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Maniac – Netflix: trama e recensione di Una giornata no, l’episodio 1×03

scritto da Alberto Muraro

Maniac, la nuova serie originale Netflix con protagonisti Jonah Hill e Emma Stone, è senza ombra di dubbio uno dei prodotti più originali mai sbarcati sulla piattaforma. Il serial, vi ricordiamo, è stato caricato sulla nota piattaforma di streaming lo scorso 21 settembre e ha già fatto parlare tantissimo di sé sul web.

La miniserie, composta da 10 episodi e diretta da Cary Fukunaga, contiene al suo interno elementi distopici, comici e inquietanti, per un mix a dir poco irresistibile che fin dal primo episodio conquista lo spettatore. Va detto, tuttavia, che non ci troviamo di fronte al più classico dei prodotti televisivi.

Per affrontare Maniac (rifacimento della omonima serie norvegese) serve una gran concentrazione e, magari, anche un bloc notes per prendere appunti. Ma non solo. La cervellotica Maniac richiede all’utente medio di Netflix di lasciarsi trasportare in un flusso di informazioni, scene e situazioni che in molti casi hanno dell’assurdo e del folle, ma che sono esse stesse il punto di forza di un prodotto di questo tipo.

Su GingerGeneration.it trovate dunque un approfondimento su questa serie, simile a quello che abbiamo sviluppato per un’altro serial complesso e affascinante come Dark, che potete recuperare qui. Ecco dunque trama, recensione e spiegazione della 1×03 di Maniac, intitolata Una giornata no.

 

 

Maniac – 1X03 : Una giornata no

 

All’interno della casa farmaceutica Neberdine prosegue il trial medico con i pazienti pari e dispari. I nostri due protagonisti,  Owen e Annie, si conoscono un po’ meglio. Scopriamo che la ragazza è riuscita a entrare in possesso di un notevole numero di pasticche A. Le medicine permettono alla ragazza di rivivere il giorno più brutto della sua vita. Tuttavia, si rivelano anche essere l’unico modo che ha di tornare insieme alla sorella, seppur in modo virtuale.

Owen invece decide di “barare” e non ingerire la pasticca A, che dovrà poi ingoiare obbligato dal dottor Muramoto. Il ragazzo soffre di schizofrenia, una condizione che la sua famiglia ha cercato di arginare quanto più possibile. Durante una festa, il giovane scopre una verità scomoda e verrà legato dalla famiglia ed isolato in una stanza.

Nel corso di questo episodio, non particolarmente emozionante e a tratti ancor più assurdo dei precedenti, Muramoto muore all’improvviso e così la dottoressa Azumi si ritrova costretta a chiamare il vero fondatore del progetto, il dottor James Mentelray, che dovrà proseguire la ricerca.

Qualcosa, però, andrà storto con la pasticca B. Il computer GRTA, che ha in mano le sorti dell’esperimento e tutte le analisi del caso, si commuove per la morte di Muramoto. Le sue lacrime daranno vita ad un corto circuito nei sistemi che porterà Owen a vivere una realtà mai realmente vissuta. Stiamo parlando, nel caso specifico, di un immaginario matrimonio con Annie.

 

 

 

Che cosa ne pensate di Maniac?