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La favola a lieto fine di Yusra Mardini: dalla Siria a Rio 2016

scritto da Claudia Lisa Moeller

Questa ragazza si chiama Yusra Mardini. Ha diciott’anni, nuota e andrà ai giochi di Rio. È siriana. Per salvare la sua vita è dovuta scappare. Insieme a sua sorella Sarah ha lasciato la sua patria devastata dalla guerra civile iniziata nel 2011. E voglio raccontarvi una favola a lieto fine che la vede protagonista.

Insieme sono scappate per cercare una terra migliore. Una terra di pace. In mezzo a mille pericoli, camminando sempre verso Ovest dove il Sole cala, ma la speranza sempre riluce, Yusra Mardini è andata avanti.

Ma per arrivare in Europa la giovane Yusra Mardini doveva attraversare il mare. Così con la sorella Sarah salirono sulla nave della speranza. Ben presto le sei persone che dovevano essere a bordo, raddoppiarono. Anzi no quasi triplicate. Non si riusciva nemmeno a stare sulla barca, ma tutti volevano andare in Europa. Così tutti stretti e vicini gli uni agli altri erano partiti. Mentre il mare si agitava incurante sotto di loro e li portava ad Ovest. Ben presto il peso eccessivo dei passeggeri aveva fatto saltare il motore. Si era spento nel mezzo del nulla. O meglio dell’acqua. Solo acqua intorno. Il mare di possibilità che già aveva intravisto la giovane Yusra Mardini insieme agli altri profughi, si stava trasformando velocemente in un grande cimitero infinitamente profondo.

Sarah e Yusra Mardini non ebbero dubbi davanti a quel mare. Si buttarono in mare e caricandosi il peso sulle spalle, insieme ad un altro paio di uomini, trascinarono la barca sulle coste dell’isola di Lesbo. Solo grazie alla loro determinazione salvarono se stesse e quelle vite umane. Una volta a Lesbo, erano in Europa. Era fatta.

Lesbo è in Grecia, da lì era uno “scherzo” arrivare a Berlino. Da lì marciando sono arrivate in Germania. Presto Yusra Mardini è stata riconosciuta per la grande nuotatrice che è. Un allenatore professionista tedesco ha deciso di allenarla per i giochi olimpici del 2020 a Tokyo.

Ma qui è la parte della storia, forse più bella: Yusra Mardini potrà competere ai giochi di Rio del 2016. Nella squadra dei rifugiati sfilerà in Brasile e cercherà di vincere l’oro. Non gioca per nessuna nazione, ma ha la possibilità di mostrare il suo valore di atleta lo stesso ai giochi più importanti del mondo.

La squadra dei rifugiati è composta da atleti dalla Siria, Etiopia, Sudan del Sud e la Repubblica democratica del Congo.

Per tanto auguro in bocca al lupo a questa squadra che non conosce purtroppo bandiera, ma solo la speranza e la determinazione di un mondo migliore. Ecco un’intervista in inglese a Yusra Mardini.

E tu per chi tiferai ai giochi olimpici di Rio 2016?