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GingerGeneration.it intervista Amy MacDonald: “scrivo canzoni in cui tutti possano identificarsi!”

scritto da Alberto Muraro

Lo scorso 17 febbraio è uscito nei negozi di dischi e nelle piattaforme digitali Under Stars, il nuovo album della cantautrice scozzese Amy MacDonald, che ha soli 29 enne può già vantare oltre 5 milioni di dischi smerciati in tutto il mondo e un totale di 3 progetti discografici. L’artista, divenuta celebre grazie al brano This is the life, ha anticipato l’uscita del disco con la pubblicazione del bellissimo brano Dream On, che apre un progetto discografico suggestivo ed estremamente elegante prodotto in collaborazione con Cam Blackwood (già al lavoro con George Ezra, Florence and the Machine) e My Riot (London Grammar e Birdy).

Amy, ragazza di una dolcezza e gentilezza rara, ha raccontato a GingergGeneration.it qualche dettaglio in più sul disco e sulla sua creazione. Ecco la nostra intervista!

Ciao Amy, è passato un po’ di tempo dall’ultima volta che ti abbiamo sentito, che cosa hai fatto in questi ultimi tempi?

Da che punto temporale devo partire? Sono successe talmente tante cose! Come saprai sono stata chiusa in studio di registrazione per il mio ultimo album, prima c’è stata la fase di composizione e scrittura, nel frattempo sono stata in giro per il mondo soprattutto in Inghilterra, non saprei davvero da dove cominciare a raccontarti!

Ho ascoltato il tuo disco e ho avuto l’impressione che rispetto ai precdenti ci sia stato un cambiamento, mi pare ci sia stato un passato dal folk al pop-rock. Mi sto sbagliando?

In realtà la gente pensa che il folk corrisponda a canzoni fatte solo di chitarra e voce, ma di fatto non è così, quando parli di folk parli soprattutto di canzoni che raccontano delle storie. Nel mio caso, tutte le mie canzoni raccontano delle storie., quindi da certi punti di vista si potrebbe dire che ho del folk però è importante per me sottolineare che la mia musica non ha dei limiti ben precisi, non mi piace l’idea di fossilizzarmi in un genere, in un mio disco puoi trovare la canzone più pop orecchiabile, o quella più rock, dipende tutto da ogni singolo brano.

Parlando di generi musicali, ti piacerebbe collaborare con grandi artisti internazionali, magari molto diversi dal tuo stile come dj (per esempio Calvin Harris) o produttori di elettronica?

Come ti dicevo non pongo paletti o limiti alla mia musica, per cui se mi arrivassero delle proposte in futuro si, certo perchè no?

Le tue esperienze personali influenzano le tue canzoni? Senti di essere diventata più forte grazie alla musica?

Certamente sì, raccontando delle storie per forza di cose devo trovare delle influence e le mie vicende personali sono una fonte di ispirazione. Il singolo Dream on per esempio l’ho dedicata ad un amico che ha vissuto un momento veramente difficile, questo pezzo di certo l’ha aiutato a superare la negatività. Personalmente sono diventata più forte ultimamente ma soprattutto da un punto di vista vocale: facendo così tanti tour in giro per il mondo ho avuto modo di lavorare tantissimo sulla mia voce!

C’è una differenza fra questo tuo ultimo disco e i precedenti?

Mentre nei precedenti ho lavorato ai pezzi interamente da sola, in questo album ho avuto l’occasione di collaborare anche con i membri della mia band: prima mi sentivo gelosa dei miei pezzi e il fatto che altri ci mettessero mano mi sembrava qualcosa di alieno al mio modo di lavorare, invece alla fine sono stata contenta del risultato finale.

Hai già progetti futuri? Stai per caso lavorando a nuovi pezzi?

E chi ce l’ha il tempo? Sono sempre in giro in tour o impegnata con attività promoziomali, stamattina mi sono svegliata alle 5 per essere qui in Italia, davvero, sono sempre un essere umano. D’altra parte, se voglio scrivere canzoni in cui tutti si possano riconoscere non lo posso certo fare senza la giusta concentrazione, non sono il tipo che scrive pezzi banali quando è in viaggio in treno o in aereo!

 

Qui sotto trovate l’audio streaming di Under Stars di Amy MacDonald: che ne pensate di questa artista?