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Un giorno di pioggia a New York: Woody Allen è tornato a casa, 40 anni dopo Manhattan

scritto da Federica Marcucci

Cosa succede se la pioggia sconvolge i piani di una giovane coppia di innamorati durante un weekend a New York? Praticamente di tutto. Ma, come fa eco Gatsby Welles (Timothée Chalamet), “questa città ha le sue esigenze”. Un giorno di pioggia a New York, atteso ritorno di Woody Allen al cinema, è questo: una giostra di destini guidati dalla Città, perennemente illuminata dai toni caldi della fotografia di Vittorio Storaro.

Ashleigh Enright (Elle Fanning) e Gatsby Welles (Timothée Chalamet) sono fidanzati, ma non hanno troppe cose in comune: a parte lo stesso college e un cospicuo conto in banca. Lei, nevrotica, vanesia, a tratti naïf; lui costantemente in bilico tra passato e presente, incapace di scegliere una direzione nella vita. L’occasione di Ashleigh di intervistare il famoso regista Ronald Pollard (Liev Schreiber) a Manhattan, sembra la scusa perfetta per trascorrere il fine settimana a Manhattan. Ma ovviamente niente va come previsto.

New York, le illusioni e la pioggia

Dopo dieci anni d’assenza (l’ultimo film girato per intero a New York era stato Basta che funzioni) e a 40 anni da Manhattan, Woody Allen torna a casa per raccontare un’altra storia in cui i suoi personaggi devono vedersela con il nonsense del destino, con la malinconia, le illusioni e le disillusioni. Ancora una volta il simbolo prediletto è New York: un luogo non-luogo a cui si può appartenere in tutto e per tutto, come è per Gatsby, oppure impossibile da comprendere, come per Ashleigh.

Un posto a cui stavolta si aggiunge anche un elemento in più, la pioggia del titolo, trattata da Woody Allen come un vero e proprio personaggio. La pioggia è qualcosa di etereo e corporeo e fa parte dell’anima di un luogo, New York: una città in cui è ancora possibile vivere delle immagini di vecchi film e vecchie canzoni. Anche, e soprattutto, se si è giovani come i protagonisti di Un giorno di pioggia a New York. In una sequenza del film Gatsby dice a Shannon (Selena Gomez), “La vita è diversa”; ma lei risponde, “la vita è per chi non sa fare di meglio”.

In una storia tipicamente alleniana, attori della nuova generazione come Timothée Chalamet, Elle Fanning e Selena Gomez funzionano e aderiscono perfettamente ai tipi umani che da sempre caratterizzano il cinema del regista newyorkese, tra nevrosi, sogni e un costante amore per la città. Un sentimento, quest’ultimo, incarnato meravigliosamente da Timothée Chalamet. In Gatsby si avvertono le emozioni che muovevano Owen Wilson in Midnight in Paris, ma anche Ike – il personaggio di Woody Allen in Manhattan.

Non a caso una delle sequenze più alleniate in assoluto è dedicata a lui. Quando Gatsby si siede al piano a casa di Shannon per suonare e cantare un vecchio pezzo jazz, Everything Happens to Me. E no, non è forzato è sogno e realtà e illusione. Perché nella New York di Woody Allen è ancora possibile svoltare l’angolo e ascoltare al piano una canzone di Irving Berlin, come dice il protagonista.

Insomma questo è, ancora una volta, il senso ultimo del racconto di Woody. L’idea che le illusioni siano fondamentali per colorare la nostra vita. Anche se il colore è il cielo grigio di New York, da cui spunta qualche timido raggio di sole alternato a gocce di pioggia.

Avete già visto Un giorno di pioggia a New York di Woody Allen, che cosa cosa ne pensate?