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Morto tra una settimana (o ti ridiamo i soldi): l’intervista con cast e regista

scritto da Federica Marcucci

Morto tra una settimana (o ti ridiamo i soldi) è una black comedy inglese presentata a Roma in occasione della Festa del Cinema. Un film decisamente british e con umorismo tutto suo che diverte, ma fa anche riflettere.

Diretto e sceneggiato da Tom Edmuns, Morto tra una settimana (o ti ridiamo i soldi) è interpretato dai giovani Aneurin Barnard e Freya Mavor. Nel cast anche Tom Wilkinson, considerato uno degli attori più importanti della scena inglese. Il film sarà nelle sale italiane a partire da novembre.

Proprio a seguito della proiezione a Roma FF13 siamo riusciti a incontrare i due protagonisti insieme al regista. I tre ci hanno raccontato alcune curiosità e che cosa ha significato per loro lavorare a un progetto di questo tipo.

Guarda l’intervista al cast e al regista del film:

Leggi la traduzione dell’intervista:

Il film combina varie tematiche con un ingrediente particolare, il black humor. Qual è stata la sfida più difficile per trovare il giusto modo per parlare della bellezza e delle difficoltà della vita?

Tom: Guardare questo soggetto attraverso le lenti della commedia e trovare le luci e le ombre affinché potesse funzionare come storia comica. Credo che questa sia stata la sfida più ardua ma anche la chiave principale con cui è stato affrontato il film. In un certo senso possiamo dire, a proposito della morte di William, che la vita prende un’altra piega. Come se le cose mondane lo allontanassero da questa scelta così estrema.

Ti sei ispirato a qualche modello particolare?

Tom: Si, adoro lo stile di certi registi e ho avuto l’ambizione di ispirarmi a quello. Ho cercato di fare un film che io sarei voluto andare a vedere al cinema, come un nuovo dei Coen o di Martin McDonagh. Una cosa di questo genere. Queste sono le cose che guardo e ho fatto in modo che fossero per me ispiranti applicate alla mia storia.

Che cosa vi ha impressionato di più della sceneggiatura?

Freya: Mi è piaciuto molto il font! (ride) Ho trovato sin da subito la sceneggiatura molto divertente. Ho riso moltissimo mentre la leggevo, il che è un vero e proprio incentivo trattandosi di un soggetto comico. Inoltre sono rimasta impressionata da quanto le scene fossero lunghe. Non ho lavorato a molti film con scene tanto lunghe. Per un attore che lavora nel cinema è una cosa che porta molta soddisfazione, rende la recitazione molto simile a quella teatrale visti i tempi dilatati. Direi che sono rimasta colpita dal tipo di riprese e dalla struttura di questo tipo di storia.  

Aneurin: Sai la classica risposta per questa domanda è che nella sceneggiatura c’è molta profondità. Soprattutto per quanto riguarda il personaggio che avrei interpretato. Infatti per me si tratta di una risposta davvero sincera. C’è un grande arco narrativo in cui un attore può scoprire il personaggio di William, per questo sono rimasto immediatamente colpito. È un ruolo molto complesso sulla carta: William è irritante ma allo stesso tempo è una brava persona, è debole ma anche molto forte. Vedere questo sviluppo nella sceneggiatura, senza alcun tipo di difetto, è stato molto intrigante per me. Entrare in questo ruolo mi ha fatto capire quanta potenzialità creativa ci fosse. Inoltre abbiamo avuto l’occasione di lavorare con un team incredibile, dal cast alla crew. Questo è quello che ti fa svegliare la mattina con il sorriso quando hai fortuna in questo tipo di lavoro. E tutto questo perché grazie a una storia che era già scritta su carta.

Tom: Vorrei aggiungere che creare questo personaggio su carta è stato complicato così come girare fuori sequenza. Sai la nostra era una produzione low-budget e non giravamo le sequenze in ordine cronologico, il tutto nel corso di calendario davvero molto molto lungo. In questo Aneurin è stato bravissimo perché la difficoltà era capire costantemente dove William fosse a quel punto della storia. Ricordo, credo fosse verso la fine, di averlo visto molto provato quando il suo personaggio muore in un incidente. È un ruolo davvero complicato.

Ho notato che ogni personaggio del film, anche se è uno dei secondari, ha una particolare caratterizzazione. Per esempio Leslie ha il suo amore per i pappagallini. Come avete lavorato per creare questi dettagli così singolari?

Tom: Ho provato a pensare a quello che davvero piace alla gente e a come mostrarlo. Come fai a dimostrare che uno agisce un determinato modo? Hai bisogno di mostrarlo sullo schermo. Ci sono alcuni dettagli e certi momenti specifici come quando la moglie di Tom Wilkinson, Penny, dice a Harvey il capo dell’Associazione degli Assassini “Salutaci tanto Sandra” e lui grugnisce. In quel momento minuscolo ti rendi conto che Sandra è sua moglie, che forse la loro relazione non è fantastica e che nemmeno a Leslie piace Sandra. È un momento davvero piccolo ma gli attori sanno interpretarlo. Motivo per cui si lavora con attori bravi, loro sono in grado di cogliere questi piccoli dettagli.

Freya: È stato interessante anche che i personaggi avessero dei dettagli che non tutto il pubblico nota. Per esempio Ellie ha dei tagli sulle mani. Non si tratta di qualcosa di rilevante, ma apre altri quesiti, tipo “Come se li è fatti?” oppure “Cosa ci dice di lei come personaggio, del modo in cui appare o come cammina?”. Sono i dettagli che rendono vera la vita interiore del personaggio. In questo modo risultano più completi e credibili, anche quando lei prova a sparare a Tom Wilkinson.

Aneurin: Ce ne sono tanti, nemmeno io so quanti, diventerei matto a contarli. Ma posso dirti una cosa molto semplice, William fuma. Puoi vederlo fumare tutto il tempo. Qualcuno mi ha chiesto qualcosa riguardo al controllo che William può avere sulla morte… beh, il fumo è la sola cosa che non può controllare e il fatto paradossale è che potrebbe ucciderlo, anche se molto lentamente. Per questo la sua decisione di tenerlo segreto, perché questo è lui. Solo successivamente lui si rende conto che la sfida successiva è quella di vivere la vita.  

La trama del film:

William è un giovane scrittore profondamente insoddisfatto della propria vita. Dopo aver tentato, invano, il suicidio varie volte decide di rivolgersi a Leslie, un assassino professionista prossimo alla pensione. Con un contratto firmato, William attende di morire entro una settimana, ma improvvisamente la sua vita prende una piega inaspettata: trova un editore e incontra la ragazza dei suoi sogni. Non avendo più intenzione di morire dovrà sfuggire al killer che lui stesso ha assoldato!

Andrete a vedere Morto tra una settimana (o ti ridiamo i soldi) al cinema?