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Harry Potter and The Cursed Child: la recensione

scritto da Alice Giusti

Attenzione: contiene spoiler sulla trama di Harry Potter and The Cursed Child

Non si è mai grandi per Harry Potter. Nonostante i miei 27 anni suonati, mi sono fiondata all’acquisto di Harry Potter and The Cursed Child appena uscito in lingua inglese, domenica 31 luglio. Mi sono sentita esattamente come quando ero un’adolescente che aspettava con attesa l’uscita dei romanzi di Harry Potter. Essendo un tipo piuttosto impaziente, gli ultimi romanzi me li sono letti in inglese e durante un viaggio in Francia mi sono letta pure Harry Potter e il Calice di Fuoco in francese, così per capire le mille traduzioni dei personaggi della saga.

Avevo un po’ di timore per questo sequel, ma le recensioni positive della stampa e di pubblico che hanno assistito alle anteprime dello spettacolo teatrale a Londra, mi hanno dato fiducia. E infatti, non sono rimasta delusa da Harry Potter and The Cursed Child nel complesso, anzi. Nonostante la formula di copione teatrale e non di romanzo, l’ottavo capitolo della saga si legge tutto d’un fiato. J.K. Rowling, che ha collaborato per la stesura del testo con John Tiffany e Jack Thorne, non ha perso la sua vena creativa ed è riuscita a trasportarci nuovamente nel magico mondo di Harry e i suoi amici, stupendoci ancora una volta con una storia originale.

In particolare, la maestria della scrittrice è stata quella di trovare un equilibrio tra il passato e il presente, che poi è il fulcro della trama del libro. Da una parte abbiamo i nuovi personaggi, Albus Severus Potter, Scorpius Malfoy, Rose Granger-Weasley e Delphi Diggory che ci conquisteranno con le loro avventure, ma allo stesso tempo J.K. Rowling ci ha permesso di rivedere i personaggi che più abbiamo amato (e odiato) e che pensavamo di non vedere più in azione.

harry potter and the cursed child

Niente resurrezioni o miracoli: il passato è passato e non si può cambiare, se non modificando completamente il futuro. Chiave di tutta la storia è infatti un oggetto che già conosciamo: il Giratempo, ultimo elemento rimasto ai seguaci di Voledemort per provare a cambiare il passato e far risorgere il loro Signore Oscuro. È per questo che Harry Potter, che lavora al Ministero della Magia, e Hermione Granger, che è Ministro della magia, cercano di trovare i Giratempo in circolazione.

Ma cosa succede se la notizia si diffonde e un vecchio Amos Diggory bussa alla porta di Harry chiedendogli di utilizzare il Giratempo per salvare il compianto Cedric Diggory? E cosa succede se il secondogenito di Harry, Albus, sente il peso della notorietà del padre – lui è finito nei Serpeverde e a scuola non è ben visto – e vuole riscattarsi?

Sebbene l’avventura non manchi, Harry Potter and The Cursed Child è alla fine un’opera più intimista delle altre, in cui si indaga sui sentimenti e sui rapporti umani. Tutto ruota sul rapporto padre figli: Harry e Albus, che si credono diversi e non si comprendono ma scopriranno in realtà di essere più simili di quanto pensino, Draco e Scorpius, l’uno diviso tra il suo passato e quello della sua famiglia e il figlio su cui pende un gravoso pettegolezzo.

Ma non solo: c’è il rapporto da padre-figlio tra Silente (che rivive come quadro) e Harry e tra Harry e suo padre, quando impotente e tornato alla notte del 31 ottobre del 1981 per salvare il presente, Harry sa che non può intervenire per salvare i suoi genitori. L’amore per i figli cambia il mondo, ma anche il desiderio di un figlio di conoscere suo padre, seppure questo si chiami Voldemort.

E poi c’è l’amicizia tra i due outsider, Albus e Scorpius, così tenera, indistruttibile e capace di riunire perfino Harry e Draco, eterni rivali. In particolare, il personaggio costruito in maniera migliore è sicuramente Scorpius. Su di lui grava il pettegolezzo di essere figlio di Voldemort, ma in lui c’è tutto tranne che la cattiveria. Accanito lettore di libri come Hermione, ma senza la sua boria, Scorpius è goffo e un po’ timoroso, ma ha ben chiaro da che parte stare.

Malfoy atipico, anche quando scopre come sarebbe popolare in un mondo in cui Harry Potter è morto e Voldemort domina, trova orribile questa nuova realtà fatta di Dissennatori e ingiustizie, e fa di tutto per tornare alla sua vita, dove tutti lo additano come figlio di Voldemort, ma in cui la pace regna e Albus esiste ed è suo amico.

Certo, non mancano punti deboli nella trama. In particolare, il finale è un po’ troppo sbrigativo e nel complesso mancano dei veri momenti epici. Era impossibile trovare un villain al pari di Voldemort, ma il cattivo di questo capitolo sembrava una versione più debole di Barty Crouch Jr. e forse era un personaggio un po’ scontato.

Certamente, tutti i fan di Harry Potter dovrebbero avere la possibilità di vedere lo spettacolo a teatro, ma la nostra immaginazione resta comunque un mezzo importante per creare nella nostra mente questa nuova storia. Io sono rimasta soddisfatta, ma spero ancora che J.K. Rowling decida un giorno di regalarci almeno un racconto breve sulle avventure dei Malandrini di Hogwarts (il mio personaggio preferito della saga rimane comunque Sirius Black).

Avete letto Harry Potter and The Cursed Child? Vi è piaciuta la nuova storia?