascoltata. Da lì, poi, lavorando con Stefano (Borzi) e Federico (Paciotti) abbiamo creato delle musiche con dei testi in finto italiano. Avete presente? Parole messe a caso per testare la sonorità, che in linea di massima non hanno molto senso. Però, fra queste, c’erano delle frasi che mi hanno colpito. Ne Il sole contro me si diceva “L’amicizia può farti sbagliare, quando poi si finisce solo per amare”: parole che mi sono rimaste impresse, e intorno alle quali ho chiesto a Stefano di costruire un testo. Idem per Sono qui per te.

Quanto sono importanti le tue numerosissime fan?
Sono tanto importanti. Mi hanno anche insegnato a capire le varie sfaccettature dell’essere umano: dai modi diversi in cui si approcciano al loro idolo, all’artista che seguono, riesci a cogliere una moltitudine di peculiarità. discrete/pazze

Le accontenti sempre?
Cerco di fare il possibile. Beh, se mi chiedono “sposami” è difficle!

Ce ne sono alcune che riconosci?
Io conosco tutti.
Seguendo anche Facebook, leggendo i commenti eccetera, mi ricordo proprio nomi e cognomi. Molto spesso se vengono a farsi autografare il disco non ho neanche bisogno di chiedere come si chiamano.

Cosa puoi dirci del ritorno ad Amici? Non si è capito molto bene come funzionerà…
Ah, non lo sappiamo neanche noi. Io sono stato chiamato per provare i primi due brani che mi sono stati assegnati per la prima puntata del serale, che sarà… boh? Non si sa quando! E non si sa neanche la dinamica! Non so se canteremo tutti le stesse canzoni o se ci sfideremo su brani diversi… non so neanche se effettivamente saremo in gara, nè se sarà in diretto o registrato. Insomma, penso che sia ancora in fase di progettazione…

Un’altra domanda inevitabile: un tuo pensiero sulla scomparsa di Lucio Dalla…
Siamo rimasti tutti scossi, cantanti e non. Nessuno se l’aspettava. Per Pierdavide, poi, è stato un colpo durissimo. L’ho sentito appena dopo Sanremo, e per lui era diventato un punto di riferimento artistico davvero importante. Penso che Lucio avesse preso molto a cuore il suo progetto musicale. Lo curava in tutto e per tutto. Ho visto a Verissimo che aveva preso sotto la sua ala anche Rosalia Misseri… insomma, era un artista che se credeva in qualcuno lo portava avanti. Era anche uno dei pochi che si era espresso a mio favore, se dobbiamo dirla tutta.

Hai qualcosa da dire sull’ennesima polemica “vincono solo gli Amici di maria De Filippi” che, naturalmente, è nata con la vittoria di Emma a Sanremo?
La polemica c’è sempre e comunque, perchè c’è stata anche l’anno scorso che non ha vinto. Non me ne frega niente, fondamentalmente. Poi quest’anno le canzoni erano tutte abbastanza belle. Chi ha fatto davvero un passo avanti è Arisa, che dopo Sincerità e Malamorenò è riuscita a sdoganarsi. Probabilmente avrebbe dovuto farlo già al suo secondo festival, quello a cui partecipavo anch’io, anche perchè lei canta da paura. Ci ha messo un po’ di più, ma quest’anno, con La Notte, l’ha fatto… toccando i cuori di tanta gente.

C’è qualcuno con cui ti piacerebbe duettare?
Non penso molto a duetti e collaborazioni. Facevo gola più nel primo periodo… adesso preferisco concentrarmi sui miei brani e lavorare per affermarmi.
Per il resto, sono uno a cui piace cantare con chiunque abbia una bella voce, famoso o meno.

Ma quanti piercing hai?!
Ho nove piercing. E ne ho tolti tre.
Il punto luce sulla gola mi piace perchè rappresenta il mio punto di forza: inizialmente ne ho fatti due ai lati, come ad incorniciarlo. Poi ho finito per farlo anche lì. L’unico problema è che se hai appena fatto un piercing non puoi donare il sangue, ci sono quattro mesi in incubazione: una volta volevo donare il sangue ad una mia amica, che poteva ricevere solo il mio gruppo sanguigno, e non ho potuto per questo motivo. Lì mi sono sentito davvero uno schifo.

E tatuaggi?
Sette. Tutti con un significato: il più importante è la chiave di sol sulla spalla, fatta a 14 anni.

Lo showcase, allestito nel bellissimo scenario del Gattopardo di Milano (una chiesa sconsacrata trasformata in locale, caratterizzata dall’imponente lampadario di cristallo), comprende cinque canzoni accompagnate alla tastiera e inframmezzate da qualche domanda di Luca Dondoni. Trasparente, il brano che apre l’album, Amami, poi Il sole contro me, Se è vero che ci sei e Così Diverso. Ascoltando il desiderio delle sue fan, che la chiedevano a gran voce, Valerio ha anche improvvisato un pezzettino di Libera Mente a cappella; ma forse il momento migliore è stato proprio quello di chiusura, quando si è seduto sui gradini più bassi del palco, a pochi centimetri dal pubblico, per cantare quel brano che dà titolo all’album e gli tanto gli sta a cuore.
Nell’uscire di scena Valerio ha dato appuntamento a tutte molto presto: il 19, con un giorno d’anticipo rispetto all’uscita dell’album, inizierà il giro di signing session in giro per l’Italia.