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L’Univeristà Statale di Milano ha deciso: sì al numero chiuso per le Facoltà umanistiche

scritto da Claudia Lisa Moeller
università

L’Università Statale di Milano ha votato a favore per il numero chiuso delle facoltà umanistiche. Già dal prossimo anno, 2017/2018, per studiare le (cosiddette) materie umanistiche bisognerà passare un test d’ingresso come è già previsto per le materie scientifiche. Filosofia, Storia, Lettere, Geografia e Beni Culturali avranno il numero chiuso.

Non è ancora dato sapere quanti posti saranno a disposizione per le facoltà sopra elencate. Rimangono diversi punti da chiarire.

Dopo le professioni sanitarie arriva il numero chiuso anche per le umanistiche, ma non per Lingue o per Giurisprudenza. Ci chiediamo come mai, se numero chiuso deve essere, allora perché un’importante sezione dell’Università Statale di Milano sia stata esclusa da questa riforma. Inoltre il numero chiuso, allargato sempre più a diverse discipline, rischia di minacciare sempre più il diritto allo studio degli studenti che alla fine della maturità si trovano a dover essere pronti ad una nuova selezione. Questi test, poi, favoriscono altri enti privati che forniscono lezioni e corsi ad hoc per entrare nella propria facoltà dei sogni.

Chi invoca il numero chiuso presente in altri paesi europei, come Germania, ha poco chiaro come funziona. Per entrare in Medicina, per esempio, è vero si entra per voto di maturità. Chi però non avesse i voti, viene messo in lista di attesa e dopo qualche anno ha la possibilità di studiare Medicina. Numero chiuso sì, ma limitato e soprattutto non definitivo. Diverso è ancora il sistema britannico, dove lo studente deve farsi ammettere dall’ateneo tramite le loro selezioni interne.

La scelta dalla Statale di Milano, come chi ha frequentato l’Ateneo sa, si trova da diversi anni a dover affrontare la mancanza di fondi, quindi docenti. Il numero chiuso permetterà a studenti e docenti di sopravvivere a questa penuria di mezzi.

Sorprende che proprio in Italia, uno dei paesi con meno laureati in Europa (a malapena il 26%), si facciano politiche per chiudere le università, invece di aprirle. Non si comprende neppure come la scelta della Statale di Milano non abbia nemmeno attirato un minimo dell’attenzione pubblica sul problema delle risorse delle università e delle giovani generazioni. La battaglia degli studenti, tra sbarramenti e occupazioni degne del secolo scorso, non hanno portato a niente. Sarebbe stato molto più utile cercare di mostrare cosa sta succedendo nelle università italiane.

Quindi da questa estate preparatevi, aspiranti filosofi e non solo, a studiare le domande a crocette di cultura generale per passare nel test d’ammissione della Statale di Milano.

E tu cosa ne pensi del numero chiuso che verrà applicato per l’Università Statale di Milano?