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Concorso Percy Jackson: Un’esperienza “fantastica”

scritto da admin

Per il Concorso del Meet&Greet di Percy Jackson vi abbiamo chiesto di scrivere un racconto, i post vengono pubblicati e i più beli e votati potranno vincere il Meet&Greet di Martedì 23 Luglio con Logan Lerman e Alexandra Daddario al Giffoni 2013 . Ecco la risposta di Proxi! Se vi piace, condividetela per aiutarla a vincere.
Non credo mi sia mai capitata un’avventura pericolosa e, allo stesso tempo, entusiasmante come quella che hanno vissuto Percy e i suoi amici, anzi, sono proprio sicura del fatto che non mi sia mai successo niente del genere. Ho comunque una storia da scrivere, seppur inventata e di genere fantasy, ma spero che la apprezziate.

E’ successo un paio di anni fa, ma ho quel ricordo stampato davanti agli occhi come se fosse accaduto ieri. Non credo di aver mai vissuto un’esperienza tale in tutta la mia vita: un mix di entusiasmo, paura, divertimento e pericolo. Tutte emozioni e sentimenti contrastanti, ma comunque uniti, in questa storia che sto per raccontarvi.
Io e i miei due migliori amici stavamo tranquillamente camminando lungo uno dei piccoli laghi della nostra città. Scherzavamo e ci divertivamo come se nulla fosse, non sapendo quello che sarebbe poi accaduto. In men che non si dica, infatti, ci ritrovammo risucchiati dalle acque del lago, come un enorme vortice da cui era impossibile fuggire. Non avemmo neanche il tempo di urlare che ci ritrovammo distesi sul pavimento di legno di un’enorme nave, e la parte più strana è che eravamo completamente asciutti. Sentimmo urla e risate varie, piuttosto sguaiate, provenienti dalla parte della nave opposta a quella dove ci trovavamo noi, che invece era deserta. Ci alzammo piano piano e andammo a vedere quello che stava succedendo. Un vasto numero di uomini saltavano e urlavano ovunque, maneggiando spade, pugnali e coltelli. Erano vestiti in modo piuttosto strano, basta pensare che uno di loro portava addirittura l’uncino e aveva, poggiato sulla spalla destra, un pappagallo che non smetteva un attimo di parlare. Fu allora che tutti e tre ci facemmo la stessa domanda: dove ci trovavamo, con chi, e, soprattutto, che cosa stava succedendo?
Ci sporgemmo ancora un po’ in avanti e fu lì che la vedemmo: Lucy, una delle nostre più care amiche, era legata da diverse funi ed era tenuta all’impiedi posta all’estremità della nave, correndo il rischio di cadere da un momento all’altro. Rimanemmo nascosti per un po’, decidemmo sul da farsi e poi, come se non ci fosse un domani, corremmo in direzione dei presunti pirati, maneggiando spade piuttosto pesanti che non sapevamo come usare, trovate rannicchiate in un angolino della nave. Urlammo, cercando di spaventare gli uomini, che invece ci risero in faccia, e cercando di attirare l’attenzione di Lucy che, nonostante le lacrime, riuscì a sorriderci. Non so come sia successo di preciso, ma alla fine riuscimmo a gettare la maggior parte dei pirati in mare, per lo più grazie agli spintoni mozzafiato di Lucas, uno dei miei amici, che era un vero e proprio campione negli sport corpo a corpo. Riuscimmo a portare Lucy, zoppicante, in un posto appartato della nave e di nuovo, come per magia, ci ritrovammo avvolti in una specie di vortice, che questa volta proveniva dall’aria e non più dal mare, che ci riportò nuovamente sulle rive del lago dove prima stavamo beatamente camminando. L’unica differenza è che adesso non eravamo più in tre, ma in quattro: avevamo appena salvato la nostra amica dall’attacco dei pirati, di cui probabilmente prima non conoscevamo neanche l’esistenza, e non potevamo crederci.