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Concorso Jercy Jackson: Una passeggiata…segreta!

scritto da admin

Per il Concorso del Meet&Greet di Percy Jackson vi abbiamo chiesto di scrivere un racconto, i post vengono pubblicati e i più beli e votati potranno vincere il Meet&Greet di Martedì 23 Luglio con Logan Lerman e Alexandra Daddario al Giffoni 2013 . Ecco la risposta di AnnaBeth! Se vi piace, condividetela per aiutarla a vincere.

Come tutti i giorni d’estate in cui non puoi andare al mare, io e i miei amici ci stavamo annoiando. Tutto fuori sembrava così calmo invece noi ci stavamo spremendo le meningi su cosa fare. Andrea si stava rigirando sull’amaca, Pasquale stava giocando a scacchi da solo, Silvana stava leggendo un libro mentre io stavo facendo zapping in televisione.

– Cos’altro può andare storto…- disse Andrea
– Infatti c’è qualcuno che ha qualche idea?- continuò Pasquale
– Bè potremmo fare un bel gioco di società- rispose Silvana
– Oppure andare in esplorazione!- conclusi io
– Mary tu sei pazza, non ci lascerebbero mai andare in giro da soli- disse Silvana
– Per me è una buona idea- mi assecondò Pasquale
– E poi chi ha detto che dobbiamo chiedere il permesso? Possiamo uscire dalla finestra- dissi io

Andrea cadde dall’amaca e disse:- Certo, sei un genio!
– Bè modestamente…- dissi
– Allora andiamo – ci incitò Pachi

Ci alzammo e prima di aprire la finestra mettemmo dei giochi sotto le coperte dei nostri letti per far vedere che stavamo dormendo e uscimmo.

L’aria era tiepida ma frizzante e a Nydri il mare si infrangeva sugli scogli. Nessuno badava a noi perché non c’era anima viva.

Scendemmo sulla spiaggia e decidemmo di fare una passeggiata sul lungo mare. Io mi tolsi le converse e misi i pedi in acqua. Di tanto in tanto qualche pesciolino mi dava il benvenuto con un morsetto sulla caviglia. Arrivammo finno ad un’altura di scogli e ci sedemmo. Le pietre erano piene di cozze e ricci e così Andrea tirò fuori il suo coltellino svizzero e cominciò a staccarli. Io e Silvana infilammo i piedi in una fessura tra gli scogli e ci godemmo il panorama.

Ad un certo punto un fulmine squarciò il cielo e un tuono rimbombò nell’aria salmastra. L’aria divenne d’un tratto fredda e pungente come mille lame affilate.

– Sarebbe meglio andare- disse Silvana
– Ma è troppo lontano per tornare a casa. Ci beccheremmo tutto il temporale!- rispose Pasquale
– E allora cosa proponi di fare?- dissi io
– Trovare un riparo da qualche parte. Un rifugio tra gli alberi, una grotta. Qualsiasi cosa!-
– Ha ragione- conclusi –Andiamo-

Camminammo per circa una mezzoretta durante la quale il cielo divenne sempre più nero e l’aria sempre più fredda. Cominciò a piovere e l’acqua veniva giù come pietre.
Il vento ci scompigliava i capelli e l’acqua del mare ci finiva contro il viso.

Ad un certo punto vedemmo qualcosa. Uno strano oggetto di legno. Era una capanna di qualche pescatore!!! Corremmo fino a quando non la raggiungemmo. Io aprii la porta e ci infilammo dentro.
Visto che non c’erano interruttori per la corrente a tentoni trovammo una candela e dei fiammiferi. La accendemmo e ci guardammo intorno. Alle pareti erano appese le teste di pesci, ne riconobbi alcuni: pesce spada, martello e perfino uno squalo bianco!
Su un cassettone c’erano molti trofei e coccarde colorate. Contro il muro era stato messo un letto con le lenzuola logore. Sul soffitto c’erano delle ragnatele e si sentiva uno strano odore di muffa.
Dai vetri di una finestra si vedeva chiaramente che fuori si stava scatenando una tempesta. Erano ormai le 07:00 e ci chiedevamo se i genitori ci cercassero o si erano bevuti la storia che stavamo solo dormendo.

Avevamo tutti freddo e dopo un po’ ci stendemmo sul letto vicini vicini, per riscaldarci. Eravamo così stretti che sembravamo delle sardine!
Pian piano ci addormentammo ma ad un certo punto la porta si spalancò e un turbine d’aria fredda fece capolino dall’entrata. Davanti a noi c’era un uomo che ci chiese:- Chi siete voi?-

Eravamo tutti pietrificati dal terrore e nessuno osava aprire bocca, ma Andrea si fece coraggio e ruppe il ghiaccio:- Ci siamo rifugiati qui perché fuori c’era la tempesta. La prego non ci faccia del male.-

L’uomo uscì dall’ombra in cui si trovava e lo potemmo veder meglio: era un piccolo vecchietto con la barba lunga e si vedeva che gli mancava qualche dente. Aveva gli occhi vispi come quelli di un bambino e sorridendo ci disse:- Farvi del male? Neanche per sogno! Raccontatemi tutto ragazzi-.

Ci sedemmo e cominciammo a raccontare. Quando finimmo il vecchietto si mise a ridere e disse che potevamo restare fino a quando la tempesta non si fosse placata. Accese un fuoco e prese dal cassettone delle scatole di fagioli e ce le offrì. Noi accettammo perché avevamo una gran fame.

Mentre mangiavamo l’uomo ci raccontò delle storie: di come avesse ucciso lo squalo, o come si fosse trovato in balia di una tempesta catastrofica e delle piccole storielle del divino Poseidone. Ci raccontò che si diceva che il dio vivesse in un palazzo di conchiglie e corallo nelle profondità dell’abisso. Noi restammo a bocca aperta e, purtroppo, ci accorgemmo che la tempesta era finita che dovevamo andare.

Il vecchio ci disse che potevamo andare a trovarlo quando volevamo e che aveva altre storie da raccontarci. Noi gli stringemmo la mano e uscimmo.

Quando arrivammo a casa trovammo tutte le luci spente e fummo felici di capire che non ci avevano scoperti. Entrammo dalla finestra e uno alla volta ci andammo a lavare. Ci infilammo ognuno nel proprio letto e crollammo quasi subito in un sonno profondo.