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Achille Lauro: la recensione di 1969, il suo nuovo disco

scritto da Alberto Muraro
me ne frego

Esce quest’oggi, 12 aprile, in tutte le piattaforme di streaming, negli online store e nei negozi fisivi 1969, il nuovo album di Achille Lauro prodotto da Boss Doms e Fabrizio Ferraguzzo. L’artista romano torna così a poco più di un anno e mezzo di distanza dal bellissimo Pour l’Amour, un album travolgente che ci aveva a dir poco lasciati senza parole.

1969 achille lauro

La recensione di 1969

E come suona, invece, questo 1969? In modo completamente diverso dal precedente. Ma questo non è certo un male, anzi. Se c’è una qualità di Achille Lauro che nessuno può negare c’è di certo la sua incredibile capacità di innovare e rinnovarsi, caratteristica più unica che rara nel panorama musicale italiano.

1969, come raccontato dallo stesso Achille, non è dedicato a nessuno e non vuole trasmettere nessun messaggio particolare. L’album è un ammasso di pensieri, una sorta di flusso di coscienza che ha però un punto di riferimento ben preciso. 1969 è un progetto estremamente citazonista che fin dal titolo rende omaggio ai più grandi eventi e alle più grandi star della cultura pop mondiale.

Se vi è piaciuta Rolls Royce, il pezzo sanremese di Achille Lauro, impazzirete dunque anche per brani come Cadillac o Delinquente. Per non parlare poi dei pezzi più scatenati del disco come la clamorosa Je t’aime feat. Coez, già potenziale tormentone estivo.

Ma il disco non è soltanto pop rock glitterato. Al suo interno troviamo anche spunti più spiccatamente trap (come la bellissima Roma) e ballad voce e chitarra elettrica (molto toccante in questo senso C’est la vie, ma anche il pezzo conclusivo r).

Grazie a questo disco, insomma, Achille Lauro ha messo definitivamente a tacere tutti quegli haters che ancora lo consideravano un “pischello” alla stregua di altri trapper con i tatuaggi in faccia. 1969 non piacerà a tutti, non è un disco per “grandi e piccini”, ma poco importa.

Se l’innovazione nella musica italiana, in barba alle mode, era quello che l’artista cercava, 1969 ne è la sua massima rappresentazione.

Che cosa ne pensate di 1969 di Achille Lauro? Qual è la vostra canzone preferita del disco?