GingerGeneration.it

Taylor Swift: un concerto da favola

scritto da Alice Ziveri
Chi non crede nelle favole dovrebbe fare un giro ad un concerto di Taylor Swift.
La bionda cantante country che riempie le arene di tutto il mondo è salita ieri per la prima volta sul un palcoscenico Italiano, a Milano. In mezzo ad una marea di fan adoranti, cartelloni colorati, cerchietti glitterati, t-shirt realizzate a mano. E’ uno spettacolo fatato e pieno di dolcezza.Un mondo incantato
La giornata è iniziata molto presto per un centinaio di fan che, nonostante la pioggia fastidiosa e incessante, fin dalle prime ore del mattino hanno preso posto in coda, e da lì non si sono mossi. Ed è proprio vero che “tale artista, tale fan“: a parte l’inevitabile ressa al momento dell’ingresso – comunque contenuta – il pubblico di Taylor è educato e composto almeno quanto lei: niente urla, niente liti isteriche, niente tafferugli da “c’ero prima io”.
Piano piano gli spalti ed il parterre si riempiono: la folla in generale è molto giovane, tanti sono accompagnati da genitori, ma non mancano persone più adulte e anche qualche gruppo di fan americani. Iniziano a spuntare cartelloni, striscioni, cerchietti con scritte varie, e un po’ ovunque domina il 13, numero fortunato della cantante. Ad aprire il concerto è Emma Marrone con la sua band, che viene accolta calorosamente dal pubblico e si esibisce in cinque o sei pezzi. “Taylor è una ragazza semplicissima, l’ho incontrata poco fa” racconta poco prima dell’ultima canzone, prima di salutare, ringraziare, e lasciare il palco chiudendo con una versione riarrangiata del suo singolo d’esordio, Calore.
Pochi minuti di attesa e le luci si spengono nuovamente. Lo scoppio di urla è unanime e assordante.
Il sipario scende a rivelare un palco a due piani, coperto da drappi cremisi, viola e dorati che lo fanno tanto sembrare un teatro. Un megaschermo davvero mega, la classica passerella con pedana e una scalinata laterale che, invece, fa tanto castello delle fiabe. E d’altronde lo spettacolo di Taylor ha proprio il sapore di una fiaba.
Si apre con Sparks Fly, fra lo scintillio del suo vestito dorato, l’energia della band e l’entusiasmo del pubblico. Segue Mine, poi le atmosfere si fanno più pacate mentre lei si siede ad un pianoforte bianco per suonare Back To December, raccontando come, dopo aver scritto tante canzoni sul suo cuore spezzato, un giorno si sia accorta di aver lei stessa spezzato il cuore a qualcuno. Segue la scatenata Better Than Revenge, su cui Taylor, la rossa violinista e la corista inscenano finte zuffe tra ragazze. Pausa e cambio d’abito: le tre ragazze tornano in graziosi vestiti da cerimonia, Taylor blu, le altre rosa. Una simpatica coreografia per Speak Now, poi, inaspettatamente, Taylor scende fra il pubblico e percorre a piedi tutto un lato del palazzetto, prendendo le mani dei fan, salutando, sorridendo, fino ad arrivare alla piccola isola posta in fondo al parterre. Lì sono soltanto lei, la sua chitarra, il suo ukulele, e i cori del pubblico. Intona Fearless e Fifteen, fermandosi solo per ringraziare con le lacrime agli occhi, mentre il pubblico grida forte il suo nome. Per tornare al palco principale, Tay si rituffa in mezzo alla gente, questa volta camminando sull’altro lato: è ora il momento di You Belong With Me, che fa saltare e ballare tuttiquanti. Le ultime canzoni sono Dear John, Enchanted e Long Live (durante la quale viene sfoggiata la celebre chitarra Swarovski), per poi chiudere in bellezza su Love Story, mentre coriandoli dorati e stelle filanti scoppiano in aria per poi cospargere la folla come polvere di fata. Un vero happy ending.
Quello che resta, dopo questo concerto, è l’idea di una meravigliosa festa. Una festa in famiglia, dove dopotutto è come se non ci fosse neanche un palco e una platea: Taylor porta il numero 13 scritto sulla mano proprio come tutti i suoi fan. E i suoi fan cantano, gridano, ridono e si commuovono, lei li guarda negli occhi, li tocca, scende fra loro, si rivolge a loro con grande spontaneità: è una di loro. Anche la band, che spesso in altri casi resta nelle retrovie, è parte integrante della famiglia e dello spettacolo.
E’ anche una festa pervasa di magia: le scenografie, le luci, gli abiti da principessa, la folla costellata di macchie di colore, cuori, stelle, disegni  brillantini. Le stesse canzoni pop-country di questa ragazza americana potrebbero essere le colonne sonore di tante fiabe moderne.
Speriamo di riaverla presto fra noi!