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Robert Pattinson: la prima parte dell’intervista a Vanity Fair America

scritto da admin

Ecco a voi il primo estratto dall’intervista esclusiva rilasciata da Robert Pattinson a Vanity Fair USA questa settimana. Questa è solo l’introduzione delle dichiarazioni di Robert ma a breve pubblicheremo l’intero servizio. Dalle prime parole pubblicate su Vanity Fair il protagonista di Twilight appare stanco e decisamente in difficoltà dinanzi a tutta questa celebrità. Ecco di seguito la prima parte dell’intervista di Robert Pattinson a Vanity Fair USA.

Robert Pattinson stressato?

“Questa cosa che tutti ti conoscono è strana, perchè la gente ha questo rapporto unidirezionale quando guarda una tua foto e sono convinti di conoscerti meglio di chiunque altro. Ma io stesso non sono così sicuro di conoscermi bene.” E’ anche per questo che Robert Pattinson ha una vera e propria avversione nei confronti dei viaggi in aereo e delle folle agli aereoporti ed ha deciso di andare da Los Angeles a New Orleans per raggiungere il cast di Twilight in macchina a Novembre. “E’ stato divertente” ha detto riguardo al viaggio che ha fatto con due amici, “abbiamo viaggiato su strade provinciali ed abbiamo usato l’ìPhone come navigatore”. Questo viaggio in stile Kerouac li ha portati fino in Arizona e in New Mexico. “Lì non sembrava nemmeno di stare in America, io e miei amici eravamo gli unici bianchi in circolazione.” Durante il viaggio si sono fermati in un bar a Lubbock, in Texas, dove per la prima volta dopo molto tempo Pattinson si è potuto sedere e bersi una birra completamente indisturbato da paparazzi e dai fans. “Nessuno mi ha riconosciuto ed è stato davvero figo sedersi lì e mangiare alette di pollo come se niente fosse.” Ha cercato per molto tempo un posto dove potesse essere sé stesso senza condizionamenti e sembra che lì l’abbia trovato.
Ma poi è successo qualcosa, lui continua il racconto rassegnato:” Loro però poi alla fine mi trovano sempre. All’improvviso ho visto un centinaio di persone in strada e la polizia che cercava di controllarle. Un poliziotto mi ha anche chiesto se volevo che li allontanasse con la forza, ma gli ho risposto che non c’era assolutamente bisogno di menare nessuno”. Così il bar che fino a qualche minuto sembrava un’oasi felice era diventata una trappola, e Robert e i suoi amici si sono dovuti far scortare dalla polizia fino al loro hotel.
Qualche mese dopo a Baton Rouge Pattinson dice di non aver assolutamente voglia di uscire, ed è comprensibile considerando che un giro al ristorante può trasformarsi in una vera e propria rivolta popolare. “Devo sempre andare in giro così” dice raccogliendo e nascondendo la sua testa tra le braccia. Ma appena rialza il volto capiamo perché non riesce a sfuggire alle attenzioni delle sue fans, nel suo sguardo c’è ancora la bellezza del viso di un bambino, con quella carnagione pallida, le labbra rosse e gli occhi grandi. Non c’è altro modo di dirlo: è bellissimo. Ma forse questi sono proprio quel tipo di aggettivo superlativo che ora lo metterebbero in imbarazzo e lo farebbero sudare nel suo maglioncino di cotone azzurro. Sembra nervoso, ed ammette di esserlo. Questa intervista, come le altre, non sono cose che fanno per lui. “Sono così noioso, in questo momento sono completamente prosciugato.” Fuma in continuazione American Spirit, beve caffè sgranocchiando un pretzels al cioccolato lasciatogli dalla sua assistente.
Fuori possiamo sentire l’abbaiare dei cani. “Spero non stiano uccidendo il povero Martin” dice Pattinson, mentre si alza e va a controllare fuori dalla finestra. Martin è un cane randagio che appartiene insieme ad altri cani all’assistente di Robert e di Kristen Stewart. Le assistenti stanno condividendo con loro questo accogliente appartamento in una zona tranquilla e residenziale di Baton Rouge. Hanno anche acceso un fuoco scoppiettante nel camino e delle candele profumate per questa intervista.
“Non so cosa ci sia che non va in me. Il mio cervello non lavora più. Non ho più memoria. Non riesco a scrivere, la unica cosa che riesco a scrivere con la penna è il mio autografo. Ho provato a buttar giù qualcosa l’altro giorno ma sembrava che avessi scritto in Braille.” Allora gli ho chiesto di scrivere qualcosa sul mio block notes, ed in effetti era illeggibile. “Vedi? Sembra scritto da una gallina”.