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Gli ateo-bus e il dibattito su Dio: cosa ci scriveresti tu?

scritto da admin

Ariane Sherine è una ventottenne giornalista. Una mattina di giugno, mentre va al lavoro, legge sulle fiancate di due autobus londinesi l’annuncio pubblicitario di un’organizzazione cristiana evangelica che cita un versetto della Bibbia: "Quando il Figlio dell’Uomo tornerà, troverà fede sulla terra?" e un indirizzo web. Visitato il sito, Ariane rimane stupita dalle durissime frasi che vi sono contenute e telefona allora all’autorità inglese che si occupa della pubblicità, chiedendo se sia lecito diffondere il panico tra la gente.

Decide quindi di scrivere un articolo per "The Guardian’s Comment Is Free site":  "Atheists – Gimme Five". In esso spiega che, col versamento di 5 sterline da parte di 4680 persone, si potrebbero raggiungere le 23.400 mila sterline necessarie per mettere sul fianco di trenta autobus, per due settimane, un annuncio pubblicitario molto più "rassicurante": “There‘s probably no God. Now stop worrying and enjoy your life”.

La raccolta fondi ha più successo del previsto e si riescono a coinvolgere ben ottocento autobus in Gran Bretagna. Non solo: dall’11 gennaio appaiono nella metropolitana di Londra le "atheist tube cards", che riportano, oltre allo slogan dell’iniziativa, quattro diverse citazioni atee (puoi vederle nella galleria fotografica). L’Atheist Bus Campaign realizza anche un piccolo e-shop in cui è possibile acquistare le t-shirt e le spille ufficiali dell’iniziativa.

La controffensiva evangelica in Spagna

In terra spagnola, gli ateo-bus sono stati invece preceduti, il giorno di Natale, dall’iniziativa di Francisco Rubiales, pastore evangelico, nella periferia di Madrid. E’ stata poi l’Union de Ateos e Librepensadores (Ual) a tradurre in spagnolo lo spot inglese, che da lunedì scorso appare su due autobus di Barcellona e verrà invece diffuso a Madrid dall’Associazione Madrilena degli Atei e Liberi Pensatori (Amal).

Francisco Rubiales ha quindi riproposto lo slogan "Dios si existe. Disfruta de la vida en Cristo" ("Dio esiste. Godi della vita in Cristo") nel centro della capitale spagnola, finanziandolo con le offerte domenicali raccolte nella sua piccola chiesa. Interessante invece il progetto di un’associazione cattolica catalana, E-Cristians: "Vogliamo lanciare periodicamente messaggi attraverso questi mezzi pubblicitari, portando così la parola cristiana negli spazi pubblici" .

Gli slogan religiosi negli Stati Uniti

Lo slogan della American Humanist Association (AHA) è invece un ironico gioco di parole: “Why believe in a god? Just be good for goodness sake” ("Perchè credere in un dio? Sii buono semplicemente per amore della bontà").

La controffensiva religiosa non si fa attendere: a metà dicembre, l’associazione cattolica Center for Family Development diffonde lo slogan “Why Believe? Because I created you and I love you, for goodness’ sake. God” ("Perché credere? Perché io ti ho creato e ti amo, per amore di bontà"); lo spot della Pennsylvania Friends of Christ è invece “Believe in God. Christ is Christmas for goodness’ sake”. Anche i musulmani si fanno sentire su centoventi autobus della Florida, dal 25 novembre: “Islam: The Message of Abraham, Moses, Jesus and Muhammad” e invitano a collegarsi a un sito per scoprire la verità sull’Islam e i musulmani.

L’iniziativa dell’Uaar bloccata a Genova

Anche l’Uaar, Unione degli atei e degli agnostici razionalistici, vuole pubblicizzare, dal 4 febbraio, su due autobus di Genova, lo slogan “La cattiva notizia è che Dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno”"La campagna è una specie di sfida atea in casa di Bagnasco, il capo dei vescovi italiani. – dichiara Raffaele Carcano, segretario generale della Uaar – (…) Dopo le frequenti uscite del cardinale in materia di scienza, diritti, riproduzione, l’Uaar ha deciso di riprendersi un po’ di par condicio." La Cei e il Vaticano scelgono il silenzio e non si esprimono ufficialmente sull’iniziativa.

Intanto però, proprio ieri, 16 gennaio, l’Uaar fa sapere in un comunicato stampa che "nessun autobus porterà sulle fiancate i manifesti della campagna a favore dell’ateismo. La concessionaria degli spazi pubblicitari della società di trasporti genovese, la IGP Decaux, ha deciso di non concedere lo spazio alla Uaar"  in base agli articoli 10 e 46 del Codice di Autodisciplina Pubblicitaria.

Opinioni discordanti

Il proliferare di queste iniziative ha suscitato opinioni contrastanti tra le persone e soprattutto tra i credenti. Alcuni ritengono che la trovata sia di dubbio gusto, altri che sia al contrario un geniale modo per comunicare le proprie idee, altri ancora infine sperano che le varie campagne pubblicitarie riportino in auge il dibattito su Dio, accanto a quello sul calcio e sul Grande Fratello.

