GingerGeneration.it

Scuola: boom di iscritti al nuovo liceo scientifico

scritto da admin

Record di iscritti ai licei, scartati tecnici e professionali. Il Ministero dell’Istruzione ha rilevato una percentuale maggiore di iscriti rispetto all’anno scorso. Secondo le verifiche effettuate da Viale Trastevere, nelle scorse settimane, i sei licei ( classico, scientifico, linguistico, artistico, musicale/coreutica e delle scienze umane) fanno già il pieno di iscritti.

Merito della nuova riforma Gelmini?

Con la nuova riforma, si intendeva valorizzare anche gli istituti tecnici e professionali che invece arrancano anche quest’anno, registrando un calo del numero di iscritti molto negativo: 1,4% in meno per gli istituti tecnici e 2,2% in meno per gli istituti professionali.
I preferiti, rimangono sempre i licei. La top ten è occupata dal liceo scientifico che cresce dell’1,7% grazie alla sua offerta che, quest’anno, si presenta allettante non avendo più lo studio del latino e con un potenziamento dell’informatica. Al secondo posto si piazza il liceo linguistico con l’1% di iscritti in più. Anche il classico non lascia insoddisfatti, con una crescita dello 0,7%. Tengono bene anche i licei artistici e gli ex magistrali, sostituii dai licei delle scienze umane. La vera new-entry di questa riforma sono i licei musicali/coreutici che fanno un debutto coi fiocchi.
Molto probabilmente, la maggior parte degli alunni ha trovato più rassicurante e stimolante l’offerta dei nuovi licei della riforma, segno evidente che le famiglie e gli studenti preferiscono ancora puntare su una scelta di tipo tradizionale.

 

Il parere del presidente Anp

Giorgio Rembado, presidente dell’ Associazione Nazionale Presidi, intervistato dal quotidiano free press Leggo, dice: " L’istruzione tecnica è vista come un percorso di serie B, mentre la licealità (nella tradizione culturale italiana) gode di ottima fama". E aggiunge "siamo in controtendenza con il resto d’Europa, le famiglie probabilmente hanno scelto l’istruzione liceale ritenendo che la crisi del lavoro andrà avanti ancora per anni. In questo abbiamo un enorme gap tecnico-professionale soprattutto rispetto all’Europa centro-settentrionale".