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Proteste giovanili in Spagna: il racconto di Marta

scritto da admin

A meno di venti giorni dall’inizio della Giornata Mondiale della Gioventù, Plaza del Sol a Madrid è già stata invasa dai giovani. Si tratta di circa quarantamila giovani “indignati” che si sono dati appuntamento per settantadue ore di incontri, dibattiti, concerti e manifestazioni artistiche. Ma l'”indignazione” spagnola non è nuova dall’occupare la piazza più importante della capitale: la scintilla è scoccata circa due mesi fa, con la manifestazione pacifica degli studenti universitari contrari alla nuova riforma.

Marta, studentessa universitaria, è appena tornata in Italia dopo alcuni mesi trascorsi a Madrid in Erasmus. Durante le prime grandi manifestazioni in Plaza Del Sol, c’era: per questo ci ha raccontato cosa è accaduto in quei giorni in Spagna, per capire cosa sta continuando ad accadere anche ora. Una situazione che è facile accomunare a quella italiana, così ricca di proteste durante questo anno scolastico appena conclusosi.

Una nuova riforma universitaria

“Gà due anni fa in Spagna è stata attuata una riforma universitaria chiamata Bolonia che, come la nostra Riforma Moratti, ha suscitato un malcontento palesato in manifestazioni studentesche. – racconta Marta – Credo che il tutto si sia risolto in nulla solo perchè la riforma era già attiva. Ora la protesta è tornata in maniera più resistente, perchè c’è in gioco una riforma che dovrebbe entrare in vigore nel giro di quattro anni. Secondo questa seconda riforma, in un’università a scegliere il rettore dovrà essere un consiglio di imprenditori, banchieri ecc”.

“Da premettere c’è che il sistema universitario in Spagna è diverso: l’università non ha le nostre due rette, una per semestre: ci si basa infatti sull’immatricolazione dei corsi, ovvero ogni corso ha un prezzo. Inoltre in Spagna il numero di appelli è inferiore al nostro. Ad esempio dopo quattro tentativi per lo stesso esame ti buttano fuori. Quindi se il primo anno non superi un esame, l’anno seguente devi immatricolarti di nuovo e pagare una percentuale in più sul prezzo del corso. Uno degli obiettivi della riforma è quindi quello di alzare ulteriormente questa percentuale”.

“I giovani temono una privatizzazione indiretta dell’università”

“Ciò che temono i giovani è quindi una privatizzazione indiretta dell’università, cosa che in tanti non potrebbero permettersi. Prendendo coscienza di questi rischi e senza fossilizzarsi sul dualismo politico che esiste in Spagna proprio come in Italia,  un gruppo di ragazzi dell’associazione Democracia Real Ya, dopo una manifestazione, si è accampato in Plaza del Sol a Madrid, per far sentire la propria opinione. Si trattava di un gruppo di una trentina persone che è quindi stato cacciato dalla piazza, con l’effetto di provocare una grossa reazione da parte di tanti altri giovani che hanno voluto manifestare appunto per la difesa del diritto di opinione. Il risultato è stato quindi che in Plaza del Sol si soffocava per il grande numero di persone accorse: a Democracia Real si sono unite moltissime altre associazioni e non studentesche come ad esempio L-Mental, insieme di persone che hanno il desiderio di non categorizzare ogni aspetto della vita e accettare e rispettare qualunque pensiero venga condiviso.”

Commissioni organizzate per fare proposte concrete

“Le varie associazioni e non di studenti si sono organizzate quindi in commissioni interne, ognuna delle quali aveva un compito: comunicazione per gestire i media, tradurre in più di una lingua, far sì che le notizie arrivassero in più di un Paese tramite gli stessi traduttori che erano comunque improvvisati. C’era poi anche una commissione dedicata agli aspetti più burocratici e legali e che ad esempio ha chiamato un avvocato a spiegare a tutta la folla perchè e come essa avrebbe dovuto rispettare la giornata della riflessione. C’era poi un’infermeria, una zona per i rifornimenti alimentari e per l’accampamento, un banco dove si reclutavano i volontari… Questi ultimi erano tantissimi: c’era chi veniva nella piazza dopo il lavoro, una vecchietta che una notte è scesa dagli accampati con un valigione pieno di cibo caldo, un’altra signora che è venuta a ringraziare per quello che i giovani stavano facendo…”

La cultura ha valore, non prezzo

“Sono ancora tante le cose che non vanno in Spagna. Ciò che pensavano i giovani che hanno manifestato è che la cultura ha valore, non prezzo; i mezzi di comunicazione non possono e non devono essere mezzi di opinione. Lo scopo della manifestazione non era solo quello di riempire una piazza in modo che la gente si chiedesse cosa stesse succedendo: attraverso le riunioni delle commissioni e le assemblee si cercava di arrivare a proposte concrete, come il voto responsabile per chi avrebbe compiuto 18 anni nel giro di pochi mesi dopo le elezioni. Per l’università invece una liberazione dagli eccessi economici e un’organizzazione migliore: nessuno pensa che non si debba pagare, ma che ci debba essere una certa logica e rispetto nel dare a tutti le stesse possibilità!”

E voi? Cosa ne pensate?