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Dennis: la vita dopo Saranno Famosi

scritto da admin

Raggiungiamo Dennis al telefono, mentre si reca da Milano a Trieste (rigorosamente con l’auricolare all’orecchio): sta tornando a casa dalla moglie Sabina e dal figlio Nathan.

E’ l’occasione per parlare dell’ultimo album uscito, "Buone sensazioni", ma anche della vita quotidiana, delle delusioni e delle aspirazioni del primo vincitore di Amici di Maria de Filippi, quando il programma ancora si chiamava "Saranno Famosi" ed era un’occasone unica per un giovane artista, per farsi notare nel mondo dello show business.

Oggi Dennis ha 32 anni, è sposato e ha un bellissimo bambino, a cui augura di .. non fare il cantante! Ecco a voi Dennis, un semplice, sincero cantante per passione.

"Buona sensazioni" è il titolo del tuo album: ti reputi una persona ottimista?
No, non sono ottimista, semmai realista! Però ho voluto trasferire in questo album tutte le buone sensazioni che ho vissuto nella mia vita. Ce ne sono tante: ogni giorno la vita lascia delle buone sensazioni e anche quelle cattive, alla fine, servono comunque il giorno dopo, per migliorare te stesso (perché sai come fare ad evitarle).

La tua famiglia è presente nelle tue canzoni?
Certo! Il singolo che è ora in promozione, "Sei l’unica per me", è una canzone dedicata a mia moglie Sabina, mentre a mio figlio Nathan ho dedicato "il nostro amore limpido".

Qual’è la tua canzone preferita di "Buone sensazioni"?
S’intitola "l’acqua del mare": mi piace perché anche se non l’ho pensata io corrisponde al modo in cui io vedo più o meno la vita.

Le tua canzoni parlano spesso s’amore: ti consideri un uomo romantico?
Credo di essere romantico il giusto, dovresti chiederlo a mia moglie! Va un po’ a giornate, e poi bisogna vedere che cosa signifca essere romantico, per la donna che hai accanto. Spero di essere romantico quanto basta, quando serve.

Svelaci un tuo difetto

I miei difetti sono, in realtà, anche i miei pregi: sono testardo e poi non sto mai zitto: questo mi porta ad essere apprezzato da alcuni, ma antipatico per altri.. in questo senso sono difetti!
Sono anche aspetti che mi hanno aiutato nella mia carriera, ma che mi hanno anche fermato davanti ad alcune persone.. dipende da chi ti trovi davanti.

Quanto conta cantare dal vivo e fare concerti, per te?
E’ l’unica cosa che importa, perché è così che ti fa le ossa. E’ importante come per il pugile prendere pugni: tantissimo, perché più li prendi e più sei abituato a prenderne; quando hai preso qualche migliaio di pugni in faccia e ti trovi sul ring a combattere contro il campione, non li senti neanche e puoi vincere.

La tua carriera è nata grazie al programma Saranno Famosi, ma poi hai fatto molte esperienze diverse: da Grease a Notti sul ghiaccio quale è stata la più difficile e quale la più divertente?
Grease sta a metà tra la più difficile e la più divertente, anche se Saranno Famosi è stato un programma molto duro: come concorrente stare 9 mesi in tv tutti i giorni non è facile, soprattutto perché non sai come andrà a finire, non sai cosa succederà dopo.

Dopo aver partecipato e vinto a Saranno Famosi hai più seguito il programma della de Filippi?
No, non l’ho più seguito, tranne la seconda edizione: per una settimana ho fatto l’insegnante e alla fine ho premiato la vincitrice, Giulia Ottonello.

Come reagiresti se tuo figlio ti dicesse che vuole fare carriera nel mondo della musica, come te?
Beh, preferirei facesse altro! E’ un settore molto difficile: siccome le case discografiche stanno andando così male, io credo che mio figlio non mi dirà mai che vuole fare il cantante, forse saprà che la musica non è una vera fonte di guadagno …  però non sarei contrario, se lo volesse davvero.

Parlaci dell’esperienza nella Nazionale Italiana Cantanti. Ti reputi uno sportivo o lo scopo è il puro volontariato?
Lo faccio esclusivamente a scopo no profit, non sono un gran giocatore! Ho ragionato così: quando fai il cantante a un livello come il mio non guadagni tanti soldi: se lo fai per passione, aiutare le persone a livello economico è molto difficile, quindi trovi altri modi. Se basta che io faccia un viaggio in macchina da Trieste a Firenze per giocare la partita per far venire anche solo 10 persone allo stadio per vedere la mia faccia, sono già 10 biglietti acquistati che vanno a beneficio di una associazione di beneficenza.. è poco ma è già qualcosa.

I brani del tuo nuovo album sono attenti alle tematiche sociali e aperti a spunti di riflessione: credi che la musica sia uno strumento utile per agire sul sociale?
C’è una canzone, in particolare, "E poi c’è l’Africa": questa canzone è stata scelta come inno per un’associazione onlus che opera nel Congo. E’ importante ricordare che c’è sempre qualcuno che sta peggio di noi: sono cose che sappiamo tutti ma il fatto è che poi ce ne dimentichiamo.
Credo sia importante esternare alcuni discorsi, anche per una questione di crescita personale. Appena uscito da "Saranno Famosi", un album "impegnato" sarebbe stato visto come una strada facile e un po’ "furba", ma sono contento di farlo ora, dopo un certo periodo di tempo … ero stufo di non parlarne.

Un tuo obiettivo personale per il futuro  e uno professionale
Dal punto di vista personale, spero di avere sempre una vita felice, tranquilla, senza grossi intoppi. Credo sia un desiderio di tutti, a una certa età: ho 32 anni, una moglie e un figlio.. augurarmi una vita spericolata non sarebbe buono! Voglio avere una vita sana, tranquilla, per la mia famiglia e per me.
Sul piano professionale vorrei fare il cantante a tutti gli effetti, a tempo pieno e con tutto ciò che comporta. Fare dischi non è difficile: fare il cantante per davvero, invece, è difficilissimo.