Credere in Dio non permette all’uomo di godersi la vita?

Noi di Ginger non vogliamo giudicare l’iniziativa, ma prenderne spunto per riflettere. Partiamo dal commento dell’arcivescovo Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio per la Cultura: "Io ho sempre detto che il dialogo con l’ateismo è importante quando uno, e pensiamo a Marx e a Nietzsche, ha una visione di insieme della realtà che è alternativa rispetto al cristianesimo. Quando invece tutto si gioca sulla base della dichiarazione che ha il sapore della goliardia e della provocazione, allora c’è poco da dire". Allora lasciamo da parte l’iniziativa in sè e chiediamoci: è vero che l’uomo non ha bisogno di Dio e che, anzi, credere in Dio non gli permette di godersi la vita?

La vita come tragedia secondo Nietzsche

Ricordate l’aforisma 125 della Gaia Scienza, intitolato "L’uomo folle"? In esso, proprio Nietzsche parla di un mondo senza Dio: "Che mai facemmo, a sciogliere questa terra dalla catena del suo sole? Dov’è che si muove ora? Dov’è che ci moviamo noi? Via da tutti i soli? Non è il nostro un eterno precipitare? E all’indietro, di fianco, in avanti, da tutti i lati? Esiste ancora un alto e un basso? Non stiamo forse vagando come attraverso un infinito nulla? Non alita su di noi lo spazio vuoto? Non si è fatto piú freddo? Non seguita a venire notte, sempre piú notte?". Insomma, per il filosofo della "morte di Dio", un mondo senza divino è freddo, buio, caotico e la vita è una tragedia da accettare, non una passeggiata di cui godere.

"Ciò che rende la vita così dolce è che non tornerà mai più" E. Dickinson

Un’altra visione cupa dell’esistenza, seppur differente da quella di Nietzsche, è quella di Emily Dickinson, riportata proprio in una delle quattro tube cards della Atheist Bus Campaign: "That it will never come again is what makes life so sweet" ovvero "Ciò che rende la vita così dolce è che non tornerà mai più". Com’è possibile conciliare questa frase con lo slogan della campagna, "Smettila di preoccuparti e goditi la vita"? Non si contraddicono a vicenda? Il messaggio che l’Atheist Bus Campaign vuole lanciare è allora poi così rassicurante come Ariane Sherine afferma?

La sacralità della vita per i credenti

Qual è invece la visione della vita da parte di un credente? Un comunicato dell’arcidiocesi di Barcellona afferma: "Per i credenti la fede nell’esistenza di Dio non è motivo di preoccupazione né è un ostacolo per godere onestamente della vita, ma è una solida base per vivere la vita con un atteggiamento di solidarietà, di pace e con il senso della trascendenza". Per un credente, la vità è voluta da Dio per amore, e proprio questo le dona sacralità, ovvero la rende preziosa e bella da vivere. Dal Catechismo della Chiesa Cattolica (2258): " La vita umana è sacra perché, fin dal suo inizio, comporta l’azione creatrice di Dio e rimane per sempre in una relazione speciale con il Creatore, suo unico fine."

L’allegria di Pier Giorgio Frassati

Sono numerose le testimonianze di giovani e adulti credenti che hanno vissuto e vivono la propria vita coscienti della sua sacralità, in una gioia che non è tale perchè sta sulla superficie delle cose, ma che scaturisce dalla fede in Dio. Magari avete già sentito parlare per esempio del Beato Pier Giorgio Frassati, che è stato uno dei patroni della Giornata Mondiale della Gioventù dello scorso luglio a Sydney… A proposito del godersi la vita, egli adorava fare passeggiate in montagna e in una lettera scriveva: "Se i miei studi me lo permettessero, trascorrerei giornate intere in montagna, a contemplare in quell’aria pura la grandezza del Creatore". E tornando alla concezione della vita, ecco la sua:"Tu mi domandi se sono allegro. E come potrei non esserlo? Finché la fede mi darà la forza, sempre allegro! Ogni cattolico non può che essere allegro; la tristezza deve essere bandita dagli animi cattolici: il dolore non è la tristezza, che è una malattia peggiore di ogni altra. Questa malattia è quasi sempre prodotta dalla mancanza di fede; ma lo scopo per cui siamo stati creati ci addita la via, seppur seminata di molte spine, ma non una triste via: essa è allegra anche attraverso i dolori…"

Cosa scriveresti su un autobus? Scrivicelo nei commenti!

Ora, al termine di questo brevissimo excursus tra atei e credenti, cosa scriveresti tu se avessi la possibilità di personalizzare le fiancate di un autobus? Commenta!

Per saperne di più, visita i link consigliati e la galleria fotografica

 Guarda il servizio del Tg2 sugli ateo-bus
e il parere dello scrittore cristiano, ex agnostico, Vittorio Messori: