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A Head full of Dreams: la recensione del film sulla storia dei Coldplay

scritto da Alberto Muraro

Esiste un cliché piuttosto diffuso riguardo ai Coldplay che vuole i loro live particolarmente commoventi. Se mai vi è capitato di leggere le recensioni a caldo dei vostri amici che ad un concerto della band ci sono stati, vi sarete di certo imbattuti in parole come “lacrime”, “pianti” o ancora “fazzoletti”. Con un repertorio così, d’altra parte, non ce ne stupiamo proprio per niente.

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Tutte queste emozioni, i brividi e il sentimento che il gruppo di Chris Martin è stato capace di regalarci nel corso del tempo sono state magistralmente tradotte sul grande schermo in A Head Full of Dreams, il documentario dedicato al gruppo in arrivo nelle sale italiane il prossimo 14 novembre.

Il film evento, in lingua originale con sottotitoli in italiano  è diretto da Mat Whitecross. Il regista ha incontrato i quattro amici del college a Londra, prima ancora che formassero la band. Sin dalla prima prova in una camera studentesca, Whitecross era presente per catturare la loro musica e le loro relazioni.

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A Head full of dreams è dunque il racconto di 20 anni di onorata carriera, dagli esordi nei localini fino agli stadi in giro per il mondo, segnato da 7 album, ognuno manifestazione di un determinato mood all’interno del gruppo.  Già, perché le cose all’interno dei Coldplay non sono sempre andate lisce.

C’è stato l’abbandono e il reintegro dello storico maanger Phil Harvey e del batterista Will Champion. C’è la stata la crisi artistica che ha condotto a X & Y e, paradossalmente, anche al capolavoro vero dei Coldplay, la splendida Fix You. C’è stato il divorzio di Chris Martin da Gwyneth Paltrow, la scintilla che ha scatenato il processo creativo per lo sperimentale Ghost Stories. Eppure la band non soltanto è ancora in piedi, ma è probabilmente ad oggi ancora il gruppo pop rock più apprezzato del pianeta.

Dimostrazione di ciò è l’ultimo, incredibile tour A Head full of Dreams, lo spettacolo più sognante, colorato ed esplosivo che il gruppo abbia mai prodotto e che è raccontato nel film con una carrellata di immagini che definire da pelle d’oca è poco.

Fra le scene migliori, tuttavia, rimane la profetica promessa di un giovanissimo Chris Martin ventenne nel 1998 (“fra 4 anni saremo la più grande band del mondo!”) trasformatasi pochi secondi dopo nelle immagini nel primo Glastonbury del gruppo in veste di headliner, proprio nel 2002.

Vi ricordiamo, in questo senso, che A Head full of Dreams è anche e soprattutto uno spettacolo che vale la pena godersi a 360 gradi, immersi in un cinema con l’audio stereo. Il documentario sarà anche disponibile su Amazon Prime Video, ma l’effetto, ve lo possiamo garantire, non sarà neanche minimamente paragonabile.

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Se siete già fan dei Coldplay, insomma, adorerete A Head full of Dreams. Se non lo siete, perlomeno, avrete una volta e per tutte l’immagine inedita di un dietro le quinte che vi darà finalmente una prospettiva anche su Johnny, Guy e Will, gli altri tre (notevoli) membri del gruppo, che tantissimo hanno da raccontare. Ah, e giusto per esperienza personale, tenetevelo a portata di mano un pacchetto di kleenex. Non si sa mai.

 

Avete visto anche voi A Head full of Dreams, il film dedicato ai Coldplay?