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Emma Watson intervista Malala in occasione del documentario a lei dedicato

scritto da Federica Marcucci

Cosa hanno in comune Emma Watson e Malala Yousafzai? La maggior parte di noi sarebbero tentati di rispondere niente, eppure non è affatto così. Anzi, sembra che le due ragazze così lontane per tradizioni e cultura siano accomunate dagli stessi ideali e dalla forza d’animo che le spinge a tirar fuori la loro essenza. Sempre. Se Emma Watson nasce a Parigi il 15 aprile 1990 da padre britannico e madre francese, Malala Yousafzai viene alla luce 12 luglio 1997 a Mingora (Pakistan). Eppure sin dall’età di undici anni entrambe le ragazze si stavano facendo conoscere, tirando fuori un talento e uno spirito tenace che le avrebbe fatte diventare le giovani donne che sono ora. Mentre Emma Watson raggiungeva la notorietà – poi la celebrità – grazie alla saga di Harry Potter, Malala, grazie anche a una figura di padre non convenzionale, iniziava la sua carriera da studentessa e documentava in un blog per la BBC il regime dei talebani in Pakistan. Fino alla svolta del 2012: Emma non sarebbe più stata Hermione Granger, mentre Malala Yousafzai, vittima di un attentato da parte dei talebani, sarebbe diventata semplicemente Malala. Ed eccole: da una parte Emma Watson, una delle attrici più giovani della sua generazione, che si professa femminista (pur conoscendo tutte le contraddizione che il termine porta con sé) e diviene portavoce della sua campagna HeForShe. Dall’altra parte l’impegno di Malala per l’importanza dell’istruzione giovanile (in particolare delle ragazze), fa di lei il Premio Nobel per la Pace più giovane che sia mai esistito.

Due giovani donne straordinarie che hanno avuto modo di incontrarsi per un’intervista molto particolare all’Into Film Festival. In occasione dell’uscita del film documentario a lei dedicato, Malala risponde alle domande di una Emma Watson visibilmente commossa ed emozionata. Che cosa hanno in comune Emma Watson e Malala Yousafzai? Tutto: il modo di sorridere e di approcciare alla vita, la semplicità con cui trattano argomenti che metterebbero d’allarme il Presidente degli Stati Uniti e le Nazioni Unite. Essere donne significa anche questo: avere la forza e la grazia di continuare a farsi sentire, manifestando i propri pensieri e i propri ideali nel rispetto del credo e della cultura altrui. Queste due ragazze sono forse uno degli esempi più belli di quello che significa comprendere e ascoltare, dandoci la prova che spesso lo spirito più affine a te si trova in una parte del mondo lontana e minacciata dalle proprie contraddizioni.

Nel post della video intervista Emma Watson ha scritto: “Avevo già parlato prima a proposito del fatto che la parola femminismo sia attualmente molto contraddittoria. Più recentemente, ho imparato a comprendere cosa sia un movimento costituito da fazioni. Ci muoviamo tutti per raggiungere lo stesso obiettivo. Non devi avere paura di dire che sei femminista. Voglio che diventi un movimento accogliente e inclusivo. Uniamo le nostre mani e muoviamoci insieme così da cambiare davvero qualcosa. Io e Malala siamo serie al proposito, ma per questo abbiamo bisogno di te. Con amore, Emma x”.

Dimenticatevi tutta la serie di Miss che si auguravano la pace nel mondo… queste due ragazze sono una vera ispirazione.

Che cosa ne pensate della video intervista di Emma Watson a Malala?

Guarda il video dell’intervista di Emma Watson a Malala:

Into Film Festival opening Q&AToday I met Malala. She was giving, utterly graceful, compelling and intelligent. That might sound obvious but I was struck by this even more in person. There are lots of NGOs out there in the world doing great things… But if there were one I would put my money on to succeed and make change on this planet, it would be hers. (The Malala Fund). Malala isn’t messing around or mincing her words (one of the many reasons I love her). She has the strength of her convictions coupled with the kind of determination I rarely encounter… And it doesn’t seem to have been diminished by the success she has already had. And lastly…She has a sense of peace around her. I leave this for last because it is perhaps the most important. Maybe as a result of what she has been through? I personally think it is just who she is…Perhaps the most moving moment of today for me was when Malala addressed the issue of feminism. To give you some background, I had initially planned to ask Malala whether or not she was a feminist but then researched to see whether she had used this word to describe herself. Having seen that she hadn’t, I decided to take the question out before the day of our interview. To my utter shock Malala put the question back into one of her own answers and identified herself. Maybe feminist isn’t the easiest word to use… But she did it ANYWAY. You can probably see in the interview how I felt about this. She also gave me time at the end of the Q&A to speak about some of my own work, which she most certainly didn’t need to do, I was there to interview her. I think this gesture is so emblematic of what Malala and I went on to discuss. I’ve spoken before on what a controversial word feminism is currently. More recently, I am learning what a factionalized movement it is too. We are all moving towards the same goal. Let’s not make it scary to say you’re a feminist. I want to make it a welcoming and inclusive movement. Let’s join our hands and move together so we can make real change. Malala and I are pretty serious about it but we need you. With love, Emma x#HeNamedMeMalala #notjustamovieamovement Malala Fund Into Film

Posted by Emma Watson on Mercoledì 4 novembre 2015