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Febbre da fieno: intervista esclusiva alla regista Laura Luchetti

scritto da Laura Boni

Un piccolo mondo senza tempo. Una favola moderna raccontata attraverso personaggi a volte bizzarri e immagini ricercate. Questo è Febbre da fieno, la nuova commedia italiana diretta dall’esordiente Laura Luchetti, in uscita nelle sale il 28 Gennaio. Nel cast Andrea Bosca, Diane Fleri e Giulia Michelini.  In questo film gli spettatori entrano nell’originale mondo in cui vivono i protagonisti, un mondo diverso, non comune; pieno di gente stravagante che popola le gionate del Twinkled, il negozio di vintage in cui si svolge la storia. Il nome del negozio deriva dal verbo inglese to Twinkle (briilare), Twinkled è qualcosa che ha brillato in passato; nel negozio troviamo oggetti che negli anni hanno brillato e adesso si cerca dargli una seconda chance. Seconda opportunità che cercano di trovare anche i protagonisti del film, attraverso storie d’amore nuove, ritrovate o impossibili. Ginger Generation ha raggiunto telefonicamente la regista che ci ha racconato qualcosa in più del film: è mattina quando ci sentiamo, ha una voce allegra e morbida, mi racconta che per lei la giornata è ormai iniziata da tempo, avendo un figlio piccolo da portare a scuola; Laura Luchetti è una donna grintosa e determinata, ma anche molto umile e soprattutto profondamente orgogliosa ed entusiasta di questo piccolo film, che nasconde qualcosa di speciale.

 

Sei la sceneggiatrice e regista di questo film, cosa ti ha spinto a raccontare questa storia:

Questa storia è ambientata in un luogo molto particolare che è una galleria di oggetti d’antiquariato, una specie di pianeta di salvataggio di per questi oggetti, un luogo dove si cerca di dare una seconda chance alle cose appartenute al passato. Questa seconda occasione che si cerca di dare agli oggetti, è anche una nuova chance cercata dalle persone che frequentano questo negozio. C’era la volontà anche di raccontare in maniera leggera il problema del mal d’amore perchè tutti i protagonisti soffrono dello stesso problema: non riescono a essere loro stessi quando sono innamorati e non riescono ad esprimersi appieno, a prendersi delle responsabilità o ad essere deicisi quando si parla di sentimento. Abbiamo vari tipi di amore: c’è l’amore di una coppia che si sta allontanando per motivi economici, c’è un protagonista maschile, Matteo (Andrea Bosca) che ha un amore ideale per il passato, in cui include anche la sua ex fidanzata; è talmente innamorato di questo passato che non riesce a vedere il presente. Poi c’è la protagonista femminile, Camilla (Diane Fleri) che inizia la sua storia cercando un amore ideale, un’immagine che ha visto per un solo istante e che ha deciso di inseguire e infine, c’è Frankie (Giulia Michelini) che soffre di un amore idealizzato; lei si innamora delle star del cinema, (in particolare in questo caso di Jude Law a cui scrive lettere d’amore), sembrando una macchietta, ma in realtà nasconde il terrore di un rifiuto da un suo coetaneo. E’ più facile innamorarsi di una cosa che è talmente lontana, perchè se anche non fosse corrisposto non porterebbe ad una delusione così grande. I personaggi sono molto delicati, è un film molto sussurrato, senza grandi urla, grandi azioni ed è narrato in una maniera particolare, anche un pò irreale. Ma io di persone, come i protagonisti di questo film ne ho incontrate tante.

E’ un film dove hanno largo spazio i sentimenti, ma anche un pò di malinconia:

E’ una storia sui sentimenti, un pò buffo, un pò malinconico. Come un acquarello. Che cerca di racconatare in maniera leggera cose che possono fare anche male, come le delusioni, le occasioni mancate.

L’altro tema portante è quello del destino:

Si esatto. Il destino. A volte quando tutte le pedine sembrano portarti verso una direzione sicura, basta una piccolissima cosa per portare una svolta completamente contraria al nostro cammino. E’ appunto quello che succede nel film.

La nostra storia è ambientate in questo negozio Vintage, il Twinkled, che crea un’atmosfera molto particolare e che è come se fosse il quinto protagonista della film. Perchè questa scelta?

Io ho una passione per il vintage e il modernariato. Quando vivevo a Londra, che dove ho passato gran parte della mia vita, avevo trovato questo posto meraviglioso, questa galleria. Penso che il termine negozio non descriva l’essenza di questi luoghi, perchè le persone li dentro ci vivono. Durante le ricerche per il film, in uno di questi “negozi” ci ho passato quasi un mese e i proprietari mi raccontavano che se loro non avessero preso quegli oggetti, quei dischi, quei vestiti, sarebbero tanti buttati. Tutti raccontavano la stessa storia: dare una nuova vita a queste cose del passato. Allora io mi sono chiesta, ma quelli che lavorano in posti così, avranno la loro seconda opportunità? e da li si è snocciolata tutta la storia.

Altro protagonista, insieme agli attori e il Twinkled, è Roma:

Abbiamo cercato di far parlare la città, la location, non solo gli attori. Abbiamo diviso Roma in due: una Roma romantica che conosciamo tutti con i palazzi dell’800, i SanPietrini, l’edera che scende dai muri, questa è la Roma di Camilla. Poi c’è la Roma di Matteo, il quartiere di San Lorenzo; pieno di graffiti, di poster di band: una Roma più contemporanea. La mia passione per l’architettura, poi, mi ha portato a girare in questo luogo a Roma che si chiama Maxii, che il nuovo museo d’arte conteporanea, designato dall’architetto donna Zaha Hadid e usarlo come il posto magico dove Matteo nasconde questi oggetti appartenuti al passato e dove poi porta Camilla. E’ un gioco che abbiamo fatto, cercare di far parlare i luoghi.

Come è stato lavorare con questo cast, composto in gran parte da giovani attori?

Questo cast è come un arcobaleno! Sono tanti perchè è un film corale e insieme hanno formato una unità, un colore unico. Mi hanno regalato tanto, si sono fidati tanto e mi hanno insegnato anche tanto. E’ un bel gruppo!

Come è nata la collaborazione con la Disney?

Con la Disney tutto è nato come una favola! Ho messo la sceneggiatura in una busta, senza conoscere nessuno… alla Disney è piaciuta e abbiamo cominciato a sviluppare il progetto. Poi abbiamo trovato anche un altro produttore Nicola De Angelis della Dap Italy che ha condviso il progetto e mi ha aiutato a svilupparlo.

Nonostante la distribuzione Disney, la pellicola a saputo mantenere la sua natura di film semi-indipendente e grazie a questo è stato selezionato per molti Festival intenazionali, in particolare negli Stati Uniti. Febbre da fieno partecipa in concorso ai Festival del cinema di Atlanta, St Louis, Sacramento, Cleveland e poi Jaipur (India), FantasPorto (Portogallo) e Nizza. Inoltre è stato premiato con il prestigioso riconoscimento di Miglior Film in Concorso al New York Metropolitan Film Festival. “Abbiamo mandato il materiale ad alcuni Festival e abbiamo avuto una risposta meravigliosa” ha detto Laura Lucchetti “Questo piccolo film italiano sta girando il mondo in concorso. Soprattutto in America sta piacendo molto”.

Guarda qui il trailer di Febbre da fieno, in uscita il 28 gennaio.