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Giovani, bravi e rock. L’Italia impazzisce per i Tokio Hotel

scritto da admin

Soffia ancora in Italia il monsone Tokio Hotel dopo la data del 30 al Datchforum di Milano. Inizialmente previsto per l’Alcatraz il concerto è stato spostato per questioni organizzative: i migliaia di fan che da tutta Italia sono arrivati per vedere i quattro ragazzi più popolari dell’attuale universo pop-rock. Hanno di media 18 anni, suonano praticamente da sempre, le loro biografie sono tra i documenti più letti nei forum (diciotto anni di biografia?!). Quello dei Tokio Hotel è un fenomeno in crescita vertiginosa, ma chi diavolo sono e perché hanno tanto successo?

C’è chi svilisce il tutto dicendo sia solo un gran polverone adolescenziale per la solita band passeggera che finirà nel dimenticatoio al massimo entro l’anno prossimo. Difficile a dirsi, non tanto per i dischi venduti (14 dischi d’oro e 8 di platino) o i premi ricevuti (la lista è decisamente lunga per soli tre anni di carriera, tra cui 12 circa come miglior Gruppo Rock 2005-2006 e il Premio Digital tutto italiano dello scorso Festivalbar per Through The Monsoon), quanto perché sono entrati di forza nell’immaginario collettivo parlando una lingua del tutto contemporanea.

Niente giovanilismi riduttivi: alle spalle dei Tokio Hotel c’è lo stile dell’universo manga, il sound del metal anni novanta che rimanda alle distorsioni del Black Album dei Metallica e l’eredità musicale dalla tradizione tedesca dei Rammstein e dei Kraftwerk. E se qualcuno dovesse inorridire ad un paragone simile, bhé lasciateci fare. Lasciateli fare. Perché sono ancora giovani, anche se con tanta esperienza, e intelligenti, oltre che creativi. Un mix spiazzante per le speranze del rock internazionale.

L’immagine, intanto, ha fatto il suo effetto anche tra chi non li ha mai ascoltati.
Mossa vincente, soprattutto dei fratelli Kaulitz che mostrano due look non propriamente da gemelli distinguendo nitidamente i due caratteri: Tom, alla chitarra, predilige più un gusto crossover (capelli rasta, moda hip hop, il piccolo Limp Bizkit che è in ognuno di noi; Bill, il cantante leader del gruppo, invece è tutto un programma. Non si sa bene da dove iniziare a parlare di lui, e proprio per la solita domanda, ovvero se si tratti di un uomo o di una donna. Le fan non ce ne vogliano, spieghiamo subito perché.

Guardando Bill non possono non tornare alla mente il David Bowie degli anni d’oro, o Freddie Mercury, o persino Steven Tyler: la grande tradizione del rock ha sempre saputo giocare con l’ambiguità della propria immagine perché divenisse fluida, parte dello spettacolo. Vederla gestita con tale maturità artistica da un adolescente, che dimostra così una consapevolezza affascinante nel gestire il suo personaggio non può non sbalordire. Ma qui l’androginia, che da sempre fa tanto chiacchierare, è unita a uno stile da fumetto cyberpunk assolutamente futurista e moderna. Post-moderna. E se qualche adulto poco curioso si mettesse a criticare gli idoli di questa generazione ricordategli che, ai tempi, neanche Ziggy Stardust era visto poi così bene.

Intanto il ragazzo dalle unghie lunghe mette le manie avanti, per la gioia delle sue fan: «Non sono gay, mi piacciono le ragazze». Il delirio collettivo comunque è assicurato ad ogni apparizione di Bill, in testa, cui seguono appunto il fratello Tom, Gustav (batterista) e Georg (bassista).
Per un primo approccio ai Tokio Hotel consigliamo l’ascolto di Scream, che dà il titolo all’ultimo album (la versione inglese di Schrei del 2005), Übers Ende Der Welt (Ready, Set, Go), Zimmer 483 (dall’omonimo album del 2006), ovviamente Through the Monsoon (impossibile non averla ancora sentita) e Der Letzte Tag (con cui hanno vinto un Echo Award per il miglior video nazionale) che vi proponiamo qui di seguito insieme ad altri video